Dibattito preelettorale tra guelfi e ghibellini.
Dialoghi tra fratelli divisi.
Stazione Roma Tiburtina. Due uomini salgono sul treno diretto a Bologna. Il primo, Peppino, è sulla quarantina, in buona forma, camicia bianca, jeans di marca. Tiene in mano un completo da uomo in un’elegante confezione. Antonio è un trentenne spiritato, vestito decentemente, capelli un po’ in disordine. Tutti e due hanno uno zainetto sulle spalle. Sono due fratelli, anche se di gusti e interessi molto diversi. Peppino è funzionario dello stato, membro storico di FGCI, PCI, PDS, DS e PD. Antonio fa vari lavori, qualche volta guadagna bene, altre volte no, è un convinto attivista del M5S. Salgono sul treno. Peppino mette la confezione dell’abito con grande cura sul sedile libero. Antonio, senza pensarci troppo, ci butta sopra lo zaino.
P: Sta’ attento, no?
A: Che c’è là dentro?
P: Un vestito. Cosa vuole esserci? E tu, non ti sei portato niente?
A: Ho una camicia nello zaino.
P: Nient’altro? Una cravatta? Un paio di pantaloni stirati?
A: No. Perché?
P: E’ il matrimonio di nostra sorella!
A: Sposa di un avvocato di destra.
P: Lei ci tiene a un minimo di forma.
A: Sei diventato formalista da quando siete al governo con i vostri amici del piddielle.
P: Che c’entra la politica adesso? E poi, loro non sono nostri amici. E’ solo un governo di servizio.
A: Un governo di camerieri al servizio del camerlengo di Arcore.
P: Invece voi vorreste un governo in cui le decisioni si prendono su internet.
A: Non è peggio di un parlamento pieno di ladri e mafiosi.
P: Quanti eravate a votare alle vostre primarie? Mille? Noi eravamo in tre milioni.
A: Non contano i numeri. Noi partecipiamo. Voi mettete crocette su un foglio.
Diversità di opinioni preelettorali.
Il treno parte. La carrozza oscilla leggermente. Il paesaggio scorre.
P: Hey, fico questo treno. Comodi i sedili.
A: Voi del PD meno L siete sempre in cerca di una poltrona.
P: Guarda che l’unica poltrona che ho, sta in casa mia, è tarlata e ha il tessuto rovinato.
A: Uh che spreco! Ci sono anche i sedili!
P: Prova a scaricare uno sgabello da internet.
A: Ci sono pure le hostess. Basta! Questo treno sembra il parlamento! E’ uno spreco assurdo. Lo dico a Casaleggio.
P: Bello però. Anche il treno è un simbolo di progresso.
A: “E corre, corre, corre la locomotiva, sembra una cosa viva”, eh? Sei rimasto agli anni cinquanta.
P: Adesso non ti piacciono manco i cantautori.
A: Roba vecchia. C’è internet. Facciamo le nostre canzoni sul web, le mettiamo su meetup e poi votiamo la più bella.
P: Era meglio il vecchio sistema.
A: Quale? Andare in sezione con la chitarra e il vino comprato alla Coop?
P: Beh, non era male. E’ un po’ difficile ubriacarsi su meetup.
A: Perché sei un conservatore. Ci devi provare.
P: Guarda che anche noi giovani del PD usiamo facebook.
A: Ma se hai cinquant’anni e leggi ancora Scalfari!
Il treno attraversa una serie di tunnel tra Firenze e Bologna.
P: Fantastico questo treno. Due ore da Roma e Bologna.
A: Chissà perché voi del PD amate tanto l’alta velocità!
P: Voi del movimento andate a piedi?
A: Sono sprechi di stato. Monto sul tetto e protesto.
P: Totò, vieni giù. Siamo dentro la galleria dell’Appennino.
A: 70km inutili.
P: Come vorresti arrivare a Bologna?
A: Una strada semplice e senza tunnel. Con internet gratis.
P: Ma che ci fai di internet se devi guidare su ottocento tornanti?
A: Tu non capisci. Nel 2040 guideremo tutti su strade senza tunnel inutili con il wi-fi gratis. Anzi, andremo su una mulattiera e useremo computer a peti d’asino.
P: Ma arriveremo tardi all’appuntamento con nostra sorella.
A: Ecco, voi del PD fate sempre finta di avere fretta. Ma dove andate?
Dove dobbiamo andare per andare dove dobbiamo andare?
P: Forse nella vostra stessa direzione?
A: No. Non andiamo nella stessa direzione. Se il PD andasse nella stessa direzione del movimento, io lascerei il movimento. Anzi, se il PD diventasse come il movimento, farei l’antimovimento. Farei l’immobilento!
P: Anche noi vogliamo più democrazia.
A: La nostra è più bella.
P: Anche noi vogliamo che i giovani abbiano un futuro.
A: Dove sono i giovani nel PD?
P: A volte bisogna fidarsi anche degli anziani.
A: E infatti avete ancora D’Alema tra i piedi.
P: Non si capisce niente di quello che vuole Casaleggio
A: Perché, hai capito che vuole Letta?
P: Noi vogliamo l’Italia più bella!
A: Noi la vogliamo più bella ancora!
P: Noi vogliamo che la gente sia felice. Anche senza internet!!
A: E noi vogliamo che la gente sia felice anche se non vuole essere felice!!
P: Voi sognate l’utopia di internet!!!
A: E voi volevate il sol dell’avvenire!!!
P: Voi non sapete dove state andando!!!!
A: E voi lo sapete benissimo dove ci state portando!!!! Alla rovina!!!!
Silenzio. Il treno sta per giungere a Bologna. I due fratelli si guardano.
A: Riusciremo a convincerla a lasciar perdere?
P: Il giorno del suo matrimonio? Ma proprio con quel tipo viscido doveva sposarsi?
A: Tu li hai fatti conoscere.
P: E’ stato uno sbaglio. Antonio, dobbiamo fermare questo matrimonio!
A: Per questo siamo venuti a Bologna! Per salvare nostra sorella!
P: Penso che potrei fare qualunque cosa per lei! Siamo alleati.
A: Alleati? Non mi piace questa parola.
P: Coalizzati?
A: No, no, suona troppo lettiano.
P: Cospiratori? Congiurati? Collaboratori?
Peppino ed Antonio continuarono a discutere del nome della loro alleanza. Quando giunsero davanti alla chiesa, avevano appena deciso di chiamare la loro alleanza “i coordinati”. Su come salvare la sorella, avrebbero discusso a lungo mentre lei tagliava la torta nuziale, mano nella mano con il brillante penalista di Bologna.
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