Best of the East
Best Team: Boston Celtics
La scorsa notte i rimaneggiati Celtics di questa stagione si presentavano nella Grande Mela per lo scontro divisionale contro i rivali di sempre. I Knicks, appena rialzatisi con due nettissime vittorie da un inizio di stagione tragico, sembravano in rush. Alla sirena finale il punteggio è impietoso. Boston 114, New York 73. Chiamala ricostruzione. I ballerini C’s di questo inizio di regular season, sempre alle prese con strisce positive o tracolli negativi, hanno trovato questa settimana tre importanti vittorie contro Bucks, Nuggets e, per l’appunto, Knicks. Tre successi spiegati dalle ottime prestazioni di Jordan Crawford su tutti, 23 punti e quasi 7 assist di media in settimana per lui, ma in generale da un quintetto base sempre in doppia cifra con tutte le sue unità (solo Sullinger contro Denver si è fermato a 8 pt). Ora Boston è al quarto posto a Est, con un record di 10-12, e potrà continuare a togliersi qualche soddisfazione prima di tornare definitivamente in corsa. Come chiudere sul +41 al Madison Square Garden.
Best Player: Paul George
Se Indiana questa settimana è stata stranamente discontinua (due vinte e due perse), chi non ha perso un colpo è stato il suo giocatore simbolo. Il lunedì non è quasi mai un gran giorno per nessuno, meno che meno lo è stato per i Pacers sconfitti dai Blazers, ma George ha deciso che era tempo di aggiornare il suo career high da 37 a 43 punti, con 16/30 al tiro e 7/15 da tre. Niente male. È seguita poi la facile vittoria contro i Jazz, non proprio esaltante per George, e poi di nuovo due big match contro Spurs e Thunder. Contro San Antonio, la guardia/ala piccola di Indiana ha fatto la differenza con un 9/14 al tiro, ma soprattutto 4/4 da oltre l’arco, per 28 punti che hanno contribuito non poco a stendere i texani. Contro Oklahoma City ne sono arrivati altri 32, peccato solo che Indiana sia incappata in un nuovo stop. Con queste prestazioni, però, era impossibile non citare il miglior giocatore della squadra numero 1 a Est. Le vittorie torneranno, per ora George continua a essere una certezza.
Best of the West
Best Team: Dallas Mavericks
Prima della sfida di martedì contro i Bobcats, Dallas aveva racimolato la miseria di una vittoria nelle precedenti cinque partite. Vincere contro Charlotte è stata una formalità e ripetersi contro i Pelicans, nonostante qualche difficoltà in più del previsto, dev’essere la normalità per chi vuole lottare per i playoff. La vera impresa, però, i Mavs l’hanno compiuta sabato notte. I Blazers di questa settimana (vedi sotto), ma in generale di questa stagione, sono uno dei team più forti di tutta la Lega, ma Dallas è riuscita a espugnare il Rose Garden alla sirena dopo una prestazione fenomenale. Molto del merito va a un Monta Ellis in forma strepitosa, autore del buzzer beater che ha spento Portland, ma anche di prestazioni sempre più convincenti. Dirk è tornato Wunder e viaggia a 21 punti abbondanti di media, ma anche Calderon e Marion stanno giocando alla grande. A quota 13-8, Dallas si stanzia stabilmente al sesto posto di Conference. E non intende abbandonarlo.
Best Player: LaMarcus Aldridge
In settimana, oltre ai derelitti Jazz, Portland affrontava Pacers, Thunder e Mavericks, non proprio passeggiate. Se questo era il banco di prova definitivo per vedere quanto fanno sul serio questi Blazers, i ragazzi dell’Oregon e la loro ala forte su tutti hanno dimostrato di che pasta sono fatti. Aldridge ha confermato e alzato nuovamente le statistiche di questo inizio di stagione da career high (23.1 punti e 10.1 rimbalzi), dapprima stendendo Indiana con i suoi 28 punti e 10 rimbalzi, poi travolgendo Oklahoma City con 38 punti, con 17/28 al tiro, e 13 rimbalzi ed infine abbattendo Utah con 20+15 e un plus/minus spaventoso a quota +45. Peggio è andata con Dallas, ma LaMarcus ha messo a segno comunque l’ennesima doppia/doppia stagionale, che fa di lui uno dei giocatori più decisivi della Lega, come conferma la leadership dei suoi a Ovest. Che abbia finalmente deciso di diventare grande?
Best of the Rest
KORVER FOR 3: se i suoi Hawks hanno iniziato la stagione a ritmo alternato (11-10), Kyle Korver non ha mai perso un colpo. Anzi, da 90 partite consecutive segna almeno un canestro da 3 punti, record assoluto nella Lega. Sorpassato Dana Barros, ora l’obiettivo è raggiungere il centinaio di gare di fila con una bomba a segno. E magari mantenere il terzo posto a Est, per continuare ad essere decisivo anche nei playoff.
EVERGREEN TIM: l’età e i numeri non saranno più quelli dei tempi d’oro, ma Tim Duncan è sempre lì al suo posto. I 23 punti e 21 rimbalzi contro gli Hawks di lunedì scorso gli valgono la palma di più “vecchio” di sempre, con i suoi 37 anni e 7 mesi, a segnare una doppia doppia da 20+20 nella storia della Lega. Il buon vecchio Tim non si smentisce mai e non è un caso se i suoi Spurs viaggiano sempre a vele spiegate.
Worst of the East
Worst Team: Orlando Magic
L’inizio di stagione aveva fatto sperare di non essere più la peggior compagine della Lega. Le ultime gare giocate, però, confermano che, se Orlando non è sul fondo del barile, poco ci manca. Sei vittorie a fronte di 14 sconfitte, di cui le ultime cinque consecutive. Se Spurs e Rockets non sono di certo avversari agibili per i Magic, se i Wizards sembrano essere più in palla e su un livello superiore, se la sconfitta contro i Sixers è arrivata solo dopo un doppio supplementare e di una sola lunghezza, non ci sono però scuse per il -38 subito al MSG contro una squadra in striscia negativa da nove partite. Orlando ha trovato uno dei papabili Rookie of the Year in Victor Oladipo, continuando ad avere in Arron Afflalo (22 punti, 4 rimbalzi e 4 assist di media) un giocatore all around e in Nikola Vucevic una macchina da doppie doppie (14.7 punti e 10.9 rimbalzi a partita). Per il resto, però, l’elettrocardiogramma di squadra risulta piatto.
Worst Player: Anthony Bennett
Che il Draft di quest’anno fosse povero di talento, soprattutto in confronto a quello eccezionale che ci attende la prossima estate, era assodato. Che la prima scelta però fosse a un livello così basso di rendimento era un altro paio di maniche. Bennett nelle ultime tre gare giocate da Cleveland ha totalizzato la miseria di 23 minuti in campo, con l’ancor più denigratorio score di 5 punti, 2/8 al tiro, 0 rimbalzi, 0 assist, 0 stoppate e 0 rubate. L’infortunio alla spalla di un mese fa non è il problema principale del pessimo inizio di Bennet nella Lega. I Cavs non stanno ottenendo i frutti che speravano da questa prima scelta tanto sorprendente quando discussa. E i numeri, sia individuali che di squadra, lo stanno confermando.
Worst of the West
Worst Team: Memphis Grizzlies
La vostra squadra è in crisi? Passate dal FedEx Forum per riprendervi. Sembra questo il leitmotiv di questo periodo in casa Grizzlies. Dopo aver dato una delle poche gioie stagionali ai Nets la scorsa settimana, ecco che Memphis si è ripetuta in questa, subendo nettissime sconfitte contro due squadre in un momento negativo come Clippers e Warriors. 30 punti dall’una e 36 dall’altra sono i passivi subiti nelle debacle casalinghe, che allontanano sempre di più gli uomini del Tennessee dalle posizioni che contano per i playoff. Se è vero che con un record di 9-10 a Est si fa una vita da signori, è anche vero che ad Ovest non si va da nessuna parte con uno score inferiore al 50%. Sarebbe davvero un peccato se Memphis, tra le squadre difensivamente migliori e più convincenti dell’anno passato, restasse fuori dalla corsa per la post-season.
Worst Player: Greivis Vasquez
L’anno scorso con gli “ex” Hornets era stato tra le sorprese della Lega, uno dei migliori play in circolazione e secondo classificato nel Most Improved Player of the Year. Quest’anno, a Sacramento, sembra essersi perso. Vasquez viaggiava a 13 punti abbondanti e 9 assist di media a New Orleans, in questa stagione i punti sono diventati meno di 10 e le assistenza scarseggiano (5.3). In settimana, nelle tre sfide contro Thunder, Lakers e Jazz, solamente 21 punti complessivi con 17 passaggi decisivi totali. Il 40% al tiro contro le due rivali più quotate e l’osceno 20% contro Utah non sono di certo un segnale incoraggiante per chi avrebbe dovuto essere un’aggiunta in più in una squadra sicuramente non di livello assoluto, ma di certo molto interessante. Chissà se la cessione ai Toronto Raptors gli farà bene…
Worst of the Rest
TERRIBILI BUCKS: certo Milwaukee è una squadra giovane, che quest’anno aveva di fronte a sè ben poche prospettive di gloria, ma ritrovarsi all’ultimo posto tra le oscenità finora rilevate a Est con un record di 4-16 è qualcosa da non augurare a nessuno. OJ Mayo guida una baracca sempre più disastrata, con pessimi risultati da tutti gli altri componenti al suo fianco. E i recenti stop con Celtics, Pistons e Nets ne sono la prova tangibile.
MADISON SQUARE HORROR: aver vinto contro Bucks e Magic non è di aiuto, se poi si perdono ben altre 8 partite tra le mura amiche. I Knicks hanno iniziato in maniera scellerata la loro stagione, ma ciò che devono sopportare e digerire i loro tifosi è anche peggio. Sconfitte contro Bobcats e Pelicans, quarantelli di passivo dagli odiati Celtics e mai una gioia che si possa chiamare tale contro un avversario di livello. Orrore.