La lista ha la pretesa di descrivere tutti i papi (compresi alcuni antipapi) partendo da Celestino II (eletto nel 1143), e si conclude con un papa descritto come “Petrus Romanus” il cui pontificato, secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città di Roma.
La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuisce la lista a San Malachia, vescovo di Armagh nel XII secolo. Secondo la versione tradizionale, nel 1139, Malachia fu chiamato a Roma da Papa Innocenzo II. A Roma Malachia ebbe una visione di futuri papi; Malachia riportò la visione, con una sequenza di passaggi criptici, in un manoscritto dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu depositato negli Archivi Vaticani e successivamente dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1590.
Dall’altra parte, è stato rilevato che nella biografia di Malachia scritta da Bernardo di Chiaravalle non ci sono menzioni della profezia; e non ci sono citazioni della profezia prima della sua pubblicazione nel 1595. Molti, compresa l’ultima edizione della Enciclopedia Cattolica, suggeriscono che la profezia sia un falso del XVI secolo; alcuni hanno suggerito che sia stata realizzata dal falsario umbro Alfonso Ceccarelli attorno al 1590.
Alcuni hanno suggerito che sia stata creata da Nostradamus e attribuita a Malachia perché un veggente non sarebbe stato attaccato per aver profetizzato la distruzione del papato. I sostenitori della profezia, come lo scrittore John Hogue, sostengono che sebbene l’autore della profezia sia incerto, le predizioni restano valide.
Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 111 (o 112, a seconda delle versioni) futuri pontefici attraverso un “motto”; i motti vanno da papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, descrivendo il destino dei papi e della Chiesa Cattolica. Non tutti i “motti” hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare, nello scorso secolo, si è sottolineata la precisione dei motti anteriori al 1600 (cioè anteriori alla comparsa della presunta profezia) e la minore precisione di quelli successivi. Tuttavia l’avvicendarsi di quelli che secondo la profezia sarebbero gli ultimi papi dei tempi (secondo alcune interpretazioni papa Benedetto XVI sarebbe il penultimo), ha riportato l’attenzione su questa profezia.
Analisi ed ipotesi:
L’emblematica figura di San Malachia sarà sicuramente nota agli appassionati di argomenti che riguardano fenomeni paranormali, stregoneria e antiche profezie. Ma i comuni mortali, spesso invasi da miti e leggende riguardanti le profezie Maya sul 2012, tendono a focalizzare la loro attenzione sui fenomeni mediatici attuali credendo che siano trovate sempre nuove e dimenticando o ignorando che invece le profezie sul futuro dell’umanità hanno sempre accompagnato la storia dell’uomo sin dagli albori.
San Malachia, infatti, non è un personaggio uscito da un mito popolare, ma bensì un arcivescovo e abate irlandese titolare dell’arcidiocesi di Armagh, vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo. Tale personaggio è noto, oltre per il compimento di diversi miracoli, per essere stato ai suoi tempi un grande profeta. Nel 1590 fu infatti ritrovato presso labiblioteca di Chiaravalle un testo pubblicato dal monaco Benedettino, Arnold Wion, chiamatoLignum Vitae. All’interno del testo è presente una lista che Wyon attribuisce a San Malachiae che compone la famosa”Profezia dei Papi” composta dal santo intorno al 1140 e riguardante l’indicazione in sequenza di eventi e successioni papali fino alla fatidica distruzione della Chiesa di Roma. La Profezia si compone di 112 frasi brevi in latino e descrive la successione di tutti papi (e relativi antipapi) partendo da Celestino II (1143) fino ad arrivare ad un certo Petrus Romanus che sarà l’ultimo dei papi e porrà fine alla Chiesa di Roma.
La frase tradotta dal latino recita infatti cosi: “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia“.
La caratteristica delle profezie di Malachia è che queste si riferiscono ai luoghi di provenienza dei pontefici, a caratteristiche dei loro pontificati e agli stemmi di famiglia. L’identificazione con le reali successioni papali infatti, è venuta sorprendentemente naturale. “Ex Castro Tiberi“, add esenpio, fu il primo motto, coniato dal frate Irlandese per designare il suo primo Papa predetto, ovvero Papa Celestino II (1143-1144), la profezia, quantomeno a posteriori, si rivela facilmente decodificabile, poichè traducendo dal latino, abbiamo Castello del Tevere e, infatti, il Pontefice nacque a Città di Castello (Umbria), un piccolo villaggio sulle sponde del fiume Tevere. Altre previsioni, se possibile sono ancora di più facile identificazione, si pensi al motto utilizzato“Lilium e Rosa” (Il giglio e la rosa) per indicare Papa Urbano VIII(1623-1644), indicante la città di nascita del nuovo Papa,ovvero Firenze, il cui simbolo è il giglio. Inoltre, un giglio ed una rosa sarebbero state parti dello stemma di Maffeo Barberini( nell’immagine sotto in un ritratto del Caravaggio).
Vediamo, inoltre, le presunte descirzioni per i Pontefici più vicini a noi:
105° Papa Pio XI (1922-1939) – Motto “Fides intrepida“ Si trattò di un Pontefice che intrepidamente non si piegò a Stalin, Mussolini, e Hitler, subendo, come emerge dalla recente pubblicazione di documenti vaticani, fortissime pressioni da questi ultimi due. Nel ’37 pubblicò l’enciclica Mit Brennender Sorge per denunciare il razzismo e l’antisemitismo nazista. Da qui il motto, leggittimo, di “Fede intrepida” 106° Papa Pio XII (1939-1958) – Motto “Pastor Angelicus“ Il cognome di Pio XII è Pacelli che, come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire “Pace del Cielo” e pertanto viene collegato alla profezia. In vita fu anche soprannominato Pastor Angelicus. 107° Papa Giovanni XXIII (1958-1963) – Motto “Pastor et Nauta“ Prima di venire eletto Pontefice, il Papa Buono, così come ricordato nella tradizione popolare, fu patriarca di Venezia da cui “pastore e marinaio”. 108° Papa Paolo VI (1963-1978) – Motto “Flos florum“ Papa Montini era il “fiore dei fiori”, e infatti la famiglia Montini aveva tre gigli nel proprio stemma. Incredibile continua ad apparire la capacità profetica del monaco Irlandese. 109° Papa Giovanni Paolo I (1978) – Motto “De medietate lunae“ La Profezia di San Malachia (“della metà della luna”) sembra aver profetizzato la prematura fine del del pontificato di Papa Luciani, rimasto in carica per appena poco più di un mese, 33 giorni (periodo medio di una luna) iniziò e terminò quando la Luna era visibile esattamente a metà! 110° Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) – Motto “De labore solis“ “della fatica del Sole”,, la definizione felice per indicare Papa Wojtyla, rifacendosi al fatto che l’amato Papa Polacco nascesse e morisse, in entrambe le occasioni, in un giorno di eclisse solare. Bisogna anche precisare che in latino “labor”, letteralmente “fatica, lavoro”, significa anche “eclisse”. Altra possibile chiave di lettura potrebbe riguardare il luogo di nascita di Papa Giovanni Paolo II, nato a Cracovia, città dove l’astronomo Copernico cerco’ di dimostrare che la terra gira intorno al sole. Arrivando, infine, all’attuale Papa Benedetto XVI, il 111°, anche se il motto utilizzato, probabilmente, può celare altri riferimenti, attualmente, non ancora colti. 111° Papa Benedetto XVI (2005-regnante) – Motto “De gloria olivae“ Il motto di Papa Ratzinger, “la gloria dell’olivo”, apparentemente, rimanda agevolmente al nome Benedetto, poiché i membri dell’ordine benedettino sono anche noti come “monaci olivetani“, il cui stemma è proprio un ramo d’olivo. Altra sorprendente constatazione legata al fatto che il Pontefice Tedesco sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo Pasquale, periodo notoriamente sotto il segno dell’ulivo.Sono molto contraddittorie invece, le interpretazioni su chi possa essere il temuto Pietro il Romano: secondo i calcoli derivati dal conteggio, l’ultimo papa sarebbe proprio Benedetto XVI, ma la tesi contradditoria sostiene che la tradizione papale non permette ai pontefici di assumere il nome di Pietro. La coincidenza vuole però che la figura di Pietro il Romano coincida, invece, con quella dell’attuale camerlengo Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese. Ma allora qual’ è la verità? Purtroppo non possiamo saperlo, lo studio del testo di Malachia è ancora aperto e le teorie che ne contestano l’autenticità sono molte. Solo il tempo potrà fornirci le giuste risposte.
Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa regnerà Petrus Romanus (Pietro Romano), chi darà da mangiare e fedele in mezzo a tante sofferenze. Dopo di che, la città dei sette colli sarà distrutta e il giudice temuto giudicherà il suo popolo. Fine. Crescente alienazione dell’uomo da Dio, il popolo e del cosmo attraverso il piombo Purtroppo, sotto la secolarizzazione corrente, profonda e sempre più difficile crisi morale e spirituale. Da un lato, ogni uomo vuole espandere il proprio dominio sugli altri campi e del mondo, d’altra parte, ogni uomo è assalito da stato mentale (nevrotico) a causa della proprii1 crescente passione. Espande default in crisi sociale, assistendo con stupore oggi per ottenere un fenomeno della criminalità crescente disumanizzazione furiosi rapporti interpersonali (l’inganno, la violenza ed erotismo). Ma le conseguenze del peccato originale e ripete amplificati e causare gravi danni nel piano cosmico. Deist concezione secondo la quale Dio è separato dal mondo di causa e di separazione (le avversità), l’uomo dal cosmo.Questo modo di pensare dualistico “ha dato luogo a strutture di dominio e gli schemi che favorivano lo sfruttamento spietato della natura da parte dell’uomo.” L’uomo ha utilizzato la tecnologia per soddisfare il loro appetito appassionata, interferendo e irresponsabile nel creare armonia tra la creatura e ogni divisione. Squilibrio introdotte dall’uomo nella natura, dato che continua l’attuale ritmo di secolarizzazione e l’inquinamento, tende ad includere l’intero pianeta e inghiottire tutti in un enorme cimitero. Oggi l’uomo autonomo, vuole sostituire le cose naturali (frutta, fiori, paesaggi, fenomeni) Dio ha creato la simulazione artificiale delle loro qualità sensibili che danno lo stesso effetto apparentemente sensi. L’uomo prende la sua auto ateo e autonomia al suo apice, cercando di soddisfare i suoi piaceri sensuali con prodotti che sono solo il suo lavoro.E ‘quasi ha creato tutto l’arsenale necessario di paradiso artificiale che non avrebbe bisogno né di Dio né il prossimo, né la natura e il cosmo. E se l’uomo continuerà in questa direzione, il diavolo sarà completa vittoria su di lui, e lo stato di schizofrenia e l’alienazione dell’uomo sarà piena. Reagendo a questa mentalità occidentale secolarizzata autonoma è apparso in una serie di organizzazione attuale e di pace e ambientale che promuove non solo alcuni impulsi elevarlo al fenomeno di uomo distruggere la natura, ma (che è più sottile) una ideologia neopagana tutta, uno strano miscuglio di tutte le religioni e filosofie che si