L’ovvietà è che, dal confronto di queste primarie, è uscito un vincitore il cui nome è Pier Luigi Bersani.
Da qui e ora comincia il lavoro da intraprendere per proiettare la stessa passione civile e politica, sin qui dimostrata da tutti i partecipanti, alle prossime elezioni.
La vittoria più grande riguarda l’ampia adesione che quest’occasione ha catalizzato su di sé.
Quest’importante patrimonio – tutto! – dovrà trovare adeguato ascolto e sponda da parte di chi è stato chiamato a guidare l’intero centrosinistra.
Pier Luigi Bersani dovrà farsi interprete di tutte le istanze, le aspirazioni, i desideri e le aspettative che si sono manifestate, al di là della temporanea collocazione di ciascuno su versanti diversi e contrapposti.
Ecco perché occorrerà tenere conto delle minoranze “sconfitte” e creare quell’opportunità di vittoria collettiva di cui il centrosinistra ha bisogno e non può fare a meno.
All’indomani del risultato scaturito dal ballottaggio, le divisioni – che hanno avuto una loro ragion d’essere – devono cedere il passo al giusto riconoscimento delle ragioni di chi ha vinto e (ac)cogliere tutta quella serie di nuove opportunità offerte da chi ha portato il suo importante contributo politico in queste primarie.
Il compito ed il ruolo d’un vero leader non è quello di governare da solo, ma è dato dalla capacità di presentarsi come rappresentante dell’intero schieramento, ora chiamato a superare le distinzioni, a cercare/trovare la comunanza d’idee e d’intenti e a fare squadra.
Ha prevalso una linea politica che non potrà dimostrarsi cieca e sorda rispetto alla necessità del cambiamento e del rinnovamento che, in maniera rilevante, sono emersi come irrinunciabili.
E’ un’occasione imperdibile per dare vita a quel centrosinistra a vocazione autenticamente maggioritaria e per far sì che prenda finalmente corpo, forma e sostanza, senza restare ancorato a quell’eterna aspirazione rimasta sinora e sempre irrealizzata, incompleta e incompiuta.
L’errore da non commettere è quello di far pesare le divisioni sempre e ineluttabilmente insupersabili.
Si apra – adesso! – l’era del confronto e del dialogo.
Pier Luigi Bersani dimostri d’essere il leader del nuovo centrosinistra maggioritario e plurale.
Bastano solo un paio di telefonate e poi un tavolo attorno al quale sedersi e discutere delle prospettive future.
Il patrimonio da raccogliere è ben più ampio di questa prima e parziale vittoria.
Il futuro si conquista e si vince uniti.
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