Mi domando insistentemente da ieri chi comprerebbe mai una Ferrari fabbricata all’estero con il motore a metano. Non un utente comune viste le dimensioni non proprio da utilitaria della vettura .Forse un emiro per avere l’ennesima stranezza, ma sono certa che passati un paio di giorni , l’oggetto finirebbe nell’angolo piu’ oscuro del super garage.
Sicuramente non un culture dell’automobile,perché questo prototipo sarebbe un aborto dell’idea della casa di Maranello: ve la immaginate una 360 Modena con un bel Made in Bulgaria sul volante? Presupposto cio’, ora mi spiegate il senso della collezione Lanvin (heart) H&M? I piu’ mi risponderanno “ Per una moda piu’ democratica”. Sbagliato!
Basti leggere l’articolo del NY Mag datato 22 Novembre”Shoppers Spent As Much on H&M Lanvin As They Might Have on Real Lanvin”[1]. Poi cosa c’è di democratico in un mettersi in coda dalle 5 di una mattina di Novembre (clima non proprio ideale per una notte sotto le stelle)e attendere quattro ore per 15 minuti scarsi di shopping?Chi puo’ permettersi un tale lusso?
Non un disabile (giusta riflessione di Marco), non una donna incinta ( poveri uomini gia’ immagino i discorsi” Amore puoi andar da H&M…il bambino potrebbe nascere con la voglia di Lanvin!!!”), non una persona con un lavoro ( neanche i metronotte a meno che non abbiano voglia di far lo straordinario e francamente sono certa che chi ha un lavoro non chiederebbe mai le ferie per una tortura simile).
Abbiamo gia’ escluso cosi una grossa fetta di mercato, e non ho ancora considerato la gente sana di mente, perché – chiedo venia delle parole un po’ forti –non credo che tutti quelli in fila soffrissero d’insonnia.Ed è stata una scena che si è ripetuta ovunque nel mondo ( tranne in quei posti come c’è qualcosa di piu’ importante da fare- ricostruire un paese,combattere una guerra, mangiare…)
Non voglio spendere parole sulla collezione che è stata definita ICONOGRAFICA ( trad. vecchia) .Qualita’ non mi esprimo poiché non ho toccato i tessuti, bisognerebbe chiamare degli esperti.E poi come diceva un vecchio detto “ Non è bello cio’ che è bello, ma è bello ciò che piace”.
Ora, ho qualche dubbio su chi decida il senso estetico delle cose perchè se devono essere dei bloggers piu’ o meno famosi , le solite fashioniste a dichiarare cio’ “che è bello” , ritorniamo sulla democrazia della collaborazione stessa. Collaborazione che l’azienda Lanvin ha gia’ effettuato con la meno famosa ai piu’ ACNE Studio per una collezione denim…chiamata indovinate un po’, Lanvin (hearts) ACNE.
Lo stilista della griffe francese, Alber Elbaz, prova a spiegarla così, con venature da manager: “Il denim è la prima di una serie di nicchie di prodotto che vorrei costruire da qui in avanti”.[2]Mai parole furono cosi’ nefaste. Si, lo stilista della maison è ALBER ELBAZ! Non come detto da una voce del coro ieri nella folla da H&M a Bari“.
Gli abiti sono disegnati dallo stilista stesso Lanvin in persona” Aperta e chiusa parentesi,Jeanne Lanvin era una donna ed è morta nel 1946. ( scusate la ripetizione liberamente tratta dal mio status di Facebook ma è stato piu’ forte di me). Questo secondo co-branding pero’ non ha sortito gli stessi deliri collettivi perché mancava l’esercito mediatico ( PR-Bloggers-Fashion Editors-Fashion Iste eIcons) formato da una persona che considero un genio: Margareta van der Bosch, creative advisor di H&M..
Questa donna, signori miei, ci ha fatto fessi tutti quanti (me compresa che ho speso 9 euro per stampare una t shirt di protesta e ho tediato diverse persone per parlare di qualcosa che non è, lo ricordo e lo sottolineo, la cura per il cancro!) per l’ennesima volta.Questa donna ha preso un marchio ,l’ha messo su un capo dalla dubbia qualità e ci ha fatto credere con un grande gioco di prestigio che non avremmo potuto vivere senza di esso: GENIALE!
Sono le persone come Margareta che muovono questi megacolossi da 8,4 miliardi di euro di fatturato nei primi nove mesi del 2010 (+7%). Oramai la moda è questo, non è piu’ una rivoluzione culturale , un sogno, un desiderio, un sacrificio economico( con 100 euro si ha oramai accesso a marchi di Couture, e ditemi chi non riesce in due mesi- tempo del bombardamento mediatico-a mettersi 100 euro da parte),oramai la moda è un numero, cosi amato dal marketing.
L’haute couture che per definizione è” Esclusivi abiti su misura, realizzati dai modelli di una collezione, che corrisponde a una determinata stagione dell’anno, la cui prima presentazione risulta determinante per la moda in generale. “[3] si sposa con il mass market low cost; ecco la Ferrari made in Bulgaria.
Non mi sarei sdegnata se non avessi visto con i miei occhi i pianti e le grida,non mi reputo ne un arbiter elegantiarum ne una rivoluzionaria anzi ,sono per ogni tipo di liberta’anche quella di mettersi in fila davanti ad un negozio chiuso , ma francamente qui mi sa tanto che di liberta’,di moda, di arte non se ne parla proprio .Inoltre questo spettacolo mi diverte e anche tanto.
Mi diverte la tote Lanvin(heart) H&M per Unicef , che in uno slancio di bonta’ oltre agli aiuti umanitari offerti alle anime dannate in fila…ma avete perso tutte le spesanze voi che siete entrati?) sara ‘ disponibile in tutti gli stores. Mi diverte l’ipocrisia di Alaia[4] ,da sempre un anticonformista ,che ora si vuol proporre come nuovo designer per H&M (problemini di fatturato?).
Mi diverte questo mondo della moda che sta diventando sempre piu’ simile a Matrix(non il programma tv): si deve scegliere se “pillola blu o pillola rossa”,consapevoli o addormentati.La vera figata è essere nel sistema ma usarlo e modularlo secondo la propria individualita’,come dei veri “eletti”.
In attesa di comprare il mio primo Lanvin a Parigi magari ,continuo a far shopping nei desolati lunedi mattina da H&M, ringrazio i ragazzi di H&M che hanno lavorato come pazzi (sono loro i veri eroi!)e Marco e Flavia che mi hanno permesso di scrivere questo post.
ARTICOLO SCRITTO DA GILDAKORAL FLORA [email protected]
[1]http://nymag.com/daily/fashion/2010/11/shoppers_spent_as_much_on_hm_l.html
[2] http://www.fashionblog.it/post/4972/lanvin-pensa-al-denim-con-acne-jeans
[3] http://abbigliamento.cercamoda.it/haute_couture_ssc_535.htm
[4] http://fashionista.com/2010/04/azzedine-alaia-tells-flaunt-hed-love-to-design-for-hm/