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La terapia si basa sul lavoro

Creato il 01 marzo 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

La terapia si basa sul lavoro

La terapia si basa sul lavoro
“Il carrozzone era in panne e ci siamo dovuti fermare per effettuare le riparazioni. Siamo fermi da tempo esposti alle intemperie, a disagi di vario tipo e alla mercé dei malfattori e intanto il malessere generale aumenta. I tecnici che effettuano le riparazioni ci avevano avvisati: sarà un periodo lacrime e sangue.  Siamo ancora qui fermi dove non mancano ne lacrime, ne sangue in attesa di ripartire anche se questa sventura ci ha molto cambiati, non saremo più quelli di un tempo; abbiamo smesso di sognare e di scherzare. Siamo viaggiatori disincantati, sempre più ostili e diffidenti che iniziano ad azzannarsi l’un l’altro per motivi banali”.

 Quanto sopra potrebbe sembrare l’introduzione di un racconto del far west e invece è la descrizione metaforica della condizione attuale degli italiani, non di quelli che guidano, ovviamente, ma di quelli guidati. Pensando alla nostra bella Italia ci viene in mente che uno Stato è un maxisistema composto da un certo numero di sottosistemi che in diversa misura ripropongono e omologano il grande di cui fanno parte. Il più piccolo sottosistema della grande rosa, ma non certo il meno rappresentativo, è la famiglia. Noi, semplici viaggiatori, che non siamo ne tecnici specializzati, ne grandi esperti di interventi sociali per strategie di recupero e risanamento, ma non per questo meno degni del titolo di esseri umani pensanti e intelligenti, ci permettiamo di assimilare la crisi del paese alla crisi di un nucleo famigliare. Supponiamo, allora, la crisi di un nucleo famigliare in seguito a sciaguratezza e cattiva gestione dello stesso. La famiglia in questione si è molto indebitata per effetto degli spreghi, delle spese inutili, per il mancato “comune intento” dei componenti i quali invece di aver cura della famiglia di appartenenza hanno teso ognuno a sperperare e sfruttare il più possibile la situazione ecc. ecc. . La crisi che investe la famiglia in questione, ovviamente, non è solo di tipo economico, ma si estende con pari gravità sul piano psicologico con crisi morale e crisi di affettività. Un buon padre di famiglia che volesse riparare e riportare allo stato di salute il piccolo sottosistema dovrà, secondo la nostra umile visione, fare contemporaneamente degli interventi multipli. La prima cosa sarà ridurre gli sprechi, limitare i vizi, abolire le agiatezze, alzare l’età degli aventi diritto al sussidio, ridurre le spese insomma vita sobria ed oculata per tutti. Detta strategia sarà sicuramente opportuna quanto, però, non in grado di far fronte alla situazione debitoria venutasi a creare, poiché non basta tagliare, rinunciare, ridurre e chiudere tutti gli sportelli, ma è necessario che i componenti introducano energia nuova nel senso che devono tutti andare a lavorare; il lavoro consentirà quel nuovo reddito e quindi nuova ricchezza con la quale finalmente il nucleo in questione può abbattere la situazione debitoria. Il lavoro per tutti non solo consentirà alla famiglia il raggiungimento di una nuova stabilità ,ma consentirà anche il recupero e lo stato di salute sul piano psicologico consentendo ai vari componenti l’esperienza di sentirsi vivi e fattivi, capaci e potenti. Quel supposto buon padre di famiglia non può pensare che il microsistema famigliare è composto da robot che basta riprogrammare e il gioco è fatto, egli dovrà tenere presente che sta gestendo delle persone molto trascurate, divenute affettivamente carenti ed egoiste che avevano imparato a non rispettarsi, a fare ognuno gli affari propri a spese dell’altro quindi dovrà rieducare quelle anime ad una coscienza civile, al rispetto reciproco, al senso di appartenenza, al senso del dovere, dovrà suscitare in essi la fiducia ed il rispetto per l’autorità; quel buon padre di famiglia deve tenere sempre ed in contemporanea l’intelligenza in moto e il cuore acceso. La regola vuole che prima si semina e poi si raccoglie!


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