Ormai a cadenza annuale il Partito Democratico chiama a raccolta il proprio elettorato per scegliere il segretario di partito. Matteo Renzi sarà il sesto segretario in cinque anni, è già questo la dice lunga di come la scelta del leader, dell’uomo forte, abbia la prevalenza assoluta sui programmi. È la schizofrenia di chi cambia l’allenatore dopo una sconfitta con la stessa frequenza di un Zamparini.
Con questo non dico di non parlarne, anche il Festival di Sanremo viene una volta l’anno e monopolizza le attenzioni dei media, ma almeno si prende un po’ meno sul serio, non ha più la pretesa di far vendere dischi o far conoscere nuova musica. Regna una sana disillusione oltre alle canzonette.
In questi sei anni anche i commenti a margine sono gli stessi.
“Una bella prova della democrazia” dice il giornalista collettivo.
Quello che però appare evidente è di come la scelta del segretario del PD sia assolutamente irrilevante per le sorti del paese, sopratutto per via di una adesione idiota e senza contraddittorio alcuno con L’Europa dell’austerity.
Se le elezioni sono diventate utili solo per la scelta di nuovi camerieri per servire il cliente Europa, la colpa è anche del PD. Il PD avrebbe potuto usare la crisi per fare finalmente riforme sociali; avrebbe dovuto tuonare contro le speculazioni finanziarie (e non usarle per proprio rendiconto politico); contro l’uso spericolato del capitale da parte delle banche (e non usufruirne); contro le privatizzazioni selvagge (e non proporle); contro l’applicazione di tasse con interessi da cravattari che incidono perlopiù sulle fasce della popolazione dal reddito basso (che dovrebbero almeno far finta di tutelare). Temi affrontati, magari con un po’ di approssimazione e con la inevitabile deriva demagogica, dal simpatico Paolo Ferrero dei comunisti italiani, assieme ad altri paria della sinistra extra-parlamentare. Fuori dal parlamento grazie al PD.
Ora so già che qualcuno farà come al solito del benealtrismo e parlerà del PDL, di Berlusconi o dell’impalpabile Nuovo Centrodestra, non capendo che paragonarsi all’indifendibile e continuare l’adesione da tifoso al PD, ha consentito loro di fare qualsiasi porcata facendola franca, svendendo i propri valori in nome di un cinico utilitarismo politico.
Il PD, quando non dannoso, nel migliore dei casi è irrilevante, come in questo caso.
Bisogna farsene una ragione.
Del resto gli unici due successi, l’eliminazione di Berlusconi e la legge elettorale, sono battaglie combattute e vinte dalla magistratura, non certo dal PD.