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La scuola "privata"

Creato il 06 novembre 2010 da Mcg
La scuola Per essere uno Stato che si definisce laico, l'Italia presenta alcune anomalie per altro rilevate anche dall'Unione Europea, che come si sa è un crogiolo di massoni anticlericali che si sono persino rifiutati di riconoscere le radici cristiane del continente. Questo a prescindere dal fatto che talvolta alcuni giornalisti, con un po' troppa foga, si lascino andare a interpretazioni errate e cerchino di mettere in cattiva luce anche quella parte di operato lodevole svolto dalle associazioni religiose. Uno dei punti più controversi nasce dal rapporto della religione cattolica con la scuola.La scuola Vi sono tanti, troppi, casi che destano stupore se non addirittura irritazione.Partendo dall'ora di religione, facoltativa almeno sulla carta, ma di cui lo stato non offre alternative valide, se non addirittura non offre alternative e basta.Mancano i soldi; per le scuole in Italia non ce ne sono mai. Stranamente però non appena la Cei alza la voce questi soldi compaiono: un vero e proprio miracolo!Già sul finire del 2008 il Ministro Tremonti, che ancor oggi vede nell'istruzione una voce di spesa da contenere, non un investimento sul futuro del Paese, era in procinto di tagliare i fondi alle scuole. Ne seguirono manifestazioni studentesche, che come da copione caddero nel vuoto.Poi improvvisamente si alzarono le voci dal Vaticano. Benedetto XVI senza mezzi termini avvertì il governo che:
"Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli sono un diritto inalienabile"
niente di meno!
Seguirono le dichiarazioni battagliere di Monsignor Stenco, Direttore dell'ufficio nazionale della CEI, che contro i tagli del governo minacciò:
"le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese"
e. stranamente. ecco che Tremonti sbloccò i fondi: 130 milioni di Euro e il suo sottosegretario Vegas si affrettò a rassicurare:
"Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini"
Intendiamoci, preso atto che le scuole private devono essere paritarie a quelle pubbliche, non vi sarebbe nulla di scandaloso nello sbloccare i fondi. Rimane per lo meno curioso il fatto che mentre la scuola pubblica lamentava i medesimi tagli il Governo faceva orecchie da mercante, non appena il Vaticano ha iniziato a tuonare, i soldi sono immediatamente ricomparsi. Ma ammettiamo per un attimo che Tremonti stesse già,  in cuor suo, pensando di sbloccare i fondi e che il tutto si sia verificato nelle tempistiche raccontate per mera coincidenza, e proseguiamo. (1)
La scuola
Arriviamo all'anno in corso, mentre l'Italia intera attraversa una crisi economica pesantissima, il Ministro dell'Economia stringe ancora la borsa, operando tagli su tutto. Da più parti, ed in particolare dalla scuola, si levano grida di dissenso.Ma mentre gli insegnanti precari sono in attesa di riconoscimenti economici che non arrivano e mentre si sta cercando una via di uscita che porti alla firma del contratto per docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari)  nel il 28 dicembre del 2009, Tremonti sblocca gli aumenti salariali per i soli insegnati di Religione, supplenti compresi. Un ulteriore tassello ai vari privilegi di cui godono gli insegnanti di religione che ricordiamo accedono alla cattedra su segnalazione della Curia, vengono assunti tramite concorsi riservati e, nel caso vengano sollevati dall'incarico causa perdita dei requisiti necessari per l'insegnamento della Religione, hanno diritto all'assegnazione di un'altra cattedra. L'aumento in busta paga per gli insegnanti di Religione sarebbero ammontati a circa 220 € mensili, contro i 200 richiesti dai sindacati per le altre materie, da erogarsi in tre anni, mentre il Ministero della Pubblica Istruzione proponeva di contro un aumento di soli 20 € per di più legati al merito.Una disparità evidente, soprattutto se partiamo dal fatto che la Religione, per quanto la si possa reputare importante per comprendere la nostra cultura, non è tra le materie cosiddette fondamentali, anzi per le sue peculiarità è addirittura facoltativa. (2)A proposito poi  di tale caratteristica, la facoltatività, si è sempre detto che per gli studenti che non desiderano avvalersene, lo Stato avrebbe dovuto garantire una materia alternativa. La scusa ufficiale è che non ci sono fondi, cosa opinabile, dato che per l'ora facoltativa si trovano soldi  per aumentare gli stipendi o addirittura come nel febbraio del 2009 quando il Comune di Milano dopo aver risposto picche alle varie richieste da parte delle amministrazioni scolastiche per rispondere alla carenza di personale, si adoperava ad assumere  ben 46 insegnanti di Religione suggerite dalla Diocesi per l'indottrinamento dei bimbi delle scuole materne.