commento di Elisabetta BartuccaSummary:
Lui è un appassionato di Luigi Pirandello, tanto da rivelare di voler fare un film sulla sua vita. Un amore che ha più volte dimostrato sulle tavole del palcoscenico – allestendo gli spettacoli de “L’uomo dal fiore in bocca” e “La carriola”, e dirigendo più di recente “Così è se vi pare” –, una passione che ora Michele Placido porta sul grande schermo con “La scelta” in sala dal 2 aprile. Il film è infatti liberamente ispirato a ‘L’innesto’, un testo dello scrittore siciliano del 1919, quasi misconosciuto, messo in scena pochissime volte e che al debutto scandalizzò il pubblico borghese dell’epoca per la tematica trattata.
E’ la storia di Giorgio (Raoul Bova) e Laura (Ambra Angiolini), una coppia solida fino a quando lei non rimane vittima di una violenza che vorrebbe solo dimenticare. A complicare drammaticamente la situazione una gravidanza improvvisa, il dubbio sulla paternità, i pregiudizi degli altri e la decisione coraggiosa di lei di tenere il bambino, frutto di quella violenza.
“Al centro della storia è la donna col suo dna, col suo misterioso modo di essere rispetto all’uomo, anche attraverso la gravidanza. – racconta Placido – Mi incuriosiva l’eterno conflitto uomo-donna e come in fondo Pirandello avesse voluto sottolineare la fragilità del maschio: quando Laura torna a casa sconvolta dopo la violenza subita, suo marito rimane paralizzato, come se l’offesa fosse stata fatta a lui…”
Quanto può un amore preservarsi da una simile catastrofe emotiva? Quanto la morale comune è cambiata rispetto ad allora? Esiste una scelta più giusta di un’altra? A distanza di quasi un secolo gli interrogativi sono rimasti identici e ad affermarlo è la stessa attrice protagonista nel ruolo di Laura, Ambra Angiolini: “Ci piacerebbe dire che siamo andati avanti, ma non è così almeno fino a quando ci saranno uomini che metteranno fine alla vita di una donna. Drammaticamente è rimasto tutto fermo. Non è cambiato molto se ci sono ancora donne costrette a subire pur avendo delle strutture di sostegno a disposizione. E non è utile sviscerare la vita di una donna che ha subito violenza nella Tv del pomeriggio, facendo diventare tutti criminologi o medici”.
Una storia che ha colpito il regista di “Vallanzasca – Gli angeli del male” per la sua estrema modernità, unica e universale tanto da convincere Placido a sostituire la Roma borghese di allora con una cittadina pugliese dei nostri giorni: “Abbiamo girato a Bisceglie, è comodo lavorare in Puglia, è la Hollywood del cinema italiano”.
L’idea iniziale di realizzare un film in costume ha così ceduto il passo all’intento di dare a “La scelta” una contemporaneità che lo rendesse “popolare” e che consentisse “al pubblico di entrare in una storia, che altrimenti sarebbe diventata una roba di nicchia, da ‘addetti ai lavori’”. La risposta finale spetterà al pubblico femminile; intanto Placido si prepara al viaggio che lo porterà al Festival di Pechino diretto da Marco Muller, dove il film è in concorso: “È piaciuto ai cinesi, anzi alla censura cinese. Mi fa piacere andare a Pechino, è una nuova frontiera di investimento per il cinema italiano e io ci andrò di corsa”.
di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net