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La strana storia della Tritzinia - 1

Da Dallenebbiemantovane

Sul pianeta Zolfran, nella terra dei vulcani e dei laghi, esisteva un tempo un Paese chiamato Tritzinia, che da tempo era attraversato da una profonda crisi.

Per duecento anni questo piccolo staterello era vissuto di rendita grazie all’estrazione del prezioso omicron dalle pendici dei suoi vulcani, che serviva a produrre carburante per missioni spaziali e veniva acquistato ad aste furibonde da tutti gli Stati vicini e, spesso, anche da altri pianeti.

Il problema della Tritzinia era squisitamente demografico. Povero fino al 3067, al punto che i suoi abitanti si cibavano di erba e carogne di bestie putrefatte, superata l’ultima guerra interstellare per l’omicron (3058-60), si era ripreso e per una trentina d’anni i tritziniani avevano goduto di un ottimo stato sociale, di lavoro per tutti, scuole gratis, vacanze e navicelle spaziali a propulsione idrogenata.

Siccome appunto c’era lavoro per tutti, giustamente si era deciso di dividersene i frutti equamente. Così i tritziniani lavoravano solo per 30 anni a testa (cominciando a 20 dopo gli studi obbligatori e finendo a 50), dopodiché cedevano il posto a un figlio o una persona di loro scelta e poi si ritiravano per godere di una pensione pari all’ultimo stipendio, che trascorrevano serenamente tra pesca, montagna, mare, shopping e grandiose grigliate nelle seconde case tra gli ameni boschetti della Tritzinia sud-occidentale.

Anche la situazione politica era ottimale, rispetto ad altri Paesi tormentati da monarchi pazzi e dittatori isterici: la Tritzinia era una democrazia rappresentativo-elettiva, in cui tutti potevano votare dai 30 anni in su, età che i Saggi autori delle Dodici Tavole della Legge del 3068 avevano ritenuto il minimo per avere saggezza e discernimento.

L’unico neo, a voler essere pignoli, era che questa classe politica, la quale ormai viveva di rendita, aveva privilegi economici pazzeschi e saldissimi agganci con i finanzieri che gestivano le rendite dell’omicron, tanto che un bel giorno un cantante, un poveraccio drogato e ignorante, uno da compatire insomma, scrisse un pezzo che recitava:

...ladri di stato e stupratori
il grasso ventre dei commendatori
diete politicizzate
evasori legalizzati
auto blu
sangue blu
...
ma un bel giorno, per fortuna, si schiantò con la sua Porsche morendo dopo essere stato rifiutato da tre ospedali, e i suoi dischi furono ritirati dai negozi.
Quanto all'evasione legalizzata, in effetti non erano solo i politici (cioè coloro che facevano le leggi) ad approfittarne, ma anche la classe religiosa (che aveva qualsiasi esenzione fiscale possibile e immaginabile), la polizia fiscale (che chiudeva tutti e due gli occhi in cambio di sostanziose tangenti) e circa la metà della popolazione, che le tasse non le aveva mai pagate perché ufficialmente risultava nullatenente.
All'altra metà degli abitanti di Tritzinia, però, quei privilegi non davano fastidio, dato che anche loro- tutto sommato - vivevano nel benessere e, se per caso c'era qualche "marginale", qualche barbone, qualche povero, qualche malato di mente, bastava una denuncia e il soggetto indesiderabile spariva dalle strade e dalla circolazione, così la serenità poteva tornare a regnare sovrana, come del resto si vedeva in televisione e sui giornali. 

Era un Paese felice
, insomma. Erano tutti felici, tutti soddisfatti, uomini e donne, ricchi e meno ricchi, vecchi e giovani.
Mangiavano così tanta carne di dodo che...
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