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Le assurde ideologie dell’Italia post-ideologica

Creato il 04 marzo 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Le assurde ideologie dell’Italia post-ideologica.Non c’è più alcun dubbio: l’Italia non è mai stata tanto ideologizzata quanto in questa fase di presunto dissolvimento delle ideologie. Una volta c’era il muro di Berlino che divideva fisicamente due modi di pensare la vita e la politica. Marxismo e Capitalismo si ponevano su due fronti contrapposti e a difendere le posizioni di entrambi c’erano (realmente e non virtualmente), sentinelle armate sulle torrette. Poi il Muro è caduto, il Comunismo ha perso e il Capitalismo, trasformatosi nel frattempo in Consumismo, ha vinto su tutta la linea fino alla aberrante globalizzazione dell’economia e della finanza, delle ingiustizie sociali e dell’illegalità, dei derivati tarocchi e dei golpe trasformati in declassamenti e spread. L’articolo 18, si dice, è una questione ideologica e i padroni spingono affinché cessi di esserlo. La TAV lo stesso ma, stavolta, a spingere sono 20 miliardi di investimenti europei. Sergio Marchionne è diventato il simbolo dell’ideologia capitalistica, quella del “niente diritti tutti doveri” e della riesumazione della figura guida del “padrone”. La scuola è un fatto ideologico, per cui se manca la carta igienica e i gessetti languono la colpa è dei docenti figli del ’68 (magari!). Il possesso delle reti televisive è un altro fatto ideologico e la domanda è: deve continuare a esistere un servizio pubblico o sono meglio le indecenze pseudo intellettuali di Sgarbi, Giletti e Maria De Filippi? La neve è ideologica. Se cade su Milano è un fenomeno naturale se prova a imbiancare Roma diventa immediatamente un altro fenomeno sì, ma terroristico. L’Imu sui beni della Chiesa è un altro ideologismo. Stavolta a fronteggiarsi sono i credenti e gli atei, l’uguaglianza di fronte al fisco è un atteggiamento post-ideologico ateo, i ristoranti di lusso che operano in beni ecclesiali la rivisitazione del cattolicissimo concetto del dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. E le questioni sono talmente ideologiche che Silvio prende la parola al congresso del Pdl di Milano e afferma con tono stentoreo: “AngelinoAlfano è il meglio di tutti, si mangia i segretari degli altri partiti a pranzo, a cena e a colazione”, rivelando agli spettatori della sua ennesima farsa televisiva, la pericolosa tendenza coprofaga dell’esangue segretario del partito della gnocca. Ideologico è il fatto che Nicole Minetti vuole partecipare al congresso del suo partito ma non può perché non ha pagato la tessera, e altamente ideologico-simbolico è il suo alzarsi dalla sedia e andarsene proprio mentre Silvio inizia il suo delirio. Ideologica è la decisione dei giudici di mandare al confino a Padova il figlio di Totò Riina. Il ragazzo vuole lavorare in una onlus ma Bossi dice di no, che i giudici sono mafiosi e brigatisti e che per alcuni individui è necessaria la pena di morte. Le ideologie dunque, esistono. Solo che al contrario di quanto avveniva nel recente passato non emozionano, non uniscono, non spingono a lottare per un’idea ma solo ed esclusivamente per la pagnotta. Ma alla fine, siamo proprio sicuri che la caduta del Muro di Berlino sia stata la liberazione dell’umanità schiavizzata dal Comunismo e non l’affermazione definitiva del potere delle banche, dei Rockfeller, dei Soros, delle Morgan&Stanley, di Moodi’s, di Fitch e di Standard&Poor’s? No, perché se così fosse magari era meglio la Cortina di ferro e fanculo Gorbaciov


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