di Giacomo Dolzani
Secondo quanto riportato oggi dalla stampa turca, potrebbe esserci il conflitto in Siria dietro alle ragioni dell’attentato, avvenuto sabato scorso, contro i locali del personale dell’ambasciata turca a Mogadiscio.
L’attacco, rivendicato dal gruppo terrorista somalo al-Shabaab, vicino ad al-Qaeda, che ha fatto tre feriti ed una vittima tra le guardie turche della sede diplomatica. potrebbe essere proprio una conseguenza della presa di distanza del premier turco, Recep Tayyip Erdogan, dal Fronte al-Nusra; come dice in un’intervista al quotidiano Zaman Online, Sedat Laciner, rettore dell’Università 18 Marzo di Canakkale: “All’inizio la Turchia ha avuto rapporti stretti con al-Nusra, con il quale ha cooperato. Ma dopo le dure prese di posizione dell’Occidente contro il Fronte, Ankara ha realizzato che doveva rompere i rapporti. L’attacco potrebbe quindi essere un monito al governo turco”.
Dietro a molti gruppi ribelli siriani che combattono il presidente Bashar al-Assad c’è infatti la mano di organizzazioni terroristiche internazionali come proprio al-Qaeda, di cui al-Nusra altro non è che una succursale che lotta per rovesciare il governo attuale ed instaurare la legge islamica in Siria.
Buona parte dei componenti dell’Esercito Libero che combattono contro le forze regolari di Damasco sono infatti simpatizzanti di questi gruppi fondamentalisti, dai quali spesso ricevono armi e rifornimenti e che, se al-Assad dovesse soccombere, si ritroverebbero al governo del paese.
Non è quindi un’ipotesi così remota che l’ambasciata turca sia stata attaccata da un gruppo jihadista somalo come al-Shabaab per conto di altri terroristi che combattono una guerra con le stesse finalità.