Magazine Cultura

La vita di Giuseppe Garibaldi – 10

Creato il 27 giugno 2013 da Albix

La vita di Giuseppe Garibaldi – 10

L’Epopea dei  Mille e le camicie rosse (1859-1861)

Se Garibaldi è il leone, coraggioso e combattivo, Cavour è la volpe, l’astuzia e l’attesa!

Cavour, presidente del governo del Regno di Sardegna, si   impegna nella guerra di Crimea per essere più vicino alla Francia di Napoleone III. A seguito di Plombières,  trattato di alleanza tra la Francia e la Sardegna, Cavour provoca  un attacco da parte dell’Austria,  per consentire l’attivazione dell’accordo di assistenza da parte della Francia.
Così Cavour sta sviluppando una serie di provocazioni, e l’Austria cadde nella trappola.

Il 26 Aprile 1859, l’Austria apre così le ostilità contro il Piemonte, ciò che innesca le condizioni di esecuzione dell’alleanza franco-sarda. Il 27 aprile 1859, gli austriaci hanno attraversato il confine del Ticino, e lo stesso giorno, i francesi hanno attraversato le Alpi.

Nel 1858-1859, Cavour e Garibaldi si vedono per la prima volta nel 1856. Lo statista sabaudo prevede di utilizzarlo attivamente nella guerra imminente, mettendolo a capo di volontari. I 3.200 uomini reclutati da Garibaldi diventano, il 17 marzo, il corpo dei Cacciatori delle Alpi sotto l’autorità del generale Cialdini. Garibaldi è  nominato maggiore generale. Per la prima volta incontra  Vittorio Emanuele II.

Il rapporto tra Garibaldi e Cavour soddisfa le esigenze della situazione fino alla fine della seconda guerra d’indipendenza (1859). Garibaldi supporta l’azione di governo e la preparazione del conflitto per  espellere l’Austria, mentre  Garibaldi propugna  il supporto per l’insurrezione lombarda per provocare la guerra.

I primi disaccordi appaiono poco dopo, soprattutto quando Cavour cede Nizza alla  Francia, nel 1860. E più tardi ancora, prima della morte di Cavour, Garibaldi, dopo avere  fortemente criticato il governo italiano perchè  vorrebbe sciogliere l’esercito del sud che ha partecipato alla spedizione dei Mill  (Garibaldi otterrà dal re l’immissione dei garibaldini nei ranghi dell’esercito regio ma, come diremo in seguito, Cavour boicotterà in parte questo accordo).

Ma torniamo al 1859 . Garibaldi, quindi, assume la difesa del  Lago Maggiore con il permesso di reclutare nuovi volontari. Il 23 maggio, ha iniziato una campagna di successo nel nord della Lombardia. Il 26 maggio, egli spinge il generale comandante austriaco  a Varese e dopo avere sconfitto l’esercito austriaco nella battaglia di San Fermo, prende la città di Como. Per le sue azioni, è stato insignito della medaglia d’oro al valor militare.  The Times riferisce le sue imprese e Marx ed Engels parlano regolarmente sul New York Daily Tribune delle imprese di Garibaldi.

L’8 Luglio 1859, Napoleone III firma l’armistizio  ponendo fine alla seconda guerra di indipendenza italiana. La Lombardia è unita al Regno di Sardegna, mentre Venezia rimane austriaca. Alcuni piccoli ducati (Firenze, Parma, Bologna, Modena) dichiarano la loro annessione al Regno di Sardegna e il 10 agosto, una lega militare è  affidata a Garibaldi, che ne accetta il comando, dopo le dimissioni dall’esercito sardo.

Questo ruolo di  organizzatore,  operativo in nulla, nonè  adatto a Garibaldi.  Torino manda così Manfredo Fanti a sostituire Garibaldi. Sotto l’autorità di Franti, è quindi in grado di svolgere l’azione per la quale egli chiede il supporto di Mazzini, tentando una invasione delle Marche e dell’Umbria pontificia. Una serie di decisioni contraddittorie lo porteranno a dimettersi il 15 novembre, su richiesta di Vittorio Emanuele II.