propone come la religione del mondo futuro. Far sostenere una teoria coerente formale, i movimenti hippy, flower power, New Age, è una miscela confusa comprendente scientismo occidentale e dell’estremo oriente il culto misticismo, teosofia, occultismo e la natura.Non c’è da stupirsi che tra i seguaci di questo movimento, oltraggiato e frustrato dalla noia e la monotonia della vita interiore e sociale anomalo esplorazione tendenza novembre esistenziale delle aree conosciute o extrasenzoriale2 esperienze paranormali. Ma queste esperienze non hanno alcun fondamento spirituale cristiana. Alcune di queste esperienze oggi più popolari sono esclusivamente il dominio della fantasia e della truffa economica, un’altra parte del occulto e demonismo, e, infine, un’altra parte della patologia (e spesso intrecciate). Quindi troviamo mescolati in queste varie esperienze e pratiche di incantesimi e suggestione ipnotica, e spesso anche usare la musica e le droghe psichedeliche. Ma le esperienze paranormali che non potrà mai portare la vita eterna e la vera felicità umana non arriva se non attraverso l’esperienza spirituale dell’amore di Gesù Cristo, Dio – l’uomo e gli altri, l’amore non può essere acquisita, ha vissuto correttamente e continuamente migliorati rispetto Chiesa. Se la rottura West “illuminista” di sacro e profano, la vita religiosa (privato) e scientifico (pubblico), ha creato la prospettiva di un’antitesi tra l’uomo e il cosmo, nella cultura dell’Oriente cristiano ortodosso lievito la pasta e fondò la dimensione liturgica il mondo dice di no antitesi, ma la solidarietà tra uomo e natura, tra uomo come sacerdote della creazione e della Chiesa mondiale. ”Mi ritengono necessarie per la nostra civiltà per tornare alla concezione secondo cui la superiorità umana rispetto al resto della creazione si trova ragione non solo loro hanno, ma nella sua capacità di comunicare, cioè di creare rapporti in modo tale che ogni essere in parte essere rilasciato da egocentrismo e dei suoi limiti e di relazionarsi con qualcosa che va oltre il proprio sé,. l’Uno ‘oltre’ il mondo a Dio “ Salvare l’umanità e la crisi mondiale in cui le lotte di oggi non può venire, poi, che il Salvatore Gesù Cristo e la Chiesa Dreptmaritoare. Teologia ortodossa, come alcuni e Sant’Atanasio il Grande, Massimo il Confessore e Gregorio Palamas dice che senza Gesù Cristo non possiamo fare nulla. Unica vera unione con Lui attraverso i sacramenti della Chiesa, lavoriamo con Lui nella nostra salvezza e nel mondo. Teonoma ortodossa cosmologia non solo ha il merito di panteismo e deismo superare sia mondo pagano e laica come il Logos divino dice lavoro febbrilmente nel mondo e la Chiesa “grazia divinizza tutti”, ma il mondo contemporaneo e offre l’unica soluzione Uscita di crisi ecologica. Mistero di salvezza si trasforma così in Cristo il mistero della materia. E questo è portato alla perfezione dallo Spirito Santo che soddisfa tutti. La salvezza che ci ha portato dal nostro Salvatore Gesù Cristo ha dimensione cosmica perché ha redento il mondo ha costruito per il suo buon Dio – Padre, e insieme – lo Spirito Santo. Cosmos è quindi, secondo l’insegnamento ortodosso, una logica e una finalità eucaristica. Universe è stato chiamato da Dio ad esistere come partecipante meravigliosa e infinita liturgia cosmica. La gente ha ricevuto un dono di Dio per il lavoro (trasformazione), il cosmo è destinato ad essere da loro offerti, a sua volta al Maestro di tutto ciò che il sacrificio, il dono di gratitudine alla Chiesa, e posto davanti la grazia dell’Onnipotente afierosit Spirito Santo . E, la pienezza del tempo di questo mondo, Dio sarebbe tornata cambiata e la gente si trasfigurato il suo regno in un nuovo cielo e la terra nuova, piena di luce e di grazia. Corpo risorto del Creatore carne brillerà attraverso tutto il reale e gloriosa come il centro di attrazione cosmica e di culto che attira a sé tutta la ineffabile inestinguibile. Ecco cosa dice la Rivelazione su questo libro (Apocalisse) nei capitoli 21 e 22: “E vidi nuovi cieli e nuova terra. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa per il suo sposo, con la gloria di Dio.. E vidi il tempio in essa, per il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio. E la città non ha bisogno di sole o di luce in luce, la luce la gloria di Dio e la sua lampada è l’Agnello. E il trono di Dio e dell’Agnello sarà in esso ei suoi servi lo serviranno. E vedere la sua faccia e il suo nome sarà sulla loro fronte. E non ci sarà notte, e senza bisogno di luce di una lampada o di luce solare, perché il Signore Dio sarà la loro luce, e regneranno nei secoli dei secoli. “ A. Rimprovero della coscienza dell’uomo contemporaneo tormentato lottando per superare le crisi solo facendo appello allo psichiatra e psicoanalista, evitando la chiesa e sacramento della Confessione. Ma può davvero semplici catene di conforto umano privi dei loro peccati? Due. Leggi la stregoneria, bioenergia, radiesthesy, parapsicologia, medianità, Christian yoga (il nome stesso contiene una bestemmia, non avendo nulla di cristiano yoga), ecc. Questi put ideologica in circolazione non solo alcuni vanità esoteriche dell’antico paganesimo che la speranza a lungo sepolti, ma un misticismo malato dominato da ignoranza (in termini di cultura cristiana) e uno stato di paura (apocalittico) la natura dell’occulto. Tre. La maggior parte delle sette evangeliche e dei movimenti “carismatico” porta con sé la dottrina escatologica, da un lato una concezione fatalistica, imbevuti di vista sulla fine del mondo attuale violenta, che annulla qualsiasi ottimismo trasfigurante del concepimento e dall’altro una concezione puramente materialistica e eccitato, che favorisca il rinnovamento del mondo da inserire facilmente la Terra in una nuova situazione stellare. E qui vediamo l’opposizione occidentale deismo al panteismo orientale. Fonte
Tutte le 112 Profezie di Malachia:
1 Ex Castro Tiberi
Celestino II (1143-1144)
Il motto sembra alludere al paesino di origine di questo papa: nacque a Città di castello sul Tevere.
