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La poesia di Marco Aragno

Creato il 21 dicembre 2010 da Fabry2010

di Antonio Sparzani
La poesia di Marco Aragno
Con l’impervio titolo Zugunruhe Marco Aragno, giovane ventiquattrenne napoletano pubblica con Lietocolle (collana Erato, € 10,00, prefazione di Franca Mancinelli) il suo primo volume di poesie, raccolte in cinque brevi sezioni, Millimetri luce, Zugunruhe, Illusioni notturne, Distanze e Ipocentri. Zugunruhe letteralmente vale inquietudine del muoversi, ansia di spostarsi, ma il movimento cui il titolo complessivo allude è quasi sempre sotterraneo; quella di Marco è una poesia in superficie quieta, che cela la sua ansia e la sua spinta al movimento in accenni discreti. Perfino l’ansia contenuta nel titolo è nascosta dalla parola tedesca.

Non invecchia nel sonno
il pensiero di venirti a cercare,
Stanotte la strada è bufera:
prima del giorno, qui non finirà.
Ma se a inizio mattino
il rosso del melograno riaffiora
al portone della tua casa
saprai quali convogli dal confine
trasalivano le ronde notturne
quali tracce ostinavano
il cacciatore ai bordi del buio.

Non grida il trattenuto verso di Marco, non insegue disperatamente, non esplode di gioie irrefrenabili. Ognuna delle cinque sezioni è aperta da un esergo proveniente da fonti saldamente classiche, ancorché eterogenee, Luzi, Ungaretti, Sereni, Montale, Paul Celan e io credo che in qualche modo si scorgano nella poesia di Marco, che pure qualche carattere acerbo ancora denuncia, le tracce di questa educazione sentimentale, di questo tirocinio forte e severo.

Gli Oleandri

Ancora lentamente usciamo qui
in questo mondo, usciamo dalle pale
di un ventilatore, dal suo sbuffo
quando tutto il sonno dell’ospedale
raccoglie il suo silenzio
nelle sedie verdi della sala d’attesa.
Ma troppo vaghe le mani, le porte
non hanno maniglie e qualcuno fugge
nel colore delle tende, nel rosso
degli oleandri che s’accende
dal fondo dei corridoi, in penombra,
se un po’ di vento riporta la vita.

Marco ha già alle spalle qualche successo editoriale, terzo posto al Premio Internazionale Mario Luzi del 2008, sezione inediti, e sue poesie sono già apparse nella rivista «Poeti e Poesia». E in effetti già sembra che egli segua un percorso, una linea di evoluzione, anche all’interno di questa raccolta, pur numericamente esigua (27 poesie). C’è spesso un tu nelle poesie di Marco: «… quel gesto / che ti fa chiara come le fontane / quando trasali nel vano della stanza / al suono della mia voce …», che si fa più vago verso la fine della raccolta: « … Così non torni, vaghi fuori di qui / sconosciuta, né ti riporta / il gesto che prolungo all’infinito / la mano che tendo inerte, …»

Personalmente ho letto e riletto la raccolta con molto piacere e conto che Marco prosegua questo suo percorso di ricerca interiore con crescente successo.



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