Per verificare l’opinione negativa delle amiche, ho cercato, come al solito, un’indagine sull’argomento. Ne ho trovata una * che risale all’estate e in sostanza concorda con le impressioni “a pelle”. Lo studio è di Focus in Media, osservatorio della Fondazione per la Sussidiarietà. (…) offre una fotografia dei programmi tv per bambini da 0 a 14 anni, tenendo conto del processo di digitalizzazione, della moltiplicazione dei canali tematici dedicati ai target pre-scholar e scholar (sia free sia pay), della pluralità dei player e dei prodotti, dei generi e dei formati in programmazione (dall’animazione alla live-action, al tutorial)*
Tanto per cominciare ci fa sapere che l’Italia è uno dei Paesi europei che presenta il maggior numero di canali tv dedicati ai bambini (oltre 20) pari a Regno Unito, Spagna e Germania, ma con una disponibilità di investimenti limitata e una televisione poco accattivante. Infatti a fronte di un’offerta così abbondante non si riscontra un’analoga qualità dei contenuti, al contrario si evidenzia una limitata disponibilità di investimenti: i palinsesti della tv per i bambini sono fortemente ripetitivi; si ricorre per lo più a format stranieri, le linee editoriali sono poco differenziate e si recuperano prodotti vintage.
E, tra queste produzioni straniere (quelle nazionali non superano il 5% contro il 19% della Francia), un dato allarma in particolare i genitori: la crescente presenza di novelas sudamericane e sitcom. Allarma anche noi nonne e induce alla prudenza. Consiglierei, quando ospitiamo i nipotini, di chiedere precise istruzioni a papà e mamma sui programmi da scegliere per i piccoli. Ricordiamoci sempre che le scelte educative sono di loro competenza!
*http://www.bimbisaniebelli.it/
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