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Tra gli eroi della spy story che mi sono particolarmente cari e vicini nell’ispirazione, non poteva mancare il personaggio di questa settimana. Per due motivi. Durante il periodo in cui ho curato le scelte di Segretissimo fu un mio fiore all’occhiello averlo riscoperto e ripubblicato integralmente nella collana. Secondariamente l’autore è uno dei più grandi professionisti del settore e lo considero sicuramente uno dei miei maestri,di quelli dei quali ho letto le storie sin da bambino e certamente hanno contribuito ad arricchire il mio immaginario. Largo Winch è un fortunato personaggio multimediale creato all’inizio degli anni ’80 da Ian Van Hamme, sceneggiatore televisivo , romanziere, fumettista di fama internazionale autore di saghe fortunatissime come quella di Thorgal, XIII e più recentemente Wayne Shelton e Lady S. . Largo Winch è uno dei suoi personaggi più longevi e di successo, forse per la capacità di passare da un media all’altro raccontando la sua storia in maniera sempre un po’ differente. Inizialmente apparve in una serie di sei romanzi che, pur non essendo strettamente spionistici, furono pubblicati come supplementi a Segretissimo da Oreste Del Buono con copertine fotografiche abbastanza osè... per l’epoca. In effetti erano storie che per situazioni e contenuti erano più ardite della media di quelle pubblicate nella collana. In seguito , negli anni ’90, il personaggio fu ripreso e rilanciato dallo stesso Van Hamme che ne curò una riproposta in libreria che, cambiati , i tempi entrò in Segretissimo che pubblicò anche l’ultimo episodio La fortezza di Zamboanga rimasto inedito.Come dicevo uno dei miei ricordi migliori di quelle poca. Fu un grande successo che stimolò una ristampa e persino la pubblicazione della novelization della serie Tv prodotta in Francia nei supplementi.
Ma la storia di Largo Winch “il miliardario in blue jeans” che si ritrova da un giorno all’altro al centro di una spietata guerra di potere per il dominio del gruppo W appartenuto al padre assassinato, ha ottenuto grande fortuna grazie alla versione a fumetti. Giunta al 18° episodio(Colere rouge) e pubblicata anche in Italia, la serie disegnata da Franq riprende le avventure di Largo dalla prima, modificando a volte alcuni personaggi, a volte la continuity, attualizzando i temi di un’avventura, quella di un giovane dallo spirito libero contro un mondo di intrighi e denaro, sempre attuale. E se la versione a fumetti resta sempre una solidissima base dipartenza con tirature record nei paesi francofoni e un buon successo anche da noi, il cinema ha scoperto la saga adattandola alle sue esigenze. Da anniin Francia si producono con la collaborazione fondamentalmente del Canada e di hong Kong ottimi film e serial d’azione, fenomeno da noi purtroppo assente. In particolare si valorizzano certi personaggi che sono patrimonio della cultura popolare francofona, un fenomeno che purtroppo da noi è pura... fantascienza. Largo Winch I e II diretti entrambi da Jèrome Lasalle hanno trovato una piccola distribuzione in dvd e qualche passaggio tv anche in Italia. Un peccato non vederli al cinema perché sono film a grosso budget che spaziano da Hong Kong al Brasile, dal’Albania alla Thailandia e rileggono la serie in modo nuovo. Forse può destare qualche perplessità la scelta di Tomer Sisley (che da noi è sconosciuto)per interpretare largo, benché fisicamente si adatti a impersonare un ragazzo serbo. Come al solito gli eroi nati nei romanzi ognuno se li immagina come vuole ma l’immagine creata da Franq era forse la più adatta e una scelta più ‘mainstream’ del protagonista avrebbe giovato alla diffusione. Intendiamoci Sisley è ottimo e con lui la schiera di caratteristi e attori di valore che lo accompagnano. Christin Scott –Thomas, Sharon Stone e persino quel vecchio diavolo(bravissimo) Laurent Terzieff che nel secondo film (decisamente il migliore) buca lo schermo. Ancora una volta la saga dei Winch (Largo e suo padre adottivo Nerio) viene riletta, aggiornata, dislocata in luoghi sempre più spettacolari. Rimane la capacità di giocare con i ruoli, di costruire intrecci, di giocare con i sentimenti senza che questi risultino invasivi nel ritmo serrato della trama. Ripeto, quello che ho già detto in tempi passati. Largo Winch non è esattamente un serial di spionaggio, è una storia di intrighi e finanza internazionali; i meccanismi della suspense, dell’azione, del glamour e del sesso però restano gli stessi e, alla fine, proprio perché oggi siamo lontani dalla guerra fredda,il gioco funziona. I lettori di Segretissimo apprezzarono moltissimo la serie e largo ha milioni di fan in tutto il mondo. Ancora una volta mr. Van Hamme ci ha dato una lezione che val la pena di studiare.
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