L’11 giugno del 1944 è una data che a molti non dice nulla. Eppure è il giorno della strage di Onna operata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Morirono diciassette persone e furono fatte esplodere numerose case. Un eccidio forse di minore entità rispetto ad altri commessi dai nazisti. Ma quando il 6 aprile del 2009 il terremoto colpisce L’Aquila e Onna, il ricordo del governo tedesco va esattamente a quell’11 giugno 1944. Numerosi Paesi stranieri decidono di intervenire per aiutare a ricostruire L’Aquila e le città limitrofe, i tedeschi danno subito la loro disponibilità per contribuire alla rinascita di Onna. È lì che vogliono ricostruire la Chiesa di San Pietro Apostolo e una Casa della Cultura perché in gioco non c’è solo la solidarietà tra Nazioni vicine nei momenti difficili, ma soprattutto perché è l’occasione per un ulteriore e decisivo passo nella riconciliazione storica tra Italia e Germania. L’importanza di questi gesti si era già avuta, recentemente, in occasione della ricorrenza della strage di Sant’Anna di Stazzema alla quale hanno partecipato Giorgio Napolitano e Joachim Gauck, i Presidenti della Repubblica di Italia e Germania.
Sabato scorso, proprio a Onna, si sono incontrati, in occasione dell’apertura del cantiere, il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, il tedesco Peter Ramsauer, Ministro dei trasporti, e l’ambasciatore tedesco a Roma Reinhard Schäfers.
In una fase storica in cui la Germania è la Nazione più odiata in Europa a causa dell’eccessiva rigidità nella crisi dell’Euro e della tanto criticata politica di austerità, l’iniziativa tedesca a Onna è una delle più belle risposte a tante facili e superficiali accuse. Ma è anche un segnale a tutti i Paesi europei affinché nei momenti di crisi si faccia prevalere sempre la solidarietà.
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