La Polverini per rientrare dal deficit imposto dall’Economia , si appresta a chiudere 26 ospedali nel Lazio e tagliare 2865 posti di lavoro. La trasformazione di piccoli ospedali in centro per anziani e malati gravi o in presidi sanitari di prima assistenza è il must della modernizzazione del sistema sanitario. Ma quello che manca alla Polverini è un progetto. Dopo la scure sugli ospedali cosa c’è?
Il Tar del Lazio ha accolto le istanze dei sindaci decretando che l’Ospedale di Bracciano deve restare aperto, sennò i 250 mila abitanti della zona sono a rischio. Mentre il primo cittadino di Acquapendente ha intimato ai suoi elettori di evitare qualsiasi malattia che necessiti di un intervento ospedaliero soprattutto d’urgenza.
Burlone il sindaco? Non scherza mica quando se hai un ictus , un emorragia cerebrale , o infarto devi arrivare a Viterbo: un’ora di macchina in una strade strette e piene di curve. Polverini ha previsto 7 elicotteri per risolvere la questione, ma finora solo due hanno avuto l’autorizzazione ad operare. Ambulanze? Ma c’è da capire perché molte sono ferme nei parcheggi degli ospedali invece di andare a raccogliere i malati. Pensate che un ambulanza in servizio costa , in media, nel Lazio 600 mila euro all’anno, in Piemonte 202 mila.
Il problema dell’ambulanza è che caricato il paziente , si deve aspettare ore e ore prima che ci sia posto per il suo paziente. Mentre ci sono altre persone che aspettano invano un ambulanza. Questo accade ogni giorno in tutti gli ospedali della capitale. Ed è accaduto anche a Lamberto Sposini. Così è dopo la chiusura di 8 Pronto soccorso , con 120 mila persone l’anno che si riversano sui pochi ospedali romani. Il problema è che questi ospedali spesso sono occupati da anziani disabili che hanno bisogno di una cura o di un infrastruttura. “I reparti non li ricoverano , perché non hanno malattie da trattare. Quindi, non potendo stare a casa , vanno tutti al pronto soccorso. Aspettano ore e poi si accucciano su una lettiga , ma hanno qualcuno che gli svuota il catetere” dice un assistente di servizio.
Polverini ha inoltre dismesso 2 mila letti di riabilitazione e lungodegenza nelle cliniche private. Pazienti che dopo un operazione difficile , come ictus o infarto, avrebbero bisogno di un po’ di riabilitazione e assistenza. Il governatore aveva promesso nessun taglio alla sanità. Inoltre la Polverini si è inimicata una fetta del suo elettorato : imprenditori della Sanità. Angelucci, capo delle cliniche private romane, disinveste nel Lazio : chiude 17 strutture e licenzia 3171 lavoratori. Ma dalla Polverini niente mosse.
La logica è risparmiare senza tenere conto del famoso progetto di razionalizzazione. Jessica Faroni, presidente dell’Associazione sanitaria privata (Aiop) laziale , si lamenta che non c’è risparmio se all’Ospedale di Frosinone per fare una Tac ricoverano una signora per giorni. Le sue cliniche hanno 800 posti letto e aspetta notizie dalla Regione, ma la Regione non ha niente da offrire ( non ha un progetto). Molti concordano che nel Lazio non siano rispettati i livelli minimi di assistenza.