2 Inimicus expulsus
Lucio II Caccianemici (1144-1145)
Il motto potrebbe avere due spiegazioni: l’allusione al cognome (Inimicus) e la brutale fine di questo papa, che morì colpito da una pietra mentre veniva espulso dal Campidoglio.
3 Ex magnitude montis
Beato Eugenio III (1145-1153)
Pietro Pignatelli, nativo di Montemagno (Pisa), racchiude nel paese di origine il significato del motto.
4 Abbas Suburranus
Anastasio IV (1153-1154)
Corrado Suburri fu abate di S. Rudo.
5 De ruro albo
Adriano IV (1154-1159)
Nicholas Breakspear fu il solo Papa nato in Inghilterra, a Saint Albany. Il motto deriverebbe dalla città di nascita.
6 Ex tetro carcere
Antipapa Vittore IV
Gregorio Conti era Cardinale di S. Vittore, noto carcere milanese.
7 Ex ansere custode
Alessandro III (1159-1181)
Rolando Papero Bandinelli. Probabilmente il motto fa riferimento al cognome del pontefice, che si oppose duramente al Barbarossa, in quanto anser in latino significa “anatra”.
8 De via Transtibertina
Antipapa Pasquale III
Guido da Crema ricoprì il ruolo di Cardinale in S. Maria in Trastevere (Transtibertina).
9 Lux in ostio
Lucio III (1181-1185)
Ubaldo Allucignoli fu Cardinale di Ostia. Nel motto appare chiaro il riferimento sia al nome papale, sia al cognome di origine, sia alla cittadina di Ostia.
10 De Pannonia Tusciae
Antipapa Callisto III.
Cardinale di Tuscolo, proveniva dall’Ungheria, che anticamente faceva parte di una vasta regione denominata Pannonia.
11 Sus in cribo
Urbano III (1185-1187)
Uberto Crivelli aveva nel proprio stemma l’immagine di un maiale (sus). La parola cribo, inoltre, sembra alludere in qualche modo al cognome Crivelli…
12 Ensis Laurentii
Gregorio VIII (1187)
Alberto Mosca era Cardinale di S. Lorenzo in Lucina. Nel suo stemma campeggia una spada (ensis)
13 De schola Exiet
Clemente III (1187-1191)
Paolo Scolari, Vescovo di Palestrina. Il riferimento al cognome è evidente.
14 De rure bovense
Celestino III (1191-1198)
Giacinto Orsini della Casata dei Borbone.
15 Comes signatus
Innocenzo III (1198-1216)
Giovanni Loterio dei conti di Tuscolo da Segni.
16 Canonicus de latere
Onorio III (1216-1227)
Cencio Savelli, canonico in Laterano.
17 Avis ostiensis
Gregorio IX (1227-1241)
Ugolino dei conti di Tuscolo da Segni, Cardinale di Ostia. Nel suo stemma appare un’aquila (avis)
18 Leo Sabinus
Celestino IV (1241)
Goffredo Castiglioni di Milano, Vescovo di Sabina Anche in questo caso nello stemma c’è un leone.
19 Comes Laurentius
Innocenzo IV (1242-1254)
Sinibaldo dei conti Fieschi, già cardinale di S. Lorenzo in Lucina.
20 Signus Ostiense
Alessandro IV (1254-1261)
Rinaldo dei conti di Segni, Cardinale di Ostia
21 Jerusalem Campaniae
Urbano IV (1261-1264)
Giacomo Troyes Pantaleone, nativo della Champagne e patriarca di Gerusalemme, eletto papa ancor prima di essere nominato cardinale.
22 Drago depressus
Clemente IV (1261-1264)
Guido le Gros di Saint Gilles. Nel suo stemma vi è un’aquila che tiene stretta tra gli artigli un grosso drago.
