Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale.Vengo anch'io! No tu no!Per vedere di nascosto le bestie ferocie gridare aiuto aiuto è scappato il leone!E vedere di nascosto l'effetto che fa!Vengo anch'io, no tu no!Vengo anch'io, no tu no!Vengo anch'io, no tu no!Ma perché? Perché no!Si potrebbe andare tutti quanti alla piscina comunale.Vengo anch'io! Certo che sì!Per vedere di nascosto Alice Ginevra nell'acquae gridare aiuto aiuto la Pupattola si diverte!E vedere di nascosto l'effetto che fa!Un martedì di Giugno, quando il lavoro mi ha lasciato libero molto prima del previsto, come è mio solito, “Pronto Sabrina! Dai che portiamo la Pupattola in piscina...”.Come sempre, quando ci si sposta, anche per pochi chilometri, si deve caricare in macchina mezza casa e l'intero frigorifero fatto di biberon del latte, del succo, dell'acqua, qualche biscotto, una brioscina rigorosamente home made, braccioli e gonfiabili vari, palle, palloni, pallette, il Pitò-pitò di turno, la carrozzina per la piccoletta di pochi giorni, il costume, gli asciugamani “il mio, il tuo, quello di Alice Ginevra e questo per Athena Giada(?)...”. I costumi, i solari, i doposole, gli antizanzare e... i portatori, gli sherpa, la guida indiana, Tex Willer e Superman per portare il tutto e difenderci dai cattivi insetti che sicuramente troveremo alla piscina.Ecco fatto, dopo le spiegazioni di rito alla cassa/bar, due sdraio ed un ombrellone. Lo sguardo di Alice Ginevra è un misto tra la curiosità per il luogo ed il dubbio del cosa fare con tutta quell'acqua e dove andare a curiosare.Alice Ginevra è meravigliosa nel suo essere un piccolo fantasma. Ha il dono di scomparire nel momento esatto in cui ruoti la testa per controllare come sta Athena Giada.Fortunatamente ritrovarla è fin troppo facile, sta scalando uno scalcinato scivolo gonfiabile, tutta da sola, sorridendo ad una madre ed alle sue tre figlie che stanno sgranocchiando un panino asciutto con il prosciutto cotto chiacchierando in tedesco o era in inglese?Alice Ginevra e l'acqua. Quando era piccina, era la bambina più felice del mondo, come toccava l'acqua della sua piscinetta da terrazza entrava in estasi. In casa regnava la calma e l'umidità trasportata in casa dalle sue rapide e fugaci incursioni per prendere un giocattolo qualsiasi, dopo aver ben cercato nei suoi raccoglitori. Ora, l'umidità regna sempre sovrana ma la calma... questa sconosciuta. Ci aspettavamo che come avesse visto tutta quell'acqua della piscina, avrebbe cercato di immergersi il più velocemente possibile, invece un timore reverenziale, un forte attacco di timidezza, cosa non da lei, l'ha letteralmente investita appena l'abbiamo invitata ad immergersi nel lato dei “piccoli”.L'acqua è poco più profonda di 80 centimetri ma, nonostante lei abbia già superato il metro, il solo fatto che l'acqua la ricoprisse fino al mento, la terrorizzava. Sinceramente, almeno io, non me lo aspettavo, Sabrina invece, da brava Mamma, aveva previsto tutto, quindi cambiamo tattica.Non ricordo quanti anni sono passati dall'ultima volta che avevo provato a fare una vasca intera, ed ancor meno mi ricordo quando ne ho fatte due però mi sembrò il caso di provarci, anche per mostrare ad Alice Ginevra quanto l'acqua sia un elemento sicuro ma, soprattutto, che in acqua ci si può divertire. Allora ci provo, mi porto nella corsia dedicata e inizio. Prime tre bracciate tutto bene poi, più acqua che aria. Non ci siamo, penso. Altre tre bracciate e questa volta è più aria che acqua ma non è sufficiente ad evitarmi il rischio annegamento. Il sapore di cloro mi rimane in gola ma insisto ed anche se le spalle iniziano a farmi più male del previsto, insisto. I trentatrè metri della prima vasca li ho fatti, alzo la testa per vedere dov'è la Pupattola ma, tanto per cambiare, si è volatilizzata.Fare la seconda vasca, a questo punto mi sembra inutile, anche perché vengo ripreso immediatamente, a bassa voce (per fortuna), dalla bagnina che mi invita a non lasciare incustodita mia figlia. Fatto sta che Alice Ginevra la vedo seduta sul bordo con in braccio una tavoletta per nuoto. Si guarda attorno, cercando di capire come facciano gli altri bambini, molto più in età di lei, a divertirsi con dei lunghi salsicciotti che si lanciano a vicenda urlando a squarciagola. Esco dall'acqua come un tricheco albino, rischiando di abbagliare i frequentatori della piscina con il bianco lattiginoso della mia pelle che non aveva visto il sole, da quasi un anno. Raggiungo Alice Ginevra cercando di non cadere, di non scivolare sul bordo bagnato della piscina, mettendo