Posted on mar 16, 2013
Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la richezza interiore e inesplorata di un disabile
Laura Boldrini
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.Laura Boldrini
Presidente della Camera dei Deputati
In carica
Inizio mandato 16 marzo 2013
Presidente Giorgio Napolitano
Predecessore Gianfranco Fini
on. Laura Boldrini
Parlamento italiano Camera dei deputati
Luogo nascita Macerata
Data nascita 28 aprile 1961
Titolo di studio Laurea in giurisprudenza
Professione Funzionario
Partito Sinistra Ecologia Libertà
Legislatura XVII
Coalizione Italia. Bene Comune
Circoscrizione Sicilia 2
Laura Boldrini (Macerata, 28 aprile 1961) è una giornalista e politica italiana, ex portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). È Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana nellaXVII legislatura.
Laureata in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma nel 1985, ha lavorato in Rai, sia per la televisione sia per la radio. Nel 1989 ha cominciato la sua carriera all’ONU lavorando per quattro anni alla FAO, dove si occupava della produzione video e radio.
Biografia
Dal 1993 al 1998 ha lavorato presso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) come portavoce per l’Italia. Dal 1998al 2012 è stata Portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) per il quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa. In questi anni si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati nelMediterraneo. Ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui ex Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran,Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna (1999), il titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2004), ilPremio Consorte del Presidente delle Repubblica (2006) e il Premio giornalistico alla carriera Addetto Stampa dell’Anno del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti (2009). Il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero 1 del 2010, l’ha indicata quale italiana dell’anno 2009, in ragione del «costante impegno, svolto con umanità ed equilibrio, a favore di migranti, rifugiati e richiedenti asilo» della «dignità e (…) fermezza mostrate nel condannare (…) i respingimenti degli immigrati nel Mediterraneo effettuati» nell’estate del 2009.[1] È stata insignita nel 2011 del Premio Renato Benedetto Fabrizi, premio nazionale ANPI. Nell’aprile del 2010 pubblica per Rizzoli Tutti indietro, il suo racconto di passioni e di condanne per una causa inespugnata[non chiaro] e a cui l’autrice ha dedicato tutta la sua vita professionale. Scrive in diverse riviste e tiene il blog Popoli in Fuga sul sito del quotidiano la Repubblica. A Cesena, il 14 dicembre 2011, Boldrini ha ricevuto il premio Cesena Città della Pace nella “Sala degli Specchi” delPalazzo Comunale della città.[2]E’ stata sposata con il giornalista Luca Nicosia, dal matrimonio è nata una figlia.
Deputato della Repubblica Italiana
Alle elezioni politiche italiane del 2013 Laura Boldrini è candidata alla Camera dei deputati nelle circoscrizioni Sicilia 1 e 2 e Marche come capolista di Sinistra Ecologia Libertà[3] (la sua presenza nelle liste di Sel è stata voluta fortemente dal leader del partito Nichi Vendola). La sua candidatura è stata inclusa tra le ventitré persone scelte dall’assemblea nazionale del partito senza passare dalle primarie[4]. Risultata eletta deputata in tutte le tre circoscrizioni, opta per il seggio nella circoscrizione Sicilia 2.
Presidente della Camera dei deputati
Il 16 marzo 2013, a seguito di una riunione fra il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Centro Democratico, è stata indicata dalla coalizione Italia. Bene Comune come candidata alla Presidenza della Camera dei deputati. È stata eletta Presidente della Camera dei deputati lo stesso giorno, ottenendo 327 voti su 618 votanti.[5] È la terza donna, dopo Nilde Iotti(1979-1992) ed Irene Pivetti (1994-1996), a ricoprire questo ruolo.
Opere [modifica]
- Tutti indietro, Rizzoli, 2010. ISBN 9788817039901
Onorificenze [modifica]
Medaglia Ufficiale della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna
— 1999
Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
— 2004
Note [modifica]
- ^ (v. 2009: Confesso che ho vissuto, in Famiglia Cristiana, 3 gennaio 2010, n. 1/2010)
- ^ Il premio ‘Cesena città della pace’ a Laura Boldrini. il Resto del Carlino – Cesena, 14 12 2011, p. 3.
- ^ http://www.lasicilia.it/index.php?id=90383&template=lasiciliait
- ^ http://www.huffingtonpost.it/2012/12/22/da-laura-boldrini-a-giorgio-airaudo_n_2352254.html
- ^ Laura Boldrini eletta presidente della Camera in ANSA.it. 16 marzo 2013. URL consultato in data 16 marzo 2013.
