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La trasparenza è un fatto economico

Creato il 29 dicembre 2011 da Stiven1986

Credo di avere, oramai, una prospettiva di parte. Guardo le cose da Nord e mi chiedo se a queste latitudini alcune parole che la politica adotta e alcune esigenze che la politica cerca di interpretare potrebbero essere comprese.

Pippo ha scritto un post di fine anno, nel quale ricapitola le cose fatte in quest’anno, e nelle cose fatte si specchia l’Italia vista con gli occhi della Prossima Italia.

Ho pensato che alcune parole da poter tenere buone per il Nord – ma non solo per il Nord, è chiaro – potrebbero essere: lotta alla corruzione e trasparenza.

Lotta alla corruzione e trasparenza si tengono insieme, perché è difficile che completa trasparenza e corruzione convivano – ma in Italia siamo diabolici, quindi nulla è impossibile. E in mezzo ci mettiamo anche la selezione e il ricambio della classe dirigente. Due mandati possono bastare, per quanto mi riguarda. Due mandati sono il limite ultimo (si può fare solo qualche – qualche! – eccezione), perché al terzo si sanno già troppe cose, si possono toccare i fili elettrici senza prendere la scossa. Quei fili elettrici sono proprio i fili della corruzione o, ad ogni modo, della scarsa trasparenza, delle convergenze parallele. Ne abbiamo viste molte, ultimamente, e la Lombardia non ha sempre dato il buon esempio. C’è solo da sviluppare la traccia, di parlare delle conseguenze, perché mi sembra che le reazioni dominanti siano state, finora, di due tipi. La prima del genere: “Ah, che vergogna per l’immagine della Regione”. La seconda del genere: “Visto, anche al Nord c’avete la mafia”. Esiste anche l’evoluzione della seconda, alla quale siamo particolarmente affezionati, del genere: “Visto, anche al Nord c’abbiamo la mafia”, quasi fosse l’ammissione dell’esistenza di un male inguaribile e che siamo contenti di condividere con tutta la penisola.

E’ chiaro che se ci fermiamo qui l’analisi è scarsa. E’ il caso di fare un passo oltre, di sviluppare il tema e di iniziare a misurare i danni che queste aree oscure, tra il lecito e l’illecito – dove non sono già chiaramente del colore della Piovra – causano al tessuto produttivo, a quel tessuto produttivo diffuso nel Nord Italia che, in larga parte, oltre a subire una pressione fiscale elevatissima, si trova nella condizione in cui alcune aziende con le quali compete sul mercato (e sul mitico territorio) sono letteralmente drogate, dopate, avvantaggiate dall’esistenza di circuiti alternativi.

La beffa, naturalmente, sono poi i capitali evasi. Su On the Nord ne ho scritto oggi.

Questa mi sembra una sfida alta, lontana dai provincialismi e dalle opacità, da affrontare con coraggio. Per l’Italia intera.



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