Magazine Società

La strage bianca

Creato il 07 giugno 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
La strage bianca
di David Incamicia |
Duecentosessantanove. Sono i caduti dall'inizio dell'anno nella "guerra non dichiarata" dal lavoro insicuro, il più delle volte tinto di nero, ai derelitti del nostro tempo. Tinto di nero ma anche di rosso, come il sangue che continua ad essere versato con cadenza quasi quotidiana per strada, nei campi, nei cantieri. Nero e rosso che fondendosi generano una tonalità subdolamente candida, bianca come la scia di morte e disperazione che lascia dietro di sè questa strage infinita.
Solo ieri la contabilità si è "arricchita" di sei nuove vittime, e l'Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti bianche è già lì ad aggiornare il triste bilancio correggendo quella cifra iniziale di 269. Una cifra che arriva quasi a raddoppiarsi se si prendono in considerazione pure i lavoratori deceduti per incidenti stradali nel percorso tra casa (ammesso che tutti loro l'avessero davvero una casa) e luogo di lavoro: cinquecentonove diviene così il dato reale.
Il settore più colpito dalle "morti bianche" - come ci ricorda anche una indagine di Repubblica - è quello dell'edilizia: 78 vittime da gennaio, il 29,4% sul totale. L'agricoltura, invece, con 73 vittime registra il 28,2%: i contadini muoiono soprattutto in età avanzata, schiacciati da trattori senza protezione che si ribaltano travolgendoli. Sono già 41 da inizio anno gli incidenti di questo tipo. L'industria, infine, ha già avuto 29 morti con una percentuale del 10,1% sul totale, mentre l'autotrasporto conta 22 vittime con il 8,3%. Gli stranieri hanno pagato e pagano un notevole tributo alla morte famelica: 29 unità nell'anno in corso, pari all'11% sul totale.
Le regioni in testa a questa drammatica classifica sono la Lombardia con 31 vittime sui luoghi di lavoro, la Sicilia con 24 e l'Emilia Romagna con 22. A dimostrazione del fatto che non c'è differenza fra aree evolute e degradate quando si tratta di sacrificare la sicurezza e la prevenzione in nome del profitto e del mito della produttività. Moltissime morti, si legge sul sito dell'Osservatorio di Bologna, sono dovute alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all'aperto quali l'edilizia, l'agricoltura, la manutenzione stradale e l'autotrasporto, e ciò conferma che la situazione è ancora più drammatica di ogni previsione. Si può consultare, in proposito, il Meteo della prevenzione e sicurezza sul lavoro.
Ai morti vanno poi aggiunti moltissimi feriti, alcuni dei quali gravemente, che - come riferisce sempre l'Osservatorio - sono costretti a non lavorare a causa delle lesioni riportate e non di rado senza nemmeno poter fruire delle tutele previste dalle leggi. Una cifra esatta, in questo senso, non c'è. E' del tutto ovvio, comunque, ritenere che per gli incidenti "minori" i datori di lavoro, al fine di evitare inchieste e problemi, "suggeriscano" ai lavoratori di ricorrere a cure private e spesso approssimative.
Gli ultimi sei caduti, quelli del 6 giugno nero-rosso-bianco-morte, sono un operaio romeno precipitato dal tetto dell'azienda per cui stava lavorando in provincia di Latina, due operai dipendenti di un'impresa di manutenzione di pozzi neri trovati morti all'interno di un pozzo a Vipiteno, un pescatore veneziano disperso in mare dopo che il peschereccio su cui stava lavorando è affondato, un operaio romeno folgorato mentre lavorava alla costruzione di un ponte sul fiume Giovenco in provincia di L'Aquila e, per finire, ancora un operario romeno morto schiacciato dalle ruote di un camion che stava riparando in officina a Marina di Carrara. Sempre ieri, sono rimasti feriti due lavoratori in un incidente verificatosi presso un'impresa metalmeccanica di Gela. Uno di loro è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni.
Si tratta, insomma, di un vero e proprio bollettino di guerra in costante divenire. Una "situazione insostenibile e inaccettabile", come ogni volta si affrettano a dichiarare i rappresentanti politici e del governo a telecamere accese. Quegli stessi rappresentanti che, stando ai numeri della "strage bianca" (oltre tre morti al giorno), andrebbero beffardamente ringraziati per la "premura" con cui salvaguardano gli oltre due milioni di disoccupati italiani dalla falce letale sempre in agguato quando si timbra il cartellino. Sono le controindicazioni dell'Occidente verrebbe da concludere... Dove può succedere che l'unica alternativa possibile sia fra l'invecchiare senza lavoro e il morire giovani a causa del lavoro. Almeno in questo, l'Italia appare sempre più all'avanguardia.
LE MAPPE DELLE MORTI SUL LAVORODAL 1° GENNAIO AL 31 MAGGIO 2011
La strage bianca
La strage bianca
La strage bianca
La strage bianca

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :