Tg la 7 apre l’edizione serale con la notizia riguardante le ore decisive che la Libia sta vivendo. E’ la fase finale, con i ribelli penetrati nella capitale in un’azione combinata con le forze Nato, la guerra è arrivata a Tripoli al grido di “Allah Akbar” diffuso attraverso l’altoparlante delle moschee. Sparatorie ed esplosioni si susseguono incessantemente, come le notizie che rimbalzano di momento in momento tenendo aggiornato l’occidente che guarda con interesse l’esito del capitolo libico.

La situazione dunque è alle fasi finali e la diplomazia dovrà ridisegnare la nuova Libia, una volta caduto il regime di Gheddafi, quale sarà il futuro del Paese in mano agli insorti? Si ristabilirà un equilibrio? Sarà garantita la libertà di religione e la tutela dei migranti? E’ la resa dei conti di un popolo sottomesso ad un dittatore sanguinario, un popolo sfruttato e affamato che con la forza della disperazione si è ribellato per conquistare un regime democratico. Il regime di Muammar Gheddafi è ormai segnato. I ribelli si sono aperti la strada in ogni angolo della capitale, facendo irruzione nel cuore della città, dove sono stati accolti dai cori di approvazione della folla che aspetta la fine dei 42 anni al potere del rais. Una nuova Libia attende il suo futuro. L’intera comunità europea e l’Onu garantiranno l’impegno per attivare nuovi rapporti con il paese, stabilire la rotta futura e pianificare il post-Gheddafi prevedendo diversi scenari che potrebbero formarsi per affrontare nel modo migliore la caduta del rais.

Non ci resta che osservare gli eventi, attendere e sperare che in Libia possa sbocciare finalmente una ”primavera” di rinascita. Ma non sarà una questione di ore. La guerra per l’allocazione delle risorse e per la distribuzione del potere è appena cominciata e il nostro sguardo umano si volge alla speranza di evitare altre vittime civili e appoggia le parole del Presidente Barack Obama: ”Il regime di Gheddafi oramai volge al termine e il futuro della Libia è ora nelle mani del suo popolo, Gheddafi ha ora la possibilità di evitare ulteriori bagni di sangue”.






