La torta di mele della mia mormor (min mormors äppelpaj) e l’importanza delle cose.
L’altro giorno si chiacchierava con un’amica sul peso da dare alle cose, leggero, lieve, che cose sono e ben altri sono i pesi e l’importanza. Eppure, si diceva, nelle cose c’è qualcosa di chi le ha possedute, gli oggetti ci parlano di chi li ha toccati, scaldati con il proprio tepore, fatti vivere tra le proprie mani.
Il vecchio quaderno marrone della mia Murmur (che si scrive mormor, ma si legge come l’ho scritto prima, e così ho sempre chiamato la mia amata nonna svedese, nonna da parte di mamma ‘mor’ e non di babbo ‘far’, che sarebbe stata quindi farmor) il vecchio quaderno marrone, dicevo, racchiude sì ricette italiane e svedesi, appunti e correzioni, ma è soprattutto la mappa precisa del rapporto della nonna con la cucina. E con la vita. Una storia allegra, perchè lei era una donna allegra, che cercava e trovava gioia in tutto ciò che faceva, nonostante non fosse sempre facile: la grande guerra, la morte della bellissima mamma, quando lei era ancora piccola, e poi il trasferimento in Italia, l’amore e il matrimonio osteggiato, la seconda guerra mondiale e poi l’esser vedova, a poco più di quarant’anni, tre figlie… eppure aveva sempre un sorriso, una canzone sulle labbra, un lampo di monelleria negli occhi profondi.
Il suo quaderno ricorda questo, la gioia di vivere, la capacità di distribuire il suo grande amore, il rigore e lo scompiglio. Il lampo del suo sorriso.
Vi ho già lasciato la ricetta di una sua torta di mele, imparata in Val d’Aosta, quando noi nipoti eravamo piccoli. Quella di oggi è la “sua” torta di mele. Forse una ricetta delle prime edizioni del Talismano della Felicità, su quelle recenti non c’è, forse invece arrivata con lei, sul piroscafo, dalla Scandinavia. Profuma di lei e del ricordo delle sue bellissime mani.
Mi piace averla preparata con le mele dell’albero piantato da mio papà, molti anni fa. Mele profumate e croccanti.
Cose. Che parlano d’amore.
La torta di mele della mia murmur
100g di burro buono
235 g di farina 00
135 g di zucchero + 1 cucchiaio per le mele
2 uova
latte, 1 bicchiere (o poco più)
12 g di lievito per dolci
300 g di mele
un pizzico di sale
due pizzichi di cannella
succo di un limone
pane grattugiato e burro per lo stampo
Pulire e sbucciare le mele, affettarle a spicchi abbastanza sottili e riunirli in una terrina, con il succo di limone, il cucchiaio di zucchero e un pizzico di cannella
Lavorare il burro ammorbidito, ma non sciolto, con i tuorli, fino a che l’impasto sarà gonfio e chiaro. Unire la farina, setacciata con il lievito, un pizzico di cannella, il sale e il latte. Montare gli albumi a neve e aggiungerli con delicatezza all’impasto.
Versare l’impasto nella teglia (20 cm ), precedentemente imburrata e poi spolverata di pane grattugiato fine.
Inserire le fettine di mela verticalmente e a raggiera, fino a esaurimento delle mele.
Infornare in forno caldo, a 180°, abbassando dopo 10 minuti a 160 e continuando la cottura per circa 35 minuti.
Fate sempre la prova stecchino, prima di sfornare.
Lasciate intiepidire il dolce, poi spolveratelo di zucchero a velo.