23 Anguineus vir
Gregorio X (1271-1276)
Teobaldo dei Visconti di Piacenza. Malachia lo indica come “uomo del serpente” (anguineus vir) perché nel suo stemma campeggia in evidenza un serpente.
24 Concionator gallus
Innocenzo V (1276)
Pietro di Parantasia, di origine francese (gallus) malgrado i soli cinque mesi di pontificato è unanimamente ricordato come un uomo di chiesa probo ed eccellente predicatore (concionator)
25 Bonus Comes
Adriano V (1276).
Ottobono de’ Conti Fieschi morì prima di essere incoronato papa. Bonus da Ottobono?
26 Piscator tuscus
Giovanni XXI (1276-1277)
Pietro di Giuliani, famoso medico e filosofo, Cardinale di Tuscolo. Il suo nome di battesimo era quello del famoso pescatore, primo papa della Chiesa cattolica.
27 Rosa Composita
Niccolò III (1277-1280)
Nello stemma di Giangaetano Corsini appariva una rosa. Egli fu poi soprannominato “compositus” perchè nel corso del suo pontificato si impegnò sopratutto nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca.
28 Ex telonio liliacei Martinii
Martino IV (1281-1285)
Simon de Brie, canonico e tesoriere di S.Martino di Tours in in Francia. Nel suo stemma vi erano rappresentati alcuni gigli.
29 Ex rosa leonina
Onorio IV (1285-1287)
Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose.
30 Picus inter esca
Niccolo IV (1288-1292)
Il motto relativo a Gerolamo di Ascoli Piceno non è ben chiaro. L’unico accenno plausibile potrebbe essere quello alla città natale (picus).
31 Ex eremo celsus
Celestino V (1294)
Pietro Anglerio da Morrone fu eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini.
32 Ex undarum benedictione
Bonifacio VIII (1294-1303)
Benedetto Caetani. Il motto si riferisce al suo nome di battesimo ed al suo stemma nel quale figurano delle onde marine.
33 Concionator patarens
Benedetto XI (1303-1304)
Nicolò Baccasini era nato a Patara e apparteneva all’ordine dei predicatori (concionator)
34 De fascis aquitanicis
Clemente V (1305-1314)
Lo stemma di Bertrand de Got è costituito da fasce parallele. Sotto il suo pontificato avvenne il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, vicino all’Aquitania.
35 De sutore orseo
Giovanni XXII (1316-1334)
Giacomo Duése era figlio di un umile calzolaio.
36 Corvus schismaticus
Antipapa Nicolò V.
Pietro Rinalducci, originario di Corvaro, fu tra i maggiori responsabili dello scisma d’Occidente.
37 Frigidus Abbas
Benedetto XII (1334-1342)
Giacomo Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero di Fontanafredda.
38 Ex rosa atrebatesi
Clemente VI (1342-1352).
Pietro Roger di Beaufort fu vescovo di Arras ed aveva un emblema con sei rose.
39 De montibus Pammachii
Innocenzo VI (1352-1362)
Nell’emblema di Stefano Aubert campeggiano sei montagne. Egli fu eletto papa mentre era cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato “Pammacchio”.
40 Gallus vicecomes
Urbano V (1362-1370)
Guglielmo Grimoard, francese (gallus), fu Nunzio (comes) presso i Visconti di Milano.
41 Novus de Virgine fortii
Gregorio XI (1370-1378)
Nipote di Clemente VI, Ruggero di Beaufort fu Cardinale di Santa Maria Nuova (Virgine)
42 De cruce apostolica
Antipapa Clemente VII
Cardinale dei dodici apostoli. Il suo emblema raffigurava una grossa croce.
43 Luna cosmedina
Antipapa Benedetto XIII
Pietro de Luna, fu eletto papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin.
44 Schismo barcinonicum
Antipapa Clemente VIII
Canonico di Barcellona (barcinonicum) fu fautore di una politica volta a consolidare lo scisma.
45 De inferno pregnani
Urbano VI (1378-1389)
Bartolomeo Prignano, napoletano, nacque in una località denominata “inferno”.
46 Cubus de mixtione
Bonifacio VII (1389-1404)
Lo stemma di Pietro Tommacelli era costituito da cubi.
47 De miliore sidere
Innocenzo VII (1404-1406)
Il motto si riferisce al cognome di Cosma Migliorati ed al suo stemma recante una stella.
48 Nauta de Ponte Nigro
Gregorio XII
L’espressione nauta (marinaio-barcaiolo) viene usata da Malachia per disegnare i papi che provenivano dalla città di Venezia. Angelo Corrier infatti era nato a Venezia ed era stato Cardinale Commendatario di Negroponte.
49 Flagellum solis
Antipapa Alessandro V
Pietro Filargiro aveva uno stemma in cui campeggiava un sole splendente. Malachia lo indica come flagellum perchè contribuì ad aggravare e radicalizzare lo scisma del papato.
50 Cervus Sirenae
Antipapa Giovanni XXIII
Baldassarre Cossa era nato a Napoli, città il cui emblema è rappresentato dalla sirena Partenope, ed aveva nello stemma l’immagine di un cervo.
51 Corona veli aurei
Martino V (1417-1431)
L’emblema di Ottone Colonna era una corona dorata.
52 Lupa coelestina
Eugenio IV (1431-1447)
Il simbolo di Gabriele Condolmer, canonico della compagnia dei Celestini, era una lupa.
