......... fino a fondersi in un sublime legame che li avrebbe uniti per sempre!
Quando si ritirava nella sua stanzetta, dopo una giornata di duro lavoro, toglieva dalla scatola che lo custodiva, il suo Sitar. L'unico momento di intimità con se stessa e i suoi ricordi, lo passava con lo strumento in grembo. Il padre le aveva insegnato a suonare quando era ancora piccolina. Destinata alla vendita, sicuramente sarebbe stata merce per bordelli. Il padre sapeva la fine che avrebbe fatto la figlia e per renderle meno amaro la vita di bordello, le aveva insegnato a suonare il Sitar.
Suonava melodie strazianti e le accompagnava con un filo di voce. Cantava la sua passione, la sua infelicità lontana dal suo amore, e il suo corpo vibrava all'unisono con lo strumento.
Quella vibrazione le accendeva il desiderio di stare fra le braccia di Lelay, mentre lui la baciava e la strigeva. Ricordava il suo corpo sopra di sè, il suo alito che le riempiva le narici, la sua bocca che sapeva di frutto, il suo vigore che premeva al suo linguine. Avrebbe voluto sussurrare al suo orecchio mentre abbracciata a lui gemeva di piacere:
"Ti amo mio re! Ti amo così tanto che mi faccio schiava anche del tuo cuore. Ti amo così tanto che non vivo lontano da te. Ti amo così tanto che, per il resto della mia vita, canterò inni al tuo cuore."
veva invaso tutto il ventre, mentre il cuore pulsava veloce al ricordo piacevole dell'amore. Con la mente al suo re e il corpo rilassato, si addormentava sul giaciglio di stuoie avvolta nel suo sari.