Collegamenti esterni
- Sito Ufficiale
- 2009: Confesso che l’ho vissuto, in Famiglia Cristiana, 3 gennaio 2010, n. 1/2010
- Il Sole 24 ore, Job 24, il CV atipico di … Laura Boldrini”
- Scheda Tutti indietro in CC-BY-SA
- http://www.stpauls.it/fc/1001fc/1001fc09.htm
Camera, Laura Boldrini eletta presidente. “Arrivo qui dopo anni trascorsi con gli ultimi”
Mossa a sorpresa del Pd che candida l’ex portavoce dell’Agenzia Onu per i rifiugiati politici e la fa eleggere con 327 voti. Il M5S resta fermo su Fico, mentre centrodestra e Monti scelgono scheda bianca. Discorso d’insediamento di forte rottura con richiami ai precari, le donne, gli esodati e i detenutiLaura Boldrini alla presidenza di Montecitorio
ROMA - Tanti eletti alla prima esperienza politica, tante donne, tanti giovani. Ma gli elementi di rottura con il passato riservati dal nuovo Parlamento non sono finiti qui. Anche l’elezione a sorpresa alla presidenza della Camera di Laura Boldrini, candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati politici, ribalta tutte le previsioni della vigilia e segnala un forte cambiamento. LA BIOGRAFIA - LE FOTO La notte forse porta davvero consiglio, e quando tutti davano ormai per scontata una soluzione nel solco della “vecchia politica”, con il Pd deciso dall’incomunicabilità con le altre forze politiche ad eleggere il suo capogruppo a Montecitorio Dario Franceschini, ecco che dal cilindro dei democratici è uscita fuori la proposta in grado di sparigliare una partita apparentemente bloccata. La candidatura della Boldrini alla guida della Camera nel corso della quarta e decisiva elezione è stata lanciata infatti in tandem con quella di Piero Grasso per la presidenza del Senato alla terza votazione. Una mossa inaspettata, che ridà fiato e credibilità tanto al Pd quanto al progetto di convergenza con il Movimento 5 Stelle coltivato con caparbietà da Pierluigi Bersani. Da un lato la Boldrini, per il suo passato, il suo essere donna, la sua età e soprattutto per le sue esperienze professionali, rappresenta senz’altro un elemento di rottura che difficilmente può essere ignorato da chi chiede un rinnovamento all’interno dello stesso Partito democratico, ma soprattutto dai 5 Stelle. A Montecitorio centrodestra e montiani, sapendo di non avere i numeri, sono andati avanti con le schiede bianche, mentre il M5S ha continuato a votare per il suo Roberto Fico. Alla fine il conteggio parla di 327 voti a Laura Boldrini, 108 a Fico, 18. voti dispersi, 10 nulle e 155 bianche. Ma è difficile che il M5S possa far finta di non cogliere il segnale arrivato dal Pd. Ancora più complicato sarà oggi pomeriggio per il Movimento porre sullo stesso piano al Senato la candidatura dell’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e quella del presidente uscente Renato Schifani. Del resto a dare il segno tangibile della svolta è stato anche il discorso d’insediamento pronunciato dalla Boldrini, con richiami agli “ultimi”, agli “esodati”, all’antifascismo, ai detenuti e alla necessità di porre fine alla violenza sulle donne. “Sono sicura che in un momento così dificile per il Paese insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane”, ha detto riconoscendo al presidente uscente Gianfranco Fini di aver “svolto con responsabilità la sua funzione istituzionale”. “Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera”, ha aggiunto. “Farò in modo – ha promesso ancora – che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno”. “Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze”, ha proseguito, per “dare piena dignità a ogni diritto”, per “ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri”. Perché “in quest’Aula sono stati scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo” e allora “quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall’Italia”. Parole scandite da un susseguirsi di applausi, diventati un vera e propria, lunga, standing ovation quando la presidente della Camera avverte che “dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore”. “Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l’aiuto o la forza per rialzarsi – ha scandito ancora – ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani”. “Dovremo – ha insistito – dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato”, così come i “tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana”. “In Parlamento sono stati scritti questi diritti – ha detto ancora – ma costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo”. Ricorda anche “i morti per mano mafiosa”, saluta la manifestazione a Firenze di don Ciotti, e rileva subito dopo che “molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta”. “Questo è un Parlamento largamente rinnovato, scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo di questa Camera la casa della buona politica”, è stata infine l’esortazione programmatica.