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La pelliccia infatti resisteva a ogni tentativo di assalto, e fu solo grazie a un vero e proprio colpo di genio che il nostro eroe ne venne fuori. Come fece? Semplice: usò i suoi stessi artigli per aprirsi un varco nella criniera, e in men che non si dica saltò fuori dalla tana imbacuccato nella pelle di leone, che è poi la sua tenuta per eccellenza.
Molto bene, ma chi era Euristeo? Un antipaticone, tanto per cominciare; un approfittatore e un brutto ceffo. Era anch’egli un discendente di Zeus, un discendente indiretto e per nulla importante. Fatto sta che, mentre stava per nascere, il padre degli dei si lasciò andare ad un solenne giuramento al cospetto dell’Olimpo al gran completo: giurò che il rampollo che gli fosse nato quel giorno avrebbe regnato di diritto su Argo, Micene e Tirinto e che tutti avrebbero dovuto ubbidirgli. Ora, il vecchio volpone si riferiva naturalmente al piccolo Eracle (nome greco di Ercole), frutto del flirt con Alcmena e la cui nascita era prevista proprio quel giorno. Ma Era, che era più furba di lui, pensò bene di invertire le parti: accelerò così la nascita di Euristeo facendo in modo che ad Alcmena non si rompessero le acque per almeno ventiquattr’ore. Alla fine la frittata era fatta: per non doversi rimangiare la parola, il sommo Zeus dovette acconsentire a dare tutto il potere a quell'altro, seppure controvoglia. I due coniugi litigarono parecchio nel chiuso delle loro stanze, e dopo un lancio cospicuo di insulti e di coppe d’ambrosia finalmente arrivarono a un compromesso: Eracle avrebbe dovuto servire Euristeo compiendo per lui dodici imprese precise. Dopo di che, si sarebbe svincolato dalla sua autorità e avrebbe raggiunto, persino, l’immortalità.
Ora, il conflitto tra Era ed Ercole è diventato leggendario. Ma le cose in realtà non sono così semplici come paiono a prima vista. Innanzitutto, il nome ‘Eracle’ significa proprio‘la gloria di Era’. Secondo poi, non è affatto vero che Giunone lo odiasse e basta: lo odiava, sì, in quanto frutto dell’ennesimo tradimento, ma d’altra parte provava per lui un affetto speciale, quasi come per un figlio. Lo vedremo negli episodi a venire. Per adesso basti questo: si dice che, quando nacque, Eracle era così bello che Giunone non resistette al desiderio di allattarlo. Ma la fame del bambino era tanta, ed era già tanta la sua potenza che le vibrò un tale morso nei seni da costringere la dea ad allontanarlo con dolore. Ebbene, dallo schizzo di latte che fuoriuscì si creò la Via Lattea, nientedimeno!
Ah, ancora un’ultima curiosità. Per stare in tema di genealogia, va detto che Anfitrione, il marito legittimo di Alcmena, ebbe da lei un proprio figlio questa volta legittimo - meno male per lui! -, una sorta di 'gemello mortale' del nostro Eracle. Il suo nome? Ificlo, ed era il padre dello sfortunato Iolao (vedi La sfortuna di essere il primo).
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