Con la sentenza emessa viene di fatto preclusa all’ex Premier la possibilità di candidarsi alle elezioni europee del prossimo maggio (nonostante l'affidamento ai servizi sociali, non ne viene scalfita l'agibilità politica, anche se, a dire il vero, la preoccupazione sulla potenziale successione sembra rimanere un problema ineludibile). Al di là dei meri aspetti giurisprudenziali, che lasciamo volentieri a coloro che lucrano da anni sulla figura dell’ormai ex Cavaliere, è già partita la speculazione, più mediatica che sostanziale, sul toto post-Berlusconi. La rincorsa di nomi che si susseguono ossessivamente, insieme ai borbottii e alle allusioni sui potenziali candidati capaci di sostituirne il nome a “dovere”, rispondono ad un’unica propedeutica caratteristica comune. Una rassegna di candidature a cui non debbono corrispondere, come sarebbe lecito aspettarsi in democrazia, competenze o qualità particolari, ma a cui viene invece richiesto, ben piantati in quella società dell’immagine e della nominazione che sublima, di portare il cognome del leader caduto momentaneamente in disgrazia. Non importa se il “legittimo” successore sia la primogenita Marina o l’avvenente Barbara, oppure ancora il rampollo Piersilvio, ciò su cui sembra non si possa proprio trascendere è che faccia parte della gens berlusconiana. Un concetto di democrazia padronale, dinastico, patrimoniale, come lo era la gestione del regno prevista dalla lex salica, che però si mescola oggi, pericolosamente, al concetto democraticamente pubblicitario di brand. Chi porta insomma il cognome dei Berlusconi fa ormai parte di un marchio pubblicitario, sponsorizzato da quello stesso popolo che è ancora disposto ad accordargli credito e fiducia.
La politica del marketing e il popolo che l’ha in-sediata.
Creato il 15 aprile 2014 da LostileliberoCon la sentenza emessa viene di fatto preclusa all’ex Premier la possibilità di candidarsi alle elezioni europee del prossimo maggio (nonostante l'affidamento ai servizi sociali, non ne viene scalfita l'agibilità politica, anche se, a dire il vero, la preoccupazione sulla potenziale successione sembra rimanere un problema ineludibile). Al di là dei meri aspetti giurisprudenziali, che lasciamo volentieri a coloro che lucrano da anni sulla figura dell’ormai ex Cavaliere, è già partita la speculazione, più mediatica che sostanziale, sul toto post-Berlusconi. La rincorsa di nomi che si susseguono ossessivamente, insieme ai borbottii e alle allusioni sui potenziali candidati capaci di sostituirne il nome a “dovere”, rispondono ad un’unica propedeutica caratteristica comune. Una rassegna di candidature a cui non debbono corrispondere, come sarebbe lecito aspettarsi in democrazia, competenze o qualità particolari, ma a cui viene invece richiesto, ben piantati in quella società dell’immagine e della nominazione che sublima, di portare il cognome del leader caduto momentaneamente in disgrazia. Non importa se il “legittimo” successore sia la primogenita Marina o l’avvenente Barbara, oppure ancora il rampollo Piersilvio, ciò su cui sembra non si possa proprio trascendere è che faccia parte della gens berlusconiana. Un concetto di democrazia padronale, dinastico, patrimoniale, come lo era la gestione del regno prevista dalla lex salica, che però si mescola oggi, pericolosamente, al concetto democraticamente pubblicitario di brand. Chi porta insomma il cognome dei Berlusconi fa ormai parte di un marchio pubblicitario, sponsorizzato da quello stesso popolo che è ancora disposto ad accordargli credito e fiducia.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
avere il terzo settore contro
Dal giardino di qualche villa privata qui intorno giunge copioso un profumo che ricorda quello di una macchia più meridionale con quel misto di eucalipto,... Leggere il seguito
Il 23 maggio 2015 da Plus1gmt
SOCIETÀ -
God Save the (Stupid) Queen…e famiglia reale
Per esser di gradimento al popolo britannico la famiglia reale dovrebbe continuare a essergli umanamente affine, non particolarmente intellettuale, anche un... Leggere il seguito
Il 21 maggio 2015 da Retrò Online Magazine
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Trovato il colpevole
Potevano lasciarsi sfuggire l'occasione? No, non potevano. L'immigrato tunisino, clandestino, sbarcato senza documenti coi barconi e arrivato al nord è un... Leggere il seguito
Il 21 maggio 2015 da Funicelli
SOCIETÀ -
Finito Berlusconi, l’Italia di Renzi diventa garantista
Il partito delle manette non tira più. La sinistra sembra cambiata. A combattere contro corruzione e politici è rimasto solo Beppe GrilloAlessandro Da RoldSarà... Leggere il seguito
Il 16 maggio 2015 da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Parzialmente libera
Il boss di casa nella redazione del giornale in terra di Camorra. La trasmissione televisiva (Mediaset) che si inventa gli scoop contro rom e immigrati. Leggere il seguito
Il 14 maggio 2015 da Funicelli
SOCIETÀ -
Mediaset, del Debbio: prima era la macchina del fango, adesso è la macchina...
Su Mediaset finti rom e musulmani pagati per fargli dire che rubano (di Mauro Munafò) Come si può alimentare una gigantesca campagna di odio etnico pe... Leggere il seguito
Il 13 maggio 2015 da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