Sappiamo quante polemiche ha scatenato la pillola del giorno dopo tra chi la ritiene un metodo utile per evitare gravidanze indesiderate e aborti e chi invece crede che sia essa stessa un metodo abortivo in quanto impedirebbe a un ovulo fecondato di impiantarsi nell’utero. Le associazioni pro vita sono infatti contrari al suo uso in quanto sono del parere che provocherebbe la morte di quel che, secondo loro, è già un individuo.
Tutto questo ha avuto molte ripercussioni anche nella contesa elettorale statunitense con le prese di posizione di questo tenore di Romney, ma anche di Gingrich e Santorum, che parlano di pillola abortiva.
Invece, sempre più consistenti sono le evidenze scientifiche secondo le quali la pillola del giorno dopo, così come quella dei 5 giorni dopo solo recentemente introdotta in Italia, non distruggerebbe una vita, ma semplicemente ritarderebbe l’ovulazione.
Di questo si parla in un recente a veemente editoriale del New York Times che ha realizzato un attento esame della letteratura sull’argomento. Alla luce di questo si osserva: “Gli scienziati affermano che la pillola è efficace fino a cinque giorni dopo il rapporto sessuale soprattutto perché blocca il rilascio dell’ovulo fino a che lo sperma non possa più fertilizzarlo. Al contrario di quello che molti pensano, lo sperma e l’ovulo non si uniscono immediatamente dopo il sesso, ma lo sperma ha bisogno di un certo tempo per potersi posizionare”.
Nonostante le prove in questo senso fornite da una sempre più corposa letteratura, negli USA i bugiardini delle pillole del giorno dopo continuano ad affermare che esse potrebbero impedire all’ovulo fecondato di impiantarsi nell’utero, così come fanno importanti organizzazioni sanitarie come il National Institute of Health e la Mayo Clinic nei loro siti.
In Italia, nel bugiardino del Norlevo, aggiornato nel 2009, si afferma che “Il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto”. In quello del Levonelle: “Il levonorgestrel può anche provocare delle modifiche nell’endometrio tali da renderlo inadatto all’impianto”.
Qualcosa però comincia a muoversi. Medline Plus, il sito del National Institute of Health ha apportato alcune correzioni. Prima del 9 aprile si scriveva: “È anche possibile che la contraccezione d’emergenza impedisca all’ovulo di unirsi allo sperma (fertilizzazione) e renda difficile per l’ovulo fertilizzato di impiantarsi correttamente nell’utero”. Dal 9 aprile si dice soltanto: “La contraccezione d’emergenza molto probabilmente funziona impedendo o ritardando il rilascio di un ovulo dalle ovaie. Questo metodo previene la gravidanza nello stesso modo in cui agisce la pillola anticoncezionale”.
L’FDA si rifiuta ancora di riconsiderare il testo del bugiardino, anche se un portavoce riconosce che “i dati che emergono sulla pillola del giorno dopo suggeriscono che non impedisce l’impianto”.
Tutto questo dovrebbe sottrarre argomenti a coloro che continuano a spacciare la pillola del giorno dopo come un metodo che provoca aborto e uccide esseri viventi. Noi lo auspichiamo.