Sullo scorrere del tempo e sui cambiamenti che esso determina nella vita delle persone è stato detto sempre tutto: tutto scorre (come un fiume) nel divenire perpetuo degli enti sensibili. Non si dovrebbe pertanto essere stupiti dai cambiamenti di opinione e di pensiero di qualche esponente politico italiano, anche in ossequio al più popolare detto che solo gli imbecilli non cambiano mai opinione, se solo certi cambiamenti di percorso fossero accompagnati da solide giustificazioni e non da avventurose dichiarazioni evidentemente poco pensate.
Certo è che davanti ad un cambiamento epocale come quello avvenuto con il crollo dei regimi comunisti dell'Europa orientale, simboleggiato dall'abbattimento del muro di Berlino nel 1989, ci si poteva e ci si doveva aspettare un profondo mutamento delle posizioni politiche da parte di tanti aderenti al Partito Comunista italiano, trasformatosi in vario modo fino alla formazione dell'attuale Partito Democratico, ma difficilmente ci si poteva aspettare prese di distanza da quell'ideologia con uscite del tipo: "non sono mai stato comunista", frase celebre che fu pronunciata da Walter Veltroni già nel 1995. Era un po' dura accettare unsi era iscritto giovanissimo, divenendo prima dirigente e segretario della federazione giovanile, dirigente del partito stesso e poi direttore del quotidiano di partito. Era un po' come essere di fronte a qualcuno che non sai se c'è o ci fa, ovvero se ti volesse prendere in giro o fosse veramente un idiota (dubbio ancora da dirimere).
Il mutamento del panorama politico internazionale produsse comunque dei cambiamenti di fatto, portando anche i comunisti duri e puri ad un cambiamento dello stile di vita, passando dalla grigia esistenza del funzionario di partito sovietico ad una più aperta partecipazione anca alla vita mondana e a momenti ricreativi, tanto che perfino Fausto Bertinotti, uno dei creatori del partito della Rifondazione Comunista, si è appioppare il nomignolo di "Bertinights", in riferimento all'abitudine di presenziare alle ricorrenti celebrazioni salottiere romane.
Quello che però non può non far sobbalzare sulla poltrona è la conversione a U effettuata dall'On Massimo D'Alema, uno dei leader storici dell'attuale Pd e come Veltroni ex segretario della federazione giovanile e poi ministro e presidente del consiglio.
Da tempo in realtà D'Alema aveva abbandonato l'operaismo del partito comunista a favore di uno stile di vita più consono ad un dirigente d'azienda o a un protagonista dell'agone finanziario. Famosa la sua passione per la vela e famose la sue barca, che però sembra costretto ad abbandonare per trasformarsi in "contadino", anche qui seguendo certe tendenze del momento.
Ma è la notizia pubblicata oggi da il Fatto Quotidiano che fa sobbalzare, o agghiacciare, o ridere a crepapelle, a seconda dei gusti e delle opinioni (io opto per la terza ipotesi).
Pare infatti che il leader Maximo sia fin dal 2006 un "Nobiluomo" del Papa (quel signore che veste strane tuniche bianche e che abita in quell'enorme palazzo in Vaticano). Un titolo che permette a chi lo possiede di poter stampare la sigla NH sui propri biglietti da visita e di venir ossequiato come "Sua Eccellenza" dalla plebe, ma che sembra essere stato pure un ripiego, perché D'Alema pare avesso per mesi brigato per ottenere il più prestigioso titolo di Conte.
Come non esclamere allora che le cose sono molto cambiate dai tempi del Partito Comunista e del suo segretario più amato, quell'Enrico Berlinguer che essendo lui veramente nato aristocratico fece cancellare la propria famiglia dal libro d'Oro della Nobiltà italiana, per aderire pienamente agli ideali del partito dei lavoratori (alla sua morte i familiari pensarono bene di farsi reintegrare).
Adesso sarà difficile pensare a D'Alema semplicemente come al leader del Pd, a quello che mena e che da giovane lanciava bombe molotov, giacchè a uno è lecito pure pensare che Sua Eccellenza sia in realtà un pio e devoto fedele di Santa Romana Chiesa e che, magari in incognito, sia un assiduo frequentatore di messe e basiliche.
Che a questo punto srge pure spontanea la domanda: ma uno che se ne fa di un titolo che non può nemmeno spendere in pubblico?
Mah! misteri della mente umana.
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