Ho trovato queste considerazioni su di un gruppo Facebook per turisti, sono illuminanti per capire i danni terrificanti di cui sono responsabili i miei colleghi che – filtrando la realtà attraverso ideologie islamofobe e/o di estrema sinistra – hanno parlato dei tafferugli di piazza di giugno/luglio in Turchia come se stessero assistendo all’inizio di una guerra civile, di quella “rivoluzione” che provoca in loro dei fremiti di piacere:
L’estate scorsa dovevo partire x la Turchia. mi ero organizzata x visitarla in 10 gg con un’amica, un bellissimo itinerario on the road come piace a me. ad un mese dalla partenza, prima di prenotare il volo (di solito prenoto solo quello, alberghi o altro li decido sul posto), scoppia la rivolta ad Istanbul e la mia amica si tira indietro.
Quante altre persone sono state spinte a rinunciare a dei viaggi da professionisti dell’informazione poco professionali (anzi, diciamo pure incompetenti e in malafede)? Oppure dagli “italiani di Istanbul” che, sui social network, si sono divertiti a sputare disinformazione?