53 Amator Crucis
Antipapa Felice V
Lo stemma di casa Savpia di cui Amedeo VIII era principe è una croce rossa su campo bianco. L’espressione amator si riferisce probabilmente al tormento interiore ed alle accese controversie che accompagnarono questo papa in tutto l’arco del suo antipontificato.
54 De modicitate lunae
Niccolò V (1447-1455)
Tommaso Parentuccelli era nato a Luni di Sarzana ed apparteneva ad una famiglia molto povera (modicitate).
55 Bos pascens
Callisto III (1455-1458)
Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo.
56 De capra et albergo
Pio II (1458-1464).
Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei Cardinali Capranica e Albergatti.
57 De cervo et leone
Paolo II (1464-1471)
Pietro Barbo era stato Cardinale di San Marco Evangelista (che ha per simbolo un leone alato) e Commendatario della Chiesa di Cervia.
58 Piscator minorita
Sisto IV (1471-1484)
Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore.
59 Praecursor Siciliae
Innocenzo VIII (1484-1492)
Giovanni Battista Cybo visse alla corte del re di Sicilia.
60 Bos Albanus in portu
Alessandro VI (1492-1503)
L’emblema di Rodrigo Borgia era um bue. Egli fu Cardinale e Vescovo di Albano e Porto.
61 De parvo homine
Pio III (1503)
Francesco Todeschi. Il motto farebbe riferimento al cognome materno Piccolomini.
62 Fructus Jovis juvabit
Giulio II (1503-1513)
L’emblema di Giuliano della Rovere era una quercia che nell’antichità veniva ritenuta albero sacro a Giove.
63 De craticule Politiana
Leone X (1513-1521)
Il nome del padre di Giovanni de’ Medici era Lorenzo, santo martirizzato sulla graticola.
L’espressione Politiana deriverebbe invece da Angelo Poliziano di cui egli fu discepolo.
64 Leo florentius
Adriano VI (1522-1523)
Adriano Florentz di Utrecht, ultimo papa non italiano prima di Wojtyla, aveva come stemma un leone.
65 Flos pilae
Clemente VII (1523-1534).
Giulio de’ Medici, fiorentino, aveva nel proprio stemma una palla attorniata da gigli.
66 Hyacinthus medicorum
Paolo III (1534-1549)
Alessandro Farnese, cardinale dei SS. Cosma e Damiano, aveva gigli nel suo stemma.
67 De corona montana
Giulio III (1550-1555).
Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Il suo emblema raffigurava due corone.
68 Frumentum floccidum
Marcello II (1555)
Marcello Cervini nacque a Montepulciano. Il suo stemma raffigura un cervo e del frumento. Qui l’aggettivo floccidum sta ad intendere la breve durata del suo pontificato di solo 23 giorni. Egli fu l’ultimo Papa a non cambiare nome all’atto dell’elezione; egli così confermò un’altra leggenda, la quale vuole un pontificato brevissimo per i Papi che conservano il proprio nome.
69 De fide Petri
Paolo IV (1555-1559)
Giampietro Carafa fu promotore del Tribunale della Fede. Il Petri ricorda la “pietra” su cui fu fondata la chiesa.
70 Aesculapii pharmacum
Pio IV (1559-1565)
Giovanni Angelo de’ Medici. Il motto sembra derivare dal cognome della casata. Esculapio, infatti, era considerato il dio della medicina e primo medico della storia.
71 Angelus nemorosus
Pio V (1566-1572)
L’aggettivo nemorosus (boscoso) starebbe ad indicare il luogo di nascita (Bosco in provincia di Alessandria) di Michele Ghisleri.
72 Medium corpus pilarum
Gregorio XIII (1572-1585)
Ugo Boncompagni, passato alla storia come l’ideatore del Calendario Gregoriano, aveva nello stemma un mezzo drago e due sfere.
73 Axis in medietate signi
Sisto V (1585-1590).
Felice Perretti aveva come stemma un leone diviso a metà da un’ascia.
74 De rori coeli
Urbano VII (1590)
Il motto potrebbe derivare dal fatto che Giovanbattista Castagna fu Arcivescovo di Rossano, cittadina nella quale tradizione si dice fosse caduta la manna dal cielo.
75 De antiquitate urbis
Gregorio XIV (1590-1591)
Nicola Sfrondati proveniva dall’antica cittadina di Cremona. Ma sarà davvero questo che Malachia intendeva?
76 Pia civitas in bello
Innocenzo IX (1591)
Il motto sembra indicare il ruolo di sostegno del suo pontificato in un periodo storico caratterizzato da cruente guerre.
77 Crux romulea
Clemente VIII (1592-1605)
Ippolito Aldobrandini apparteneva ad una nota famiglia originaria di Roma ma da tempo radicatasi a Firenze. Nel suo stemma campeggia una croce romana.
78 Undosus vir
Leone XI (1605)
Il motto si riferisce probabilmente alla brevissima durata del suo pontificato, ma è solo un’ipotesi.
79 Gens perversa
Paolo V (1605-1621)
Camillo Borghese pare avesse cambiato (perversum) il suo cognome (gens) da laico.
80 In tribulatione pacis
Gregorio XV (1621-1623).
Alessandro Ludovisi, istitutore della “Propaganda Fide“, nel corso di tutto il suo pontificato fu faticosamente impegnato a sedare guerre e controversie politiche.
81 Lilium et rosa
Urbano VIII (1623-1644).
