Alcuni crimini sono più efferati di altri e, per quanto la mafia ci abbia abituati a tutte le nefandezze possibili, stentiamo a credere che la tragedia di Brindisi possa essere seriamente attribuibile a una strategia premeditata per creare caos in un Paese prostrato dalla crisi e arrabbiato con i politici.
Abbiamo passato il sabato con gli occhi cerchiati di sangue a interrogarci inutilmente sul perché di questa ennesima strage. Ennesima per noi che ci avviciniamo a grandi passi al mezzo secolo, inconcepibile e sconosciuta per quelle bambine colpite da una violenza inaudita e incomprensibile; questo perché mentre noi alla loro età fummo testimoni di fatti simili in molte occasioni, loro ancora non avevano potuto divenire partecipi di simili abomini; quelle bambine sono nate alla fine degli anni novanta e sebbene abbiano raccolto il testimone di una cultura civile tramandata con tenacia, non avevano potuto probabilmente concepire pienamente il peso di ben altre tragedie.
Molti di noi invece ricordano benissimo, fino a ricollocarsi nello spazio e nel tempo di alcuni dei momenti pìù tragici di quegli anni: il 12 marzo 1992, l’omicidio di Salvo Lima segna la fine di antichi equilibri politico-mafiosi e apre la stagione delle stragi. Il 23 maggio 1992 è il giorno della Strage di Capaci, poche settimane dopo, il 19 luglio 1992 ricordiamo la Strage di via d’Amelio; poi gli attentati di via Fauro a Roma, di via dei Georgofili a Firenze, di via Palestro a Milano, a San Giovanni in Laterano a Roma, a San Giorgio in Velabro sempre a Roma, allo Stadio Olimpico ancora a Roma e infine il fallito attentato a Totuccio Contorno a Formello (Roma). Quei nomi sono rimasti indelebilmente scolpiti nelle nostre menti, e nella storia di questa nostra incredibile nazione.
Oggi, di fronte alle immagini che dallo schermo televisivo rimbalzano cinicamente nelle nostre case, la nostra esperienza ci riporta automaticamente a quei tristi momenti; lì per lì non capimmo, abbiamo avuto modo di riflettere poi negli anni che seguirono. Cosa vuol dire questo crimine contro le bambine di Brindisi? Pensare al gesto di un folle francamente fa ben sperare, non credo abbia la possibilità di resistere alla pressione militare, senza precedenti in Puglia, che gli apparati investigativi metteranno in moto. Sembrerebbe questa la pista più accreditata, e sinceramente lo speriamo, ma se così non dovesse essere, allora sarebbe molto più preoccupante, vorrebbe dire che un gruppo di ciniche bestie si è rimesso all’opera per ripristinare uno status quo evidentemente messo in dubbio durante le ultime settimane e assolutamente da ricondurre entro i canoni classici di quella pseudodemocrazia all’Italiana che abbiamo avuto modo di conoscere dal dopoguerra a oggi; un quadro a tinte fosche dove chi ha ancora un po’ di cervello per ragionare non potrà continuare a illudersi di vivere in una nazione civile.