Ci sono ricette alle quali si è intimamente legati da un filo sottile.
Sono quelle ricette che ridestano ricordi o piacevole sensazioni, quelle ricette che nonostante il caldo afoso del primo giorno d’estate ti convincono ad impastare e ad accendere il forno.
Questa ricetta è una di quelle.
In primo luogo è uno dei pani più buoni che abbia mai mangiato in assoluto: soffice, saporito, profumato e condito dai miei adorati semi di sesamo, adatto ad essere mangiato solo o in accompagnamento alla chorba, ad una insalata, a della dolcissima confettura o a della crema di nocciole!
In secondo luogo la questione è affettiva dato che è stata la prima ricetta che mia cognata mi ha gentilmente donato.
Quando ti trovi lontana da una parte dei tuoi affetti, a migliaia di km, basta un semplice pane per scaldarti il cuore e avere l’impressione di riuscire a condividere qualcosa, nonostante la distanza ♥ .
Questo è il pane di casa, il Khobz Dar.
La strana coppia perchè…
Come avrete facilmente capito questo Khobz dar italiano non è, anzi – questa versione in particolare – è di origine berbera: e questa è la prima parte della coppia
La seconda parte è la semola che è stata usata per l’impasto, una farina di grano duro “Senatore Cappelli” (cultivar italianissimo ) donatami da due persone deliziose, che ho avuto il piacere di conoscere qualche giorno fa, Marianna & Chiara.
Ho promesso loro che le andrò a trovare nella loro azienda, Perniola Alimenti anche perchè le ho scoperte nientepopodimenoche “spacciatrici di pasta madre” .
Mi ha colpita la passione per ciò che fanno, la loro voglia di collaborare, il loro progetto, il loro credere che – nonostante i ritmi frenetici di questa vita – è ancora possibile scegliere un modo di vivere, di lavorare e di alimentarsi rispettando le tradizioni, la terra ed i suoi prodotti.
Ecco perchè la strana coppia: l’italianità di una farina tradizionale di qualità superiore fusa assieme ad una ricetta sì tradizionale ma geograficamente lontana.
KHOBZ DAR
500gr semola rimacinata (per me “Senatore Cappelli” di Perniola Alimenti)
2 cucchiai di olio d’ oliva
sale (per me circa 13gr)
1 lievito di birra (oppure 5gr di lievito disidratato)
acqua (circa 250/300ml a seconda dell’assorbimento)
una tazzina scarsa di latte (circa 60ml)
un cucchiaio di margarina (circa 40gr)
Ed ancora:
1 tuorlo
semi sesamo
Impastare, a mano o nella planetaria, la semola con l’olio, il lievito, l’ acqua (poca alla volta e secondo quella che la semola ne assorbe) e il sale sul bordo della fontana.
Aggiungere poi il latte e in ultimo la margarina, impastando in modo da ottenere un impasto liscio e morbido ma non appiccicoso.
Stendere la pasta in una teglia (per me del diametro di circa 35cm), ad un’altezza di circa 1 dito e mezzo e far lievitare, al riparo da correnti d’aria, fino al raddoppio.
Lucidare delicatamente la superficie con il tuorlo battuto, fare – sempre molto delicatamente – delle incisioni con una lametta (in modo da creare dei rombi) e decorare con i semi di sesamo.
Cuocere in forno caldo a 200-220°C fino a doratura (circa 20-30 minuti).
P.s. per gli acuti osservatori: le alveolature sono diverse perchè ho fotografato due khobz diversi
Con questa ricetta partecipo ai contest
Panissimo di Sonoiosandra e Bread & Companatico
Breakfast time di L’incapace in cucina
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