“Voglio la mamma – da sinistra, contro i falsi miti di progresso“ è il nuovo libro di Mario Adinolfi, scrittore, giornalista e uno dei fondatori del Partito Democratico italiano, che ha inaugurato una battaglia, da sinistra, in difesa dei più deboli e indifesi.
«Sono stato a sinistra tutta la vita per difendere il grido dei deboli», ha spiegato in un’intervista. «Credo che la sinistra si debba fermare e chiedersi chi è il povero che vuole difendere. Io penso che oggi il più debole e indifeso sia il bambino. Io sono un peccatore, sbaglio, ma tra il desiderio dei più forti e il diritto dei più deboli continuo a battermi per il secondo. Tra il desiderio della mamma di abortire un figlio, malato o meno, sto con il figlio. Tra due coniugi che comprano un bambino, sfruttando l’utero di una madre, sto dalla parte di quello del piccolo a non essere strappato dal seno della madre e di quest’ultima a non essere usata. E davanti all’anziano che chiede l’eutanasia sto con lui e con chi lo accetta e lo ama, non con chi lo ammazza».
Sul suo blog, Adinolfi ha elencato 20 punti “non negoziabili”, che sintetizzano il contenuto del suo lavoro. «Dire “voglio la mamma”, come il titolo del mio libro, significa dire che voglio la donna. Bisogna che la donna ritorni se stessa, ossia una madre che accoglie e vuole proteggere il figlio a costo della sua vita. E invece le mie amiche di sinistra non si indignano nemmeno più per le donne sfruttate dal mercato dell’utero in affitto». Da intellettuale di sinistra critica anche il ddl Scalfarotto: «Non è giusto che stia per passare una legge, il ddl Scalfarotto, che introdurrà il reato di opinione, facendo passare il mio libro o un’intervista come questa come istigazione alla violenza o all’odio».
«Ho scritto questo libro», ha quindi spiegato, «proprio per la sinistra a cui appartengo. Occorre che si liberi da un tic mentale per cui la legge 194 non si tocca, la legge 40 è da scardinare e ora bisogna sostenere per forza la legge sull’omofobia, senza pensare nemmeno a cosa si stia facendo. Che la nostra cultura si sia ridotta ad accettare a scatola chiusa quello che dicono Grillini o Luxuria all’Isola dei famosi è deprimente. Il mio libro vuole liberare da questo tic con l’arma della ragione, seguendo Pasolini, Bobbio e i grandi pensatori di sinistra. Io parto da dati di fatto per avviare una riflessione seria».
Adinolfi (che trovate anche su Facebook) ha partecipato alla manifestazione di Roma delle “Sentinelle in piedi” e parla di “resistenza”, tanto che dato il successo della sua battaglia, il 25 aprile ha costituito ufficialmente un’associazione, «con l’ambizione di ramificarci in tutti gli ottomila comuni italiani: un circolo in ogni borgo, quartiere, città». Per far parte della neo-associazione basta scrivere a [email protected].
In bocca al lupo Mario, noi siamo con te!
Qui sotto il video del recente convegno “Contro i falsi miti di progresso”
La redazione