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Le 127 ore di Boyle

Creato il 31 marzo 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Le 127 ore di BoyleAron Ralston, interpretato da James Franco, è un mountain climber, solito partire in solitudine. Durante una delle sue escursioni in solitario, cade e rimane con un braccio incastrato da un masso, in una gola deserta del Canyonlands National Park nello stato dello Utah. Resta 127 ore in uno stato di disidratazione, senza cibo, senza sole e con uno scarso equipaggiamento. Danny Boyle cerca di raccontarci la storia, realmente accaduta, rendendo il pubblico partecipe alla sofferenza del protagonista, sdrammatizzando l'angoscia della morte e della solitudine attraverso una colonna sonora ritmata e contrastante il silenzio del deserto, attraverso un simbolismo semplice, scontato ma efficacie e animando il dramma con continui flashback che evidenziano la semplicità della condizione umana che lotta per la sopravvivenza attaccandosi agli affetti e ai ricordi, riflettendo sulle mancanze, sui rimpianti, i sensi di colpa, Boyle ci racconta un uomo in bilico, dal presente e dal futuro indefiniti, che si attacca al passato. Comunque non riesce nell'introspezione, lo scandire del tempo appiattisce la riflessione dell'uomo impotente contro una natura dominante e spettacolare, l'episodio rimane documentato, mancano la poesia e la trascendenza di "The millionaire", l'umanità del personaggio emerge alla fine, vicino alla morte, mosso dall'istinto primordiale di sopravvivenza, sogna un possibile futuro che lo spinge a sfidare, non più la natura, ma se stesso. Le scelte stilistiche che caratterizzano il nuovo Danny Boyle (anni luce da Trainspotting) si scontrano con un tema così profondo, i colori vividi e accesissimi dominano la scena, mossa da una continua accelerazione di luci, i fari delle auto, i raggi del sole che penetrano nella gola rocciosa, stemperando la tensione. L'interpretazione di Franco rimane fredda e distaccata, non emoziona come avrebbe potuto, e la storia culmina ironizzando sulla morale: lasciate un post-it se uscite soli.
VOTO: 5.5

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