Lo stemma di Maffeo Barberini era animato da api che volano su gigli e rose.
82 Jacunditas crucis
Innocenzo X (1644-1655)
Giovanni Battista Pamphily fu proclamato papa nel giorno dell’esaltazione della croce.
83 Montium custus
Alessandro VII (1655-1667)
Lo stemma di Fabio Chigi era costituito da tre colline su campeggiava una stella. Questo papa istituì nella capitale un Monte di Pietà.
84 Sidus olorum
Clemente IX (1667-1669)
L’elezione di Giulio Rospigliosi avvenne nella camera dei cigni (olorum).
85 De flumine magno
Clemente X (1670-1676)
Emilio Altieri fu eletto papa in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena (flumine magno)
86 Bellua insatiabilis
Innocenzo XI (1676-1689)
Benedetto Odescalchi aveva nello stemma un’aquila e un leone.
87 Poenitentia gloriosa
Alessandro VIII (1689-1691)
L’elezione di Pietro Ottobuoni avvenne nel giorno di San Brunone, Santo ricordato per essere stato uno dei più grandi penitenti della Chiesa cattolica. Però si tratta di un legame troppo labile.
88 Rastrum in porta
Innocenzo XII (1691-1700)
Antonio Pignatelli apparteneva all’omonima illustre casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata “del rastrello”.
89 Flores circumdati
Clemente XI (1700-1721)
Giovanni Francesco Albani aveva uno stemma incorniciato da fiori.
90 De bona religione
Innocenzo XIII (1721-1724).
Michelangelo Conti, condannò aspramente ogni forma di eresia ed in particolare Giansenismo e Quietismo.
91 Miles in bello
Benedetto XIII (1724-1730)
Pier Francesco Orsini. L’epoca del suo pontificato fu caratterizzata da aspre guerre di successione.
92 Columna excelsa
Clemente XII (1730-1740)
Lorenzo Corsini è ricordato sopratutto per i grandi e lussuosi edifici che fece erigere.
93 Animal rurale
Benedetto XIV (1740-1758)
Prospero Lambertini di Bologna fu uno dei Papi più amati della storia, ma non è affatto chiaro a cosa si riferisca Malachia. Io avanzo un’ipotesi: prima di entrare nel lunghissimo Conclave da cui uscì Papa, dichiarò: « Se vorranno eleggere un asino, eleggeranno me. » Come sempre accade in questi casi, fu tutto fuorché un asino…
94 Rosa Umbiae
Clemente XIII (1758-1769)
Durante il pontificato di Carlo Rezzonico venne istituito l’ordine francescano che ebbe la sua prima sede in Umbria.
95 Ursus velox
Clemente XIV (1769-1774)
Lorenzo Ganganelli, passato alla storia per aver sciolto l’ordine dei Gesuiti, aveva nel proprio stemma l’immagine di un orso.
96 Peregrinus Apostolicus
Pio VI (1774-1799)
Il motto si spiega con le vicissitudini che questo Papa dovette affrontare. Giovanni Angelo Braschi, infatti, dovette recarsi fino a Vienna per tentare di convincere l’imperatore Giuseppe II ad abrogare delle misure anticlericali da lui adottate sotto l’influsso dei filosofi illuministi; poi, scoppiata la Rivoluzione Francese, fu fatto prigioniero dai napoleonici e condotto da questi prima a Siena, poi a Bologna ed infine a Parma. Morì in esilio, solo ed odiato, a Valence, nel Drome; « Pio VI ed ultimo », scrisse lo sprezzante gendarme giacobino che ne constatò il decesso. Grazie a Dio era in errore.
97 Aquila rapax
Pio VII (1800-1823)
Gregorio Barnaba discendente dei conti Chiaramonti fu fatto prigioniero da Napoleone Bonaparte il 3 luglio 1809, e deportato a Fointaneblau, presso Parigi, anche a causa del fatto che egli si era rifiutato di avvallare il divorzio tra l’empereur e Giuseppina Beuharnais. In questo caso l’aquila rapace starebbe ad indicare lo stemma napoleonico, su cui campeggiava proprio un’aquila.
98 Canis et coluber
Leone XII (1823-1829)
Annibale della Genga fu definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente.Ma forse l’attribuzione è a posteriori, cioè derivata direttamente dall’epiteto di Malachia.
99 Vir religiosus
Pio VIII (1823-1830)
Il misticismo è stato una delle maggiori caratteristiche del pontificato di Francesco Saverio dei Castiglioni. Ma basterà? Proprio la vaghezza di molte tra le profezie di Malachia è usata come argomento da chi nega ogni autenticità a questa lista e, almeno in questo caso e nel precedente, sembra aver ragione.
100 De balneis Etruriae
Gregorio XVI (1831-1846)
Bartolomeo Alberto Cappellari era stato generale dell’ordine dei Camaldolesi, ordine nato in terra di Etruria, nella regione il cui nome romano era Balnea, essendo ricca di acque termali.
101 Crux de cruce
Pio IX (1846-1878)
Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, il più lungo di tutta la storia, Roma divenne capitale dell’Italia unita. Lo stemma della dinastia sabauda, come tutti sanno, è una croce bianca in campo rosso: sulla città di Roma alla croce papale si sovrappose quella sabauda!
102 Lumen de coelo
Leone XIII (1878-1903)
L’emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa sullo sfondo del cielo.