(3)Perché non mi si venga a dire che alle materne si studiano le Religioni: a quell'età si indottrina, punto e basta.Ad ogni modo, non solo all'ora di Religione non viene garantita un'alternativa, ma addirittura la CEI auspica che l'ora non sia messa per prima o per ultima, ma che sia posta in mezzo alla giornata scolastica, così da evitare, almeno ufficialmente, che lo studente possa entrare od uscire prima dall'Istituto scolastico cosa che probabilmente aumenterebbe il numero di studenti che sceglierebbero di non avvalersi di tale insegnamento. (4)La scuola Ritorniamo ai fatti dell'anno in corso: ancora aleggia nell'aria il finto scandalo inventato dal Giornale di cui la famiglia Berlusconi è Editore, diretto da Vittorio Feltri. Il direttore dell'Avvenire si è da poco dimesso, coscienziosamente, al fine di salvaguardare l'istituzione della testata della CEI. Nel febbraio in un vertice bilaterale tra Governo e Segreteria di Stato Vaticana, Berlusconi tranquillizza il Cardinal Bertone circa l'attenzione dell'esecutivo per i fondi destinati alle scuole Cattoliche. (5)
Tra una manifestazione studentesca e una del precariato il Ministero della Pubblica Istruzione annuncia prima, siamo a metà settembre, che 220 mila precari verranno assorbiti in sei-sette anni nemmeno un mese più tardi che la riforma dell'Università, per altro osteggiata, verrà congelata per mancanza di fondi. (6) (7)
Ci risiamo, lo Stato è al verde e di nuovo Tremonti chiude il portafoglio, tanto che circolano insistenti le voci che non ci siano nemmeno i soldi per garantire i libri ai figli delle famiglie meno abbienti tramite un Fondo ad hoc istituito nel 1967 e passato indenne alle crisi degli anni '70. (8)
La situazione degenera di nuovo al punto che, ancora una volta le associazioni cattoliche alzano la voce:
Quello che sta accadendo non è né onesto né corretto: è semplicemente vergognoso
tuona la presidentessa dell'Associazione dei Genitori delle scuole cattoliche (Agesc). Tremonti, infatti pare abbia intenzione di tagliare 253 milioni di euro al sistema delle scuole paritarie, per intenderci, alle scuole cattoliche.
E incalza:
È troppo facile tagliare i fondi alle scuole paritarie (...) anziché, come sarebbe giusto, andare prima puntualmente a verificare come sono spesi i soldi in quella statale. 
(...) Ricordo che uno studente delle scuole libere costa allo Stato 3.500 euro all’anno, contro i 7.500 di uno della scuola statale 
Credo bene: essendo privata la rimanenza viene pagata direttamente dalle famiglie che evidentemente possono permettersi un esborso del genere(9), tanto è vero anche Tremonti nell'aprile del 2009, introdusse nella circolare "Prevenzione e contrasto all'evasione" le scuole private tra i cosiddetti indici di ricchezza (10):
Ulteriori acquisizioni informative saranno realizzate dagli Uffici mediante specifiche "campagne" esterne, coordinate a livello centrale, volte al rilevamento di cessioni di beni e di prestazioni di servizi considerabili "di lusso" effettuate da soggetti operanti nelle rispettive circoscrizioni (porti turistici, circoli esclusivi, scuole private, wellness center, tour operator, e così via).
suscitando l'ira delle associazioni cattoliche che rivendicarono il diritto costituzionale di poter scegliere dove mandare i propri figli a scuola. In sostanza però la richiesta si può anche leggere come la volontà di affermare un ipotetico diritto costituzionale al lusso garantito. A sostegno di questa bislacca tesi le associazioni cattoliche insinuarono che così messa la circolare mandava un
messaggio che può essere interpretato in senso minaccioso: se scegli una scuola diversa dalla statale, hai dei redditi nascosti e perciò devi essere controllato
che rasenta la stupidità più assoluta, perché da un certo punto di vista suona proprio come una difesa di interessi svelandone tra l'altro le paure: di logica una minaccia è tale solo se qualcuno ha motivo di ritenerla tale. In altre parole se sei onesto non dovresti aver timore di controlli.
Comunque sia, il presidente della Fism (federazione italiana scuole materne), altra associazione cattolica, paventa che a causa dei tagli:
non poche scuole dell’infanzia sarebbero costrette, loro malgrado, a cessare di fornire il loro pluridecennale servizio pubblico alle rispettive comunità. Il che comporterebbe un immediato impegno a doverle sostituire da parte dello Stato, con costi aggiuntivi facilmente ed immediatamente calcolabili.
Il che per inciso sarebbe davvero un dovere dello Stato, mentre non dovrebbe esserlo quello di sostenere scuole private, tanto meno religiose. Che poi di nuovo si parla di scuole materne; asili per intenderci quindi non di istruzione obbligatoria.
Non dovrebbe, in linea di principio, perché invece, su pressioni delle lobby cattoliche nel 2000 fu varata la Legge 62 che sostanzialmente definisce la scuola paritaria, ne determina libertà e obblighi e, naturalmente la copertura finanziaria.
Comunque sia è interessante il ragionamento, che vedremo anche in seguito sul presunto risparmio dello Stato nel finanziare le scuole private. Come sottolineato dalla Agesc lo Stato pagherebbe quasi 4000 € in meno all'anno per ogni studente iscritto alle paritarie. In altri termini pare, secondo fonti cattoliche che il risparmio complessivo dia di 6 miliardi di euro.
