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Le letture di Emy - Recensione - "Lucifero disoccupato" di Aleksander Wat

Creato il 14 gennaio 2013 da Lafenice

Le letture di Emy - Recensione - Aleksander Wat
Lucifero disoccupato
Editore: Salerno Editrice Collana: Minima A cura di Luigi Marinelli Anno di uscita: 1994
pp. 160 - € 8,00 I cinque racconti qui presentati in prima traduzione italiana fanno parte di una raccolta, dallo stesso titolo, che Aleksander War (1900-1967) pubblicò nel 1926, con il caustico obiettivo di svelare impietosamente tutta la falsità e l’infondatezza dei valori su cui si basava la società a lui contemporanea. Il lungo racconto che dà il titolo alla raccolta è, a questo proposito, illuminante: vi è ritratto Satana, mentre, girando per le strade di una moderna metropoli, scopre pian piano che gli uomini non hanno più bisogno né di lui né dei suoi “suggerimenti”, ormai troppo smaliziati in tutte le arti diaboliche; lo ritroviamo sconsolato in un bar, mentre annega in un bicchiere (di latte!) i suoi tristi pensieri, meditando addirittura un impossibile suicidio. Gli altri racconti si collocano più o meno su questa lunghezza d’onda: si va dalla rivoluzione d’Inghilterra risolta grazie a una partita di football, alla misteriosa sparizione di una via (in realtà, forse, mai esistita), alla sottomissione dell’Europa ai cinesi, passando per un tale che delira di essere il vero autore degli efferati delitti perpetrati da Landru. Grotteschi, ironici, tragicomici, questi racconti rispecchiano una visione del mondo disincantata e realistica, eppure aperta ad un sorriso bonario e tollerante, caratteristico, in definitiva, dell’intera produzione letteraria watiana.

Nel 1995 la Salerno Editrice ha pubblicato un'altra raccolta di racconti del grande scrittore polacco Aleksander Wat (1900-1967), con il titolo L’ebreo errante. Fantastici, grotteschi, paradossali anche questi, si discostano però dai precedenti per una più marcata nota malinconica e meditativa. Le letture di Emy - Recensione -
Lucifero disoccupato è una raccolta di cinque racconti (pubblicata nel 1995 da Salerno Editrice) nei quali l’autore, Aleksander Kant, riflette sul fallimento degli ideali della sua generazione e si confronta con la morale, la religione e l’amore. Ho comprato questo libro perché incuriosita dal primo racconto (il più lungo di tutti) intitolato Lucifero disoccupato e che dà il nome a tutta la raccolta. La figura di Satana ha sempre il suo fascino, ma di certo non mi sarei mai aspettata che si ritrovasse senza lavoro come un comune mortale e volevo vedere come se la sarebbe cavata. Vediamo i contenuti dei vari racconti.
Lucifero disoccupato. Il Diavolo in persona è in cerca di un impiego e si propone per i più svariati mestieri (inventore, medico, storico, giornalista, borsista, clown, etc.), ma ogni volta gli viene sbattuta la porta in faccia. Gli uomini non sembrano più avere bisogno di lui e dei suoi prodigi, perché ottengono e gestiscono i loro “miracoli” grazie al progresso tecnologico. Ci ritroviamo davanti ad un povero diavolo depresso al tal punto da prendere una drastica e improbabile decisione. Storia dell’ultima rivoluzione d’Inghilterra. Durante la rivoluzione, oltre a combattere la storica battaglia sulle barricate inglesi, i fronti nemici disputano una partita di football il cui risultato designerà la vittoria della rivoluzione senza versare ulteriore sangue. Non avete mica visto via dei Piccioni? Il protagonista deve rientrare a casa ma questa scompare inspiegabilmente insieme a tutta la via e con dentro moglie e figlio. Inizia così la disperata e febbrile ricerca della via scomparsa per la quale sarà scambiato per pazzo e andrà alla ricerca di un colpevole. Pesce d’Aprile. Un uomo esce dai suoi ordinati e monotoni schemi quotidiani e si sofferma per le strade parigine osservando con particolare umorismo tutto ciò che lo circonda. Il suo divertimento sfocia in follia quando, assistendo a una pièce teatrale, s’inserisce nella finzione assegnandosi un ruolo di primo piano. Viva l’Europa! (dalle memorie di un ex europeo). Il protagonista ama la sua patria, l’Europa, di un amore viscerale e cerca di trasmettere agli amici l’ammirazione per questa terra eroica, spirituale e progressista. Con lo scoppio della guerra e l’invasione dei mongoli, di cui si ritiene in parte responsabile, per anni viene tenuto lontano dal suo paese, al quale ha comunque paura di tornare per il timore di trovarlo cambiato. Aleksander Kant, con la sua prosa ricca è forbita, ha realizzato dei racconti ironici e grotteschi, esasperando situazioni assurde e personaggi singolari per mostrarci la sua visione del mondo disincantata e pessimista. Un libretto da leggere quando si è in vena di riflessioni sui valori di una società non troppo lontana dalla nostra.

Voto: 3 mele.

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