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La primavera berlinese del ’45

Creato il 21 settembre 2012 da Simodisordina @simodisordina

La primavera berlinese del ’45Un bambino può nascere storpio, può nascere nel bel mezzo di una guerra civile e, mentre la mamma è cosce aperte all’aria, dei mercenari buttano giù la porta di casa con il babbo che non si regge in piedi per la fame. Un bambino può crescere a Scampia, può crescere guardando tutti i giorni quei programmi con i cartoni dove i conduttori parlano con la vocina flebile ed effeminata. Un bambino puo avere un padre che dice alla madre: “toglimelo da davanti a queste stronzate di trasmissioni che me lo fanno diventare frocio”. Un bambino può rimanere scioccato guardando una puntata di Porta a Porta con La Russa, un bambino può innamorarsi della Santanchè, una bambina no, invece, non può, non dovrebbe, non è sano. Un bambino può avere padri porci, mamme che vogliono usarlo per testare il micronde che hanno regalato gli zii per il matrimonio, un bambino può essere juventino, un bambino può essere tagliato e poi può venduto a pezzetti per aiutare altri bambini più ricchi e fortunati con genitori etero, un bambino può ritrovarsi a fare il chirichetto nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Un bambino può appassionarsi a youporn, può imparare a usare un kalašnikov molto prima dell’ iphone 5, del resto si sa, un arma rende virili, un bambino può essere vestito da marinaretto per partecipare a un aperitivo per azionisti Mediobanca, un bambino può cadere dal passeggino, un bambino può non avere un passeggino. E’ per questo e per mille altre possibilità combinatorie del destino che, nonostante scandalo sanità, questione ILVA, aperture a Casini, affiderei a occhi chiusi un figlio a Vendola e al suo compagno, o forse no, devono mettersi in fila. Forse, ci sono tante coppie omosessuali più meritevoli. Questo perchè la pedagogia e i presunti ordini di natura non tengono conto del disordine assoluto della vita, un disordine che può rendere inferno il paradiso e paradiso l’inferno. Le pedagogie della ricerca della perfezione non hanno nessun fondamento empirico se non il combaciare del pene con la vagina e le miracolose risultanze dell’atto. Le pedagogie della perfezione in questo mondo non formano nessuno, perchè fuori dalla realtà, dall’infinità diversità di ogni esperienza di vita, e quando ci sono riuscite hanno generato mostri. Mi viene subito in mente la gioventù hitleriana, che nella primavera del ’45 fu mandata da padri e madri etero/ariani a morire tra le macerie di Berlino ponendo il loro futuro e il loro giovane corpo a proteggere una malsana idea di perfezione dai razzi Katiusca sovietici. Nel momento del crollo finale di un mondo, dei bambini disarmati dovevano combattere contro dei razzi di questo tipo, e lo facevano perchè qualcuno gli aveva insegnato che avrebbero vinto, perchè erano nati da madri e padri di una razza superiore e cresciuti nel modo in cui deve crescere una razza superiore. Forse, tutto ciò è davvero un argomento complicato, sicuramente Giovanardi, Casini e il Cardinal Bagnasco non hanno le doti e le inclinazioni da pedagogo di un Goebbels, e magari possono addirittura capire che il senso è nel non imporre opinioni e comportamenti a nessuno ma solo dare opportunità di vivere al meglio quel che si può. Magari Vendola riuscirà a spiegarglielo. Del resto è tutta una questione di ottiche, di modi di vedere le cose, alcuni scelti, altri capitati per puro caso, io, ad esempio, porto gli occhiali ma se dovessi rinascere li vorrei riportare un’altra volta.


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