Se fosse vero non si capisce perché non abolire immediatamente la scuola Statale: Immaginate il risparmio per le casse dello stato se tutti, dico tutti gli studenti si iscrivessero agli istituti privati!
Già ma le famiglie possono permetterselo? O gli istituti privati sono a tutti gli effetti una possibilità che solo un numero minoritario di famiglie privilegiate può permettersi?
La scuola E a dirla tutta, cosa è lo Stato se non l'insieme dei suoi cittadini? Quindi a meno che gli istituti cattolici non abbiano la bacchetta magica, pardon, il miracolo "on demand", è assai probabile che il costo dello studente, determinato dalla somma elargita dallo stato più quella della retta d'iscrizione sia indicativamente identico, con la differenza che in un caso la somma viene versata dallo Stato tramite i soldi raccolti dal gettito delle tasse, la seconda dall'iniziativa del privato, più la quota di finanziamento statale, più quella versata dalla famiglia dello studente. Mentre però il gettito fiscale serve alla redistribuzione del reddito e all'elargizione di servizi cui TUTTI possono avere diritto, la quota versata dalle famiglie all'istituto privato serve semplicemente allo stesso e, nello specifico all'istruzione del singolo.
Oltretutto pare che le paritarie, che tanto bacchettano il Governo e che arrivano a pretendere:
Ad ogni modo, avevamo supposto all'inizio, che lo sblocco dei fondi da parte di Tremonti a seguito delle pressioni cattoliche fosse una casualità. Ebbene, per uno starno caso, la casualità si ripropone nella stessa maniera.
Nel giugno del 2010, su Avvenire (11) iniziavano le prime schermaglie, per così dire, anche perché i 130 milioni di euro, quelli per intenderci su cui le associazioni cattoliche avrebbero potuto dormire su quattro cuscini, non erano ancora stati sbloccati da Tremonti ( non lo sono tutt'ora). Inoltre già si respirava aria di pesanti tagli per la manovra del 2011 tanto che, come avevo preannunciato poc'anzi le associazioni ribadirono la loro linea:
Dovremo ricordare al ministro Tremonti che sarà un danno anche per lo Stato, che con la nostra presenza continua a risparmiare ben 6 miliardi di euro l’anno. E se chiudiamo noi invece di risparmiare 228 milioni, dovrà pagarne molti di più
La situazione non si sblocca e arriviamo a novembre con i nervi delle associazioni cattoliche tesissimi. Ne sono specchio le parole di Don Macrì presidente della Fidae:
Non è sufficiente ripristinare la cifra originaria che è fissa da dieci anni, ma si deve attuare davvero la parità, così come previsto dalla legge 62 del 2000. Per questo dico che, come minino, il contributo, oggi di 534 milioni di euro, dovrebbe raddoppiare. Tenendo conto che, anche qualora lo Stato investisse un miliardo nelle scuole paritarie, avrebbe, ogni anno, un risparmio certificato di oltre 6 miliardi
La manfrina è la solita, come solite sono le celate menzogne; di nuovo ci sono i toni e soprattutto le pretese. Don Macrì però dovrebbe anche guardarsi in casa perché pare che le scuole Paritarie tra cui quelle cattoliche che del resto ne rappresentano la stragrande maggioranza, non adempiono al meglio ai loro doveri, stranamente proprio in quel frangente morale di cui i cattolici vantano il primato.
Pare infatti che le paritarie siano piuttosto deficitarie sul paragrafo 4 della legge 62 che vorrebbe:
La parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti, si impegnano espressamente a dare attuazione a quanto previsto dai commi 2 e 3: ... l'applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio;
Ebbene vi invito a leggere questo articolo del Corriere sulle scandalose inadempienze. Riassumendo, dico solo che fingendosi genitori di un bimbo disabile, una giornalista ha tentato di iscrivere il figlio a più scuole paritarie, ottenendo risposte negative o, al meglio, volte a scoraggiarne l'iscrizione. Nella totalità dei casi veniva dato consiglio di rivolgersi alle scuole Statali!
Quindi, anche contemplando le probabilmente legittime critiche sugli sprechi delle scuole Statali, forse, dico forse, l'ipotetico delta in cui si concretizza il risparmio reale tra privato e pubblico è dato anche dal fatto che gli istituti privati tendono a non accollarsi quegli studenti il cui costo è decisamente al di sopra della media (infrastrutture, insegnanti di sostegno e quant'altro).
Non è semplice capire se c'è da indignarsi per la disonestà o per la tanto sbandierata superiorità morale sottomessa allo sterco del demonio.Fonti:
(1) Repubblica
(2) Repubblica
(3) Repubblica
(4) Avvenire
(5) Repubblica
(6) Corriere
(7) Corriere
(8) Il Fatto Quotidiano
(9) Avvenire
(10) Repubblica
(11) Avvenire

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