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La verità dietro facebook: tutto quello che (non) diciamo agli altri

Creato il 05 luglio 2014 da Marianocervone @marianocervone
La verità dietro facebook: tutto quello che (non) diciamo agli altri Da quando facebook è apparso sul web dieci anni fa, non sono cambiate soltanto le nostre abitudini di navigare internet, ma la nostra stessa concezione dei rapporti umani. Sempre più spesso infatti misuriamo l’amicizia e le nostre relazioni in base a “like” e “commenti”, sentendoci influenti, o impotenti, in base ai feedback che riceviamo da amici e parenti su post e fotografie. Un mondo, quello “social”, fatto di stati, link, video, fotografie, tutto un necessaire virtuale per sembrare più colti, profondi, felici e soddisfatti di quanto nella vita vera forse non si è. È quello che deve aver pensato Shaun Higton, che ha prodotto un documentario, What’s on your mind?, letteralmente “A cosa stai pensado?”, prendendo spunto dalla nota domanda che facebook pone all’interno della barra dei post. Un uomo frustrato, con una vita monotona e triste, una fidanzata assente ed una cena al microonde, prova un senso di invidia dinanzi alle foto “cool” dei suoi amici, con cene prelibate, vacanze da sogno e divertimento. Ecco allora che arriva il lampo di genio: la menzogna. Lo squallido pasto precotto si trasforma in sushi, l’indifferenza dei colleghi a lavoro in attonito silenzio estatico, la sbronza solitaria in un’auto sotto un ponte, in una serata di bagordi notturni. E mentre nella realtà si cola a picco, in quella virtuale, come una sorta di vita parallela, si ostenta al mondo benessere e felicità, come se vi fosse una tacita competizione tra noi e i nostri contatti sociali, una gara di piacere e piaceri, in cui vince chi ha il numero più alto di “mi piace” e commenti. L’idea in realtà non è del tutto nuova. Già Eric Scheffield, memore della massima del fotografo statunitense Neil Leifer, il quale dice che “la fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha”, agli inizi del 2014, con il cortometraggio The Facebook Facade, la facciata di facebook, provando ad immaginare cosa si nascondesse in realtà dietro il selfie in vacanza di una (apparentemente) perfetta coppia del noto social network. Lamentele, grida, scaramucce, nascoste da un sorriso smagliante di un autoscatto con cellulare sul panorama della città, a vantaggio di un pubblico di amici e parenti che ignari cliccano mi piace al post della coppia felice. E in un stream social, dove tutti condividono aperitivi al bar, nascite, viaggi, vacanze in mete esotiche, bambini prodigio, amori travolgenti e single rampanti, traguardi personali e professionali, è lecito chiedersi: ma noi siamo davvero felici o stiamo soltanto imparando a fingere bene?


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