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La Resistenza Femminile

Creato il 21 gennaio 2011 da Wanderer @Inneres_Auge

Per il regime fascista le donne erano angeli del focolare, erano le persone che dovevano pensare solo a fare figli e tenerli a bada. Eppure alcune donne combatterono per il duce che era molto amato da tante di loro. In generale comunque la donna era poco considerata, lo stato non ne riconosceva molti dei diritti fondamentali. Un movimento femminile nacque spontaneo sulla scia della guerra partigiana: le donne avevano capito che serviva anche la loro partecipazione per fare crollare il regime.
"C'è, nei confronti delle donne che hanno partecipato alla Resistenza, un misto di curiosità e di sospetto… E' comprensibile … che una donna abbia offerto assistenza a un prigioniero, a un disperso, a uno sbandato, tanto più se costui è un fidanzato, un padre, un fratello… L'ammirazione e la comprensione diminuiscono, quando l'attività della donna sia stata più impegnativa e determinata da una scelta individuale, non giustificata da affetti e solidarietà familiari. Per ogni passaggio trasgressivo, la solidarietà diminuisce, fino a giungere all'aperto sospetto e al dileggio." Miriam Mafai (Pane Nero) 

Le donne che hanno combattuto sono state molte. Hanno perso la vita, sono rimaste invalide, altre sono state decorate. Il ruolo delle donne nella Resistenza è stato fondamentale anche per far valere i diritti che a loro spettavano. Oggi sembra che quelle mogli, madri, amanti, sorelle, amiche non ci siano state. La Resistenza è legata esclusivamente alle gesta di uomini, importanti certo, ma solo uomini. Non è così che stanno le cose. Ci sono state donne con un coraggio enorme, donne come Iris Versari. Iris si suicidò nel 1944 per salvare i suoi compagni partigiani, aveva solo 22 anni. Nel 1976 con decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Leone fu decorata della Medaglia D'Oro al Valore Militare alla memoria con questa motivazione.


"Giovane di modeste origini, poco più che ventenne, fedele alle tradizioni delle coraggiose genti di Romagna, non esitò a scegliere il suo posto di rischio e di sacrificio per opporsi alla tracotante oppressione dell'invasore, unendosi ad una combattiva formazione autonoma partigiana locale. Ardimentosa ed intrepida prese parte attiva a numerose azioni di guerriglia distinguendosi come trascinatrice e valida combattente. Durante l'ultimo combattimento, circondata con altri partigiani in una casa colonica isolata, ferita ed impossibilitata a muoversi, esortò ed indusse i compagni a rompere l'accerchiamento e, impegnando gli avversari con intenso e nutrito fuoco, agevolò la loro sortita. Dopo aver abbattuto l'ufficiale nemico che per primo entrò nella casa colonica, consapevole della sorte che l'attendeva cadendo viva nelle mani del crudele nemico, si diede la morte. Immolava così la sua giovane vita a quegli ideali che aveva nutrito nella sua breve ma gloriosa esistenza"http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss

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