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La ripicca di baby-Silvio: “Non pago le primarie”. E intanto Marchionne fa “il Marchionne”.

Creato il 01 novembre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La ripicca di baby-Silvio: “Non pago le primarie”. E intanto Marchionne fa “il Marchionne”.Lo abbiamo scritto e detto decine di volte. Spesso, anzi, spessissimo, Berluspony ci sembra quel bambino ricco e antipatico che pretende di giocare al centro dell’attacco nella speranza di segnare un goal, e se qualcuno prova a dirgli che non riuscirebbe a segnare manco con una matita, perché fondamentalmente è negato, piglia il pallone e se ne torna a casa sua interrompendo la partita. Se qualcuno pensa che la “ripicca” sia una prerogativa dei bambini un po’ viziati, e parecchio scemi, non ha capito nulla del personaggio Silvio che, siccome paga lui, si sente sempre in diritto di scegliere il menu, il vino e pure il dessert. Definitivamente relegato a giocare il ruolo del capo della minoranza del Pdl, Nano Bifronte ha deciso di tagliare i viveri a quella concubina di pseudo-partito che ha deciso di non dargliela più. I suoi (quasi) ex sottoposti, votano il ddl anticorruzione e trovano anche l’accordo sulla Legge di Stabilità con quel figlio di buona mamma di Mario Monti che non lo ha fatto assolvere nell’ultimo processo. Anzi. Le cose stanno, se possibile, peggiorando perché, poco prima di partire per un week-end lungo a Malindi (santi, morti, pilu e champagne), ha ricevuto l’invito del tribunale di Roma per andare a raccontare il perché della sua donazione di 500mila euro a Gianpi Tarantini. La versione ufficiale, concordata con i suoi avvocati, è quella di aver aiutato un amico in difficoltà, quella ufficiosa (sulla quale indaga la procura romana) è che quei soldi siano stati il saldo “pro-silenzio” sulla vicenda delle escort baresi in trasferta a Palazzo Grazioli. Così, mentre Longo e Ghedini lavoreranno in queste ore alla testimonianza del loro capo a Roma, apprendiamo con sgomento che Emilio Fede ha deciso di difendersi da solo nel processo Ruby. “Gli avvocati costano troppo – ha detto Emilio – sono solo un povero pensionato”.
Un altro parecchio ripiccoso è Sergio Marchionne. L’ultima trovata è geniale, tanto che perfino Cesarone Romiti ha dovuto ammettere che l’attuale Ad del Lingotto è molto più birichino di lui. Dunque. Saprete sicuramente che il tribunale del Lavoro di Roma ha condannato la Fiat a reintegrare i 19 lavoratori della Fiom ingiustamente estromessi da Pomigliano. Che cosa ha pensato allora il diabolico Sergio? Di reintegrare i 19 e di licenziarne altrettanti. Il tribunale così è soddisfatto e i lavoratori si ritrovano l’uno contro l’altro armati, a conferma che il dividi et impera è più che mai una strategia vincente. A questo punto, dopo l’annunciata chiusura della Lancia (con la conseguente scomparsa di un marchio storico e la cassa integrazione per centinaia di lavoratori), il mancato investimento di 20 miliardi di euro in Italia, il crollo delle vendite Fiat in Europa, la minaccia di trasferire Jeep all’Est, lo sconquassamento del sindacato, Dracula-Marchionne dovrebbe ritenersi soddisfatto. E invece no. L’ultima trovata è di vendere la Juventus a Donald Trump, che sta ancora cercando il certificato di nascita di Obama. Squadra che vince si cambia, altrimenti il leader soccombe. Lo sa Silvio, lo sa Sergio, lo sa il Quirinale che, in tutto questo ambaradan, continua a tacere. L'ultima nota Istat ci dice che gli under 35 disoccupati sono due su tre. Questo sì che è un paese civile.

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