in pratica tutte le mie doti di equilibrista. Mi ributto in acqua, nella parte dedicata ai bambini e, aprendo le braccia, la invito a non aver paura che tanto c'è babbo che la protegge, che l'aiuta.Fatto! Alice Ginevra ci prova ma, appena l'acqua le sfiora la pancia inizia nuovamente a sgambettare (eufemismo) ed a gridare che non vuole entrare in acqua poi, indica il divisorio tra le piscine ed è lì che la deposito.Entro nel lato profondo per assicurarmi che, nel caso perdesse l'equilibro, non mi affoghi cadendo in poco più di un metro e settanta d'acqua. Lei si fa tutta la piscina camminando sul bordo del muretto di separazione almeno tre volte e poi, si siede, mi allunga le braccia al collo e si fa prendere in braccio. La paura è vinta ed inizia a sfoderare sorrisi e gridolini di soddisfazione fino a che non raggiungiamo il bordo, una, due, tre volte. Poi via nella “piccola” e poi, nuovamente nella “grande”. E che ca... volo, Babbo non è di ferro, oppure lo è ed è decisamente arrugginito dopo un'ora di piscina.Sabrina si gode la scena, anche perché Athena Giada le sta dando un po' di respiro, dormendo beatamente nella sua carrozzina, mentre lei si gusta un'enorme “bomba al limone”. “Luca, era da quando ero piccola che non la trovavo più!” mi dice sventolandomi sotto il naso quello che resta di quel ghiacciolo a forma di palla, anzi meglio, quel bastoncino di legno con attaccato ancora un pezzettino di ghiaccio grande come un'oliva.Scivola ora il pomeriggio fino a che non scopriamo che per i bambini, in via eccezionale, solo per questo martedì, c'è un po' di intrattenimento tutto per loro. La preparazione della piadina.Alice Ginevra è entusiasta, mettere le mani nell'impasto, sbocconcellare la pasta cruda, tirarla con il mattarello e mangiare quello che lei ha preparato. Le due “professioniste” dell'intrattenimento insegnano come dosare la farina, lo strutto, l'acqua, il lievito.... “Il lievito?” Io e Sabrina inorridiamo. Sarà che lei da brava romagnola, da perfetta cuoca che ha fatto la sua prima piadina a cinque anni per tutta la famiglia e che continua tutt'ora a prepararla utilizzando la ricetta che si tramandano in famiglia da generazioni, solo a sentire nominare il lievito avrebbe voluto trascinare via la piccola ma poi, visto quanto si stava divertendo Alice Ginevra... ma sì, facciamo finta di non aver sentito niente, che quella parola sia semplicemente passata, così, en passant, fuggita lontano, sommersa dalla gioia della nostra Alice Ginevra con la bocca piena di pasta cruda e con gli occhi carichi di felicità.Il tramonto di questo martedì di Giugno allunga le ombre dei bambini attorno al lungo tavolo e i colori si scaldano mentre le narici si riempiono del profumo della piadina appena cotta che, sarà pur stata fatta con il lievito ma, sempre di piadina si tratta, imbottita del piacere che ti da vedere gli occhi pieni, traboccanti di spensieratezza che Alice Ginevra vive e ci regala.
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Questi biscotti, soffici e profumati, sono un bel modo per svegliare il mattino e godersi una dolce colazione, tutti insieme, Luca con il caffè, io con un cremosissimo cappuccino preparato da Luca e Alice Ginevra con il suo adorato latte, che sorseggia lentamente e puntualmente finisce giusto un attimo prima di indossare il suo trench e correre a scuola. E le mie parole sono sempre le stesse "Dai, che siamo in ritardo!"
BISCOTTI AL COCCO
Ingredienti:250 gr di farina 00100 gr di cocco essiccato110 gr di zucchero2 uova freschissime e grandi110 gr di burro (a temperatura ambiente)1 cucchiaino raso di lievito per dolci
In una ciotola capiente misceliamo la farina e il cocco. Aggiungiamo le uova, lo zucchero, il burro e il lievito. Mescoliamo amalgamando gli ingredienti e trasferiamo il composto su di una spianatoia dove continuiamo ad impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo.Lo avvolgiamo nella pellicola trasparente e lo lasciamo riposare in frigorifero per mezz'ora circa.Formiamo delle palline del peso approssimativo di 19-20 grammi ciascuna e le andiamo ad adagiare su una teglia da forno coperta dall'apposita carta da forno. La cosa importante è che siano ben distanziate le une dalle altre. Le schiacciamo leggermente con il dorso di un cucchiaio e prima di infornarle le spolverizziamo con il cocco.Le cuociamo in forno a 180 C per 15 minuti. Una volta pronti la loro superficie sarà lievemente dorata.
Inviato il 29 settembre a 06:02
Devono essere buonissimi questi biscottini; complimenti per le fotografie hai una famiglia splendida!