Ho provato a parlarti, ma tu usi la punteggiatura come una persona normale, per questo, non ci siamo mai capiti.
Io dimenticavo le virgole.
Un giorno mi hai fatto vedere un libro, “Cosa ci vedi?” mi hai detto.
Ti ho risposto solo di aver notato degli errori di battitura tra un capoverso ed un altro.
Tu, con lo sguardo superiore ma infantile, mi hai risposto “ma come? non lo noti? non ci sono le virgole, come piace a te”.
Poi sei andato via. Punto.
Da quel giorno, ho iniziato a odiare tutte le cose che riguardavano te: il calcio, lo sport, il lunedì, le vacanze, il telefono, la mia stanza, i tuoi regali inutili, il calendario, il letto,
l’amore, la fedeltà, l’allergia ai funghi, e quel libro senza virgole.
Da quel giorno io le virgole, semplicemente le adoro. Ho inizato a riempire liste di cose da fare, quaderni di virgole e cose, virgole e nomi. Liste di cose che ho perso.
Le ho messe ovunque. Al lavoro, a casa, nel risotto, nelle canzoni, nel letto, nel latte, nel lettore mp3, nel bus, nel tuc, nel pus, nel tum pa-pà.
Le ho così idealizzate che sono diventate un ossessione.
Ho iniziato a parlare con loro e alla fine gli ho dato una forma. Un viso, un naso, due occhi e un corpo…e che corpo.
Dopo averla creata e averci parlato, io quella virgola, ne ero così fortemente attratta che me la sono fatta.
Poi siamo andate a prendere un caffè al bar sotto casa. Ha offerto lei.
Gli ho detto che mi spiaceva, che è stato un errore.
In generale, sottovalutavo le virgole. E’stata male un millessimo di secondo, poi come se niente fosse mi ha salutata.
Poi sei andato via. Punto. Anzi, virgola.