Nel mese di aprile 1860 Garibaldi fu chiesto di dirigere una spedizione per sostenere la rivolta iniziata a Palermo, Sicilia. Dopo qualche esitazione, ha deciso di partecipare alla invasione del Regno delle Due Sicilie, il numero di volontari ha raggiunto un migliaio di uomini, che ha dato il nome alla società leggendaria. Garibaldi è supportato con cautela da parte del governo del Regno di Sardegna.

L’imbarco delle truppe, avviene  la notte del 5 maggio a Quarto, vicino a Genova, e il viaggio comincia in disordine, senza munizioni e scarsità di carbone. L’11 maggio, le due navi, Piemonte e Lombardo,  arrivano in Sicilia e sbarcano a Marsala, godendo della protezione di due navi inglesi che entrano nel porto. Non di meno le navi borboniche, come dice Garibaldi nelle sue Memorie, sparano contro  i  Garibaldini, già sbarcati, ma senza successo.

Il combattimento svolge  a vantaggio di Garibaldi aiutato dai siciliani: vincono a Calatafimi il 15 maggio 1860, entrano vittoriosi a  Palermo il 27 maggio e risultano vincitori  nei pressi dello Stretto di Messina, a Milazzo, il 20 luglio.

Dal mese di maggio, Garibaldi si proclamò dittatore (nel senso romano del termine), in nome di Vittorio Emanuele II, e nel mese di giugno, ha formato un governo. Pertanto, Garibaldi continua la sua conquista del continente e marcia su Napoli, che  prende il 7 SET 1860.

Cavour ha organizzato una spedizione per impedire il consolidamento del potere Garibaldi, temendo che egli  formi una repubblica. Le truppe piemontesi combattono le truppe pontificie a Castelfidardo. Garibaldi affronta e sconfigge i 20.000 soldati dell’esercito dei Borboni a Volturno.

I plebisciti in Sicilia e di Napoli ratificano l’annessione del Regno delle Due Sicilie in favore del  Piemonte. Il 26 ottobre nei pressi di Teano Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II e lo saluta  come il Re d’Italia.

Il 9 nov 1860, Garibaldi si ritira a Caprera dopo aver rifiutato tutte le ricompense, ciò che affascina i suoi contemporanei quasi quanto la sua attività.

Garibaldi è il vero artefice della unificazione del Regno d’Italia, il quale è solennemente   proclamato 17 marzo, 1861.

Quando egli entra  all’interno del parlamento italiano, dopo essere stato eletto deputato nel  primo parlamento italiano, i deputati accolgono il suo ingresso con una ovazione.

Questa è l’occasione per lui di prendere una posizione, ha espresso il suo disaccordo con il rifiuto delle autorità e in particolare di Fanti, ministro della guerra, di integrare i volontari dell’esercito meridionale nell’esercito regolare.

Cavour reagisce violentemente chiedendo invano, al presidente della Camera di Rattazzi di richiamare all’ ordine Garibaldi. La riunione è sospesa. Nino Bixio tenta nei giorni successivi una riconciliazione . Garibaldi, che è tornato a Caprera, ottiene un successo parziale. Dopo pochi giorni, molti dei suoi ufficiali e parte dell’esercito meridionale sono integrati.

A tal proposito mi sia consentita una digressione e una autocitazione: ho scritto un romanzo sulla storia vera di un Garibaldino siciliano, chiamato Gaspare Nicolosi, che è stato integrato nell’esercito regolare e che ha fatto carriera  fino al gradi di colonnello!
La  nipote del Garibaldi, che mi ha contato la storia, si chiamava Silvia Nicolosi, e viveva a Cagliari dove è morta a  100 anni nel 2012! Il romanzo è stato pubblicato con il titolo  “Un amore Garibaldino” che ha dato il  titolo anche a un  musical  che spero venga  rappresentato al più presto!

Cavour morì il 6 giugno, senza che i rapporti con il nostro eroe siano migliorate.
Il suo triste destino: ha visto l’Italia unita e subito dopo è avvenuta la sua morte. Questa è la vita, cari amici!

… continua…


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :