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Larghe intese a casa: qualcuno ne dubitava?

Creato il 28 settembre 2013 da Alessandro @AleTrasforini
Squillino le trombe e rullino i tamburi: i ministri del PdL si sono dimessi un giorno dopo dei Parlamentari! Qualcuno ha sospetti differenti dall'esito che sembra ora profilarsi dinanzi alle "larghe intese" spacciate fino a poco tempo fa come panacea a tutti i mali? La "ragione" per tale gesto è stata ridicolmente attribuita alla mancata abolizione dell'innalzamento dell'Iva, ormai automatico dal prossimo primo ottobre: 
"[...] I ministri del Pdl presentino subito le dimissioni per non essere complici dell'aumento dell'Iva. [...] Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo [...] a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani. [...]" 
Dove finiranno adesso i difensori a spada tratta delle "larghe intese" in favore di un'alta forma di "stabilità" da realizzare con coloro i quali hanno contribuito più di ogni altro a sfasciare l'Italia? Le motivazioni divulgate rischiano di essere nient'altro che l'ennesima farsa dello stesso siparietto che si dirama da ormai vent'anni: la mancata abolizione dell'Iva rischia di essere infatti ricollegabile (legittimamente) alla mancanza di risorse. Per quali ragioni mancano le risorse economiche? In un Paese come l'Italia la memoria di elett(or)i rischia di essere sempre troppo corta. Chi fu "costretto" ad approvare le condizioni tragico-economiche nelle quali immergere l'Italia per gli anni che stiamo attualmente vivendo? Fu lo stesso B. che oggi cerca di proclamarsi salvatore nazionale paventando la possibilità di "valutare l'opportunità di presentare immediatamente [...] le dimissioni" dei "suoi" Ministri.  E' sufficiente andare indietro di qualche anno per avere la prova provata delle situazioni attualmente in corso d'opera: 
"[...]Anticipo di un anno, al 2013, del pareggio di bilancio previsto dalla manovra finanziaria; introduzione del vincolo di equilibrio dei conti nella Costituzione; [...]. Sono questi gli interventi con i quali il governo intende affrontare la crisi. [...]"
Chi oggi cerca di ergersi a salvatore della patria e delle famigerate "tasche degli italiani" fu lo stesso che, non troppo tempo fa, fu "costretto" a proclamare lo stato di guerra in conti pubblici dissestati e disastrati: 
"[...] Abbiamo pensato a misure che abbiamo introdotto nel decreto legge manovra con quindi la possibilità del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013 anzichè nel 2014. [...]"
Il pareggio di bilancio anticipato ha generato il pericoloso "figlio" dell'ormai famoso 3% da dover rispettare in fatto di deficit per l'anno corrente. In altre parole, pertanto, le attuali "manovre" economiche scontano le promesse fatte da un Governo a credibilità 0 in una lettera di impegni consegnata all'Europa nell'estate del 2011. Fu infatti da queste promesse politiche restrittive che discese la decisione (ingiusta e discutibilissima) di approvare per l'Italia la promessa di rimanere sotto alla soglia del precedente citato 3%. Il controsenso ed i giochi di parole dovrebbero essere ormai palesi e conclamati: condizionale d'obbligo, viste certe (recenti) tristezze. La questione dell'Iva nient'altro è che l'ennesimo specchietto per le allodole volto a nascondere la stessa, ventennale, disgustosa, perpetuata, ineludibile ed identica motivazione: salvare B. ad ogni costo, anche a scapito del fallimento nazionale.  Le ormai morenti "larghe intese" erano nate con il presupposto di affossare anche queste logiche?  Qualcuno aveva avuto il coraggio di credere in un "lupo" diventato improvvisamente "agnello" al servizio dell'interesse nazionale? Chi sta ora facendo l'impossibile per far cadere un (discutibile) Governo per presunte "questioni economiche" è lo stesso che, giusto due anni fa, aveva spianato tutte le possibili strade per arrivare a questo tragi(comi)co punto. Ha colpe evidenti solo chi aveva costruito questi sentieri dissestati e già votati allo sfascio socio-economico? La risposta è evidentemente positiva, ma non esclusiva.  Ha altr(ettant)e colpe chi ha visto nelle "larghe intese" e nel clima di moderazione-pacificazione-[...] nazionale la sola strada per direzionare un cambiamento che nei fatti non era (è e sarà) più rimandabile.  Ha colpe chi ha favorito il clima attuale, "sparando" politicamente nel buio dell'urna per affossare un Candidato alla Presidenza della Repubblica dopo un'acclamazione (apparentemente) unanime ed universale.  Ha colpe chi ha descritto come "eretici" tutti coloro che erano (e sono tutt'ora) scettici nei confronti di accordi presi con le istituzioni europee, soprattutto in un momento socio-economico nel quale il rispetto degli stessi era (ed è) impossibile.  Hanno colpe tutti coloro che hanno difeso e votato a spada tratta larga parte di questi accordi, a maggior ragione in un momento nel quale era lecito cercare di intavolare discussioni per cercare di modificarli e/o migliorarli.  La dipendenza dalle "larghe intese" è stata confusa con l'inevitabilità di ottenere "larghi compromessi" con cui consentire sviluppo e vita ad un Governo che poteva operare sulla scia del miliardo da raschiare dal barile, al fine di evitare quello che fra qualche tempo rischia di diventare inevitabile.  Il tentativo patetico di scaricare le colpe solo ed esclusivamente sulle (solite) parti politiche non deve andare in porto, almeno questa volta: deve essere chiaro chi ha condotto questo Stato sulla rotta del fallimento sociale, chi ha inaugurato per primo l'ottica delle "manovre lacrime e sangue" per non far precipitare un Governo che aveva credibilità 0 nei confronti dell'intero globo.  Deve essere chiaro chi ha difeso demagogicamente il traguardo dell'abolizione dell'Imu per l'anno 2013, salvo poi rivederla fare capolino sottoforma di nuova tassa "dei servizi" per i cittadini italiani.  Avrebbero dovuti essere chiari sin dall'inizio i margini di impossibilità entro cui muoversi, dato che gli spazi per effettuare grandi manovre erano nulli un tempo così come sono azzerati oggi.  Dovrebbe essere chiaro che i margini di manovra rischiano di essere impossibili anche nel domani, qualora non si cerchi di tagliare radicalmente ove necessario e/o di ridiscutere accordi vincolanti presi nelle sedi competenti.  Chi si era proposto di parlare alla patria con il "linguaggio sovversivo della verità" (cit.) avrebbe dovuto rendere merito alle prospettive inaugurali fino in fondo.  Grazie a queste dimissioni, pertanto, rischierebbero di realizzarsi misure demagogicamente propense al divenire scudo elettorale per il "solito noto" B.: ritorno dell'Imu, innalzamento dell'Iva, sforamento del 3% sul deficit annuale. Ognuno di tali punti rischia di diventare uno scudo per colui che, sin dall'inizio, ha cercato di tutelare la propria immunità giudiziaria a (di)scapito di un Paese intero. Dovrebbero essere chiare sin da ora (difficile, visti i precedenti) le emergenze da risolvere per il futuro più immediato dell'intera nazione: 
  • chiusura della legge di stabilità;
  • modifica radicale della legge elettorale;
  • varie ed eventuali misure per la stabilizzazione dei conti pubblici. 
Siano verificati i pro ed i contro per la procedura di sforamento del deficit, si cerchino maggioranze alternative per cambiare radicalmente quell'obrobrio che nel dibattito collettivo è stato identificato come "legge elettorale".  Quasi impossibile attendersi lealtà da coloro i quali non ne hanno dimostrata con i fatti nei confronti del Paese intero per oltre venti anni.  Quasi impossibile aspettarsi lealtà da parte di coloro che avevano annunciato a più riprese "provvedimenti shock" per rialzare l'economia del Paese: che fine hanno fatto i mirabolanti piani di dismissioni pubbliche? Che fine faranno le misure paventate come immediatamente adottabili per abbassare il costo del lavoro, il livello di tassazione e l'abbassamento del tetto del debito pubblico? Se a queste (e moltissime) altre domande esistono risposte, si cerchi di mettere in pratica urgenti soluzioni.  La stabilità non dovrà diventare immobilità, così come l'irresponsabilità dimostrata dagli stessi identici non ha saputo restare travestita da lealtà per molto tempo.  L'aumento dell'Iva è una ragione ridicolmente fallace per giustificare un gesto come questo, soprattutto se si osserva il discorso alla luce degli avvenimenti storicamente documentabili negli anni precedenti. L'urgenza di maggioranze alternative è quindi più inevitabile che mai, soprattutto per coloro che ad oggi potrebbero (teoricamente) scongelare le forze elettorali fino ad oggi preservate.  Parte dell'appello per un futuro diverso va, per fortuna o purtroppo, alle fibre di coloro che sin dall'inizio si sono definiti "oltre" i normali schemi della politica del sistema partitico. Se le forze di centrosinistra sono realmente così uguali alle altre, da oggi sono ricattabili: convincetele a ragionare sul vostro programma, a discutere  su reali punti su cui inseguire il cambiamento.  Instaurate un dibattito pubblico costruttivo, applicando nella realtà collettiva i vostri (o sempre del solito?) piani di "democrazia diretta". Qualora questo non vi vada bene, per ragioni anche giustificabili e legittime, cercate di discutere attorno alla concreta possibilità di promuovere una nuova legge elettorale.  Serve responsabilità per l'approvazione della legge di stabilità, serve responsabilità per dibattere attorno ad una seria disposizione legislativa attorno al conflitto d'interessi. Non sono tuttavia esclusi colpi di coda, ritiri e/o smentite, altri allegorici e demagogici annunci: il clima da "larghe intese" dovrebbe essersi comunque rotto, si spera definitivamente.  Non è più possibile intavolare con "certe" parti politiche ragionamenti attorno a concetti qualiresponsabilità, pacificazione od inseguimento del bene collettivo. Per alcuni non avrebbe mai dovuto essere possibile discutere di certi valori con "certe" parti politiche, ma questa è un'altra storia  che non è mai interessata (purtroppo) a nessuno.  In caso contrario, il ritorno alle urne dovrebbe essere l'altra (alternativa) strada maestra. 
LARGHE INTESE A CASA: QUALCUNO NE DUBITAVA? Per saperne di più: 
"Governo, crisi aperta: ministri PdL lasciano. Berlusconi: 'No a ultimatum a Letta e Pd'", La Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2013/09/28/news/berlusconi_no_ultimatum_letta-67472967/)
"Berlusconi e Tremonti: pareggio di bilancio anticipato al 2013.", Corriere.it (http://www.corriere.it/economia/11_agosto_05/berlusconi-tremonti-conferenza-stampa_5e64af9a-bf88-11e0-9335-6a1fd5e65f3e.shtml)
"Manovra, il PD: 'scelte irresponsabili'.", Corriere.it (http://www.corriere.it/politica/11_agosto_05/manovra-reazioni-pd-anticipo-senza-correzioni-irresponsabile_80c3bae4-bf93-11e0-9335-6a1fd5e65f3e.shtml?fr=correlati)
"Lettera della BCE, la vera storia", Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/12/lettera-della-vera-storia/227690/)


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