Già, la tecnica. Mica semplice conquistarla, ma prima di arrivare a questa fase, forse c’è ancora qualcosa da tenere ben presente.
Quello che non è chiaro è che ogni storia ha la sua tecnica, perciò è inutile cercare “La” tecnica che ci risolverà sempre e comunque tutti i problemi.
Quando per esempio l’azione di un racconto o romanzo si sposta in un’altra città, diventa necessario rendere giustizia a questa città. Come si fa? Ci vuole la tecnica, per Giove! Bene: quindi?
Quindi buon lavoro.
La tecnica che si acquisisce non è il passe-partout che in maniera miracolosa interviene, e risolve i problemi. Non è il “deus ex machina” da invocare perché ci tolga le castagne dal fuoco.
“Oh, grande e sublime Tecnica! Vieni a me! Aiutami coi tuoi superpoteri!”.
Niente del genere. Sarebbe anche troppo facile, non ci sarebbe gusto, vero? E le cose semplici non abitano la scrittura.
La soluzione di solito si trova nella storia. È lei che agisce come una specie di lievito che permette di superare i problemi. La storia in un certo senso “contiene” la tecnica, e questo significa che ha la soluzione. Ma anche che ogni storia ha una sua tecnica, e per questa ragione è inutile cercare di impararla. Perché?
Perché quando si affronta una nuova storia, occorrerà cambiarla perché quello che affrontiamo sulla pagina è per forza di cose differente. Non c’è una tecnica che possa andar bene per tutto.
Quindi i libri sulla scrittura, o le scuole di scrittura sono perdite di tempo? No, non significa affatto che le scuole di scrittura o i libri siano inutili. Lo sono se vendono l’illusione di consegnarti le chiavi per il magico regno delle Lettere. Se affermano di insegnarti la tecnica e che dopo non avrai più problemi, perché sarà tutto in discesa.
Se vuoi scrivere, le difficoltà che incontrerai dovrai risolverle da solo.