103 Ignis ardens
Pio X (1903-1914)
Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli combatté il Modernismo.
104 Religio depopulata
Benedetto XV (1914-1922)
Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all’enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio dalla Spagna, un paese cattolico.
105 Fides intrepida
Pio XI (1922-1939)
La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e soprattutto contro il fascismo ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, “Con ardente preoccupazione”).
106 Pastor angelicus
Pio XII (1939-1958)
Eugenio Pacelli fu pastore della chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di essere la guida spirituale e materiale di un mondo che si preparava a risorgere dalla ceneri della guerra. A papa Pio XII tra l’altro fu dedicato un film che portava come titolo proprio “Pastor Angelicus”.
107 Pastor et nauta
Giovanni XXIII (1958-1963)
Angelo Roncalli era di umili origini (pastor), fu Patriarca di Venezia (nauta) e traghettò la Chiesa nel mare ignoto della modernità attraverso il Concilio Vaticano II. Una curiosità: tra i papabili del Conclave del 1958 c’era il cardinale francoarmeno Agagianian, il quale sullo stemma aveva un pastore e un’ancora. Se fosse stato eletto lui, la profezia si sarebbe realizzata davvero in modo clamoroso!
108 Flos florum
Paolo VI (1963-1978)
“Flos Florum“, cioè fiore dei fiori, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Nello stemma di Giovanbattista Montini appaiono difatti tre gigli.
109 De medietate lunae
Giovanni Paolo I (1978)
Il pontificato di Albino Luciani, già Patriarca di Venezia, è definito “il tempo di una luna” con riferimento al mese lunare. Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto al 28 Settembre 1978: solo 33 giorni! Alcuni però hanno contestato quest’attribuzione, essendo la durata di mezzo mese lunare di soli 14 giorni. Forse il “medietate” del motto va invece inteso come “mediazione”, nel senso di un pontificato di transizione data la sua brevità. Anche il nome al secolo del pontefice dà adito a suggestive speculazioni, alludendo a “luce albina”, cioè bianca, ovvero al pallido candore della Luna.
110 De labore solisGiovanni Paolo II (1978 – 2005)
Karol Wojtyla verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell’est (levante del sole); ma c’è anche chi ha appuntato l’attenzione sull’enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un “regno” su cui sembra non tramontare mai il sole. Meno probabile appare invece l’interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico “faticò” per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.
111 De gloria olivae
Benedetto XVI (2005 – regnante)
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell’ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: “egli”, ha detto Ratzinger, “fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio”.
Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell’ordine benedettino sono noti anche come “olivetani”. Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell’Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall’ingresso in Gerusalemme fino all’arresto!112 Petrus romanus
L’ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest’ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:
“In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.“
La traduzione è la seguente: “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.”La profezia sulla distruzione di Roma si trova anche in un messaggio trovato nel XVI secolo e attribuito genericamente al Monaco di Padova. In questo messaggio si dice: “Quando l’uomo salirà sulla luna, grandi cose staranno per maturare sulla terra. Roma verrà abbandonata, come gli uomini abbandonano una vecchia megera, e del Colosseo non rimarrà che una montagna di pietre avvelenate” (Da “De Magnis tribolationibus et Statu Ecclesiae”, stampate a Venezia nel 1527). Queste profezie, meno conosciute di quelle di Malachia, presentano un vaticinio sulla successione degli ultimi papi. Giovanni XXIII viene qui presentato come “uomo di grande umanità e dalla parlata francese”. Papa Roncalli rappresentò difatti per molti anni la chiesa di Roma a Parigi. Con il suo successore iniziano le tribolazioni della Chiesa. In questo tempo “l’ombra dell’Anticristo inizierà a oscurare la Città Eterna”. Significativo è il messaggio che riguarda Giovanni Paolo I: “Passerà rapido come una stella cadente, il pastore della laguna”, e infatti papa Luciani, che veniva da Venezia, ebbe un pontificato di 33 giorni.
Giovanni Paolo II: “Verrà da lontano e macchierà col suo sangue la pietra [...] e verrà strappato alla vita”. Si prevede quindi una conclusione tragica e violenta del pontificato di papa Wojtyla, che invece ci ha lasciati il 2/4/2005 a causa di uno shock settico, che era stato causa anche della morte di Paolo VI. Secondo questa stramba profezia rimangono ancora due pontefici. Il primo sarà un “seminatore di pace e di speranza, in un mondo che vive l’ultima speranza”; il secondo verrà a Roma da terre lontane “per incontrare la tribolazione e la morte”. La fine del mondo (o perlomeno di Roma) sembrerebbe insomma piuttosto imminente. Ma niente paura: secondo alcuni, in realtà la profezia di Malachia non specifica che ci saranno soltanto altri due papi. Infatti la profezia arriva al centoundicesimo papa, e poi parla di un ultimo papa, non di un centododicesimo. Per cui, anche secondo la profezia, ci potrebbero essere altri papi fra il numero 111 e l’ultimo. Da notare l’opinione dell’amico Fabio Storino: nessun pontefice per tradizione assume il nome Pietro, e Malachia non specifica che Pietro Romano sia un Papa. Ora, chi regge la chiesa in assenza di pontefice? Il cardinale camerlengo. E chi è l’attuale camerlengo, dal 4 aprile 2007? È il cardinale PIETRO Tarcisio Bertone nato a ROMANO Canavese… Pietro il Romano nel perfetto stile di Malachia! Fonte