Magazine Diario personale

Sera di maggio

Da Nuvolesparsetraledita
SERA DI MAGGIO

Eppure sei stata felice, seduta vicino alla finestra a leggere i giornali – intimità confidenze novella 2000 oggi gente e poi grazia qualche volta – con l’odore delle gaggie che saliva sino al primo piano, quando maggio rifioriva le colline e le illuminava. Sei stata felice coi tuoi libri le tue storie, i personaggi che sognavi e non vivevi.

Il treno si è fermato ma non ti affretti: c’è tempo a scendere, ad andare a casa. La stazione è azzurra grigia, c’è un vociare, ragazzi che ritornano da scuola, i pendolari. Qualcuno sale sopra il treno, qualcuno è sceso insieme a te. Ti incammini lungo il viale, fa quasi freddo verso sera, la borsa pesa sulla spalla, le scarpe fanno male.

Eppure sei stata felice, quando leggevi e sentivi il profumo del mare, il giallo sole torrido contro la pelle, la salsedine che bruciava le labbra,  ed eri poco meno di una ragazzina; Itaca, il Pelide, Muzio Scevola e Camilla, Apollo con Vulcano e poi Re Artù: sei stata alla sua corte con l’americano, sei vissuta un po’ nel bosco con i nani, poi sulla Luna con Astolfo.

La piazza è grande, la fontana squilla. C’è gente che passeggia e non conosci, i negozi sono chiusi. Soltanto il carretto con il gelato passa, soltanto il suo richiamo guardi ma non cogli. Cammini verso casa, il corso, i portici, la libreria dove ogni volta  ti fermi e spesso entri. E’ già chiusa stasera, mercoledì tredici maggio, non c’è più nessuno.

Eppure sei stata felice quando studiavi, quando il mondo ti si apriva davanti agli occhi, quando nelle orecchie c’era nuova musica, nuovi rumori. Poi sei stata felice nella nuova casa, coi terrazzi pieni di fiori, coi compleanni verso la fine dell’estate e le stanze piene di bambini. Sei stata felice quando camminavi sempre in fretta, quando non sapevi conciliare sonno e veglia perchè avevi sempre da fare.

E’ soltanto mercoledì, la casa è ancora vuota; puoi guardare dalla finestra la luna appesa, le nuvole che trascorrono lungo il cielo; puoi guardare vivere, di fuori. Nel viale una ragazza è arrivata spingendo un passeggino. Maria, di fronte, ha già raccolto i panni stesi e adesso annaffia i gerani. Poi chiuderà le imposte.

Eppure puoi essere ancora felice, con l’odore delle gaggie che sale al primo piano, coi giornali – la stampa il corriere il sole focus starbene e poi grazia qualche volta – coi tuoi libri le tue storie che sogni e poi non scrivi. Puoi essere ancora felice coi compiti in classe nella borsa e la torta di mele in forno,  nell’attesa che la casa si riveli ancora colma, che tuo marito torni e ti saluti.

Ancora felice quando è quasi sera e sei a casa e non sei sola. Ricordi e squilli di telefono, il gatto che fa le fusa perchè sei tornata e i tuoi pensieri. La cucina da riordinare aspetterà, stasera vuoi ancora ricordare. Puoi essere ancora felice quando tosti il pane e metti in tavola il miele, la marmellata, i biscotti; quando accendi la radio ogni mattina e apri la finestra al nuovo giorno.

SERA DI MAGGIO

Mio marito ha un cuore generoso…
Mio marito ha un cuore generoso
come quello del dio che dona il primo verso.
La notte a sé non tira le coperte
sul petto non mi pungono i suoi peli
e al risveglio vorrebbe unirsi al coro
anonimo che sole e fame assillano.
Mio marito diffida delle ore scure
e al suo cospetto io mi vergogno.
E anche di vergognarmi mi vergogno.
Mio marito diffida delle cose oscure.
Così, per amor suo, io cambierò stile
e per lui terrò in serbo cose chiare.
Biancamaria Frabotta
Archiviato in:DIARIO, emozioni, riflessioni e momenti, STATI D'ANIMO Tagged: Biancamaria Frabotta, Sera di maggio

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