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MILANO – Via Padova è un intreccio di volti, di nazionalità, di culture. Chi vive in questa zona di Milano, a nord di piazzale Loreto, sa’ che via Padova va ben oltre le polemiche riguardo all’integrazione di chi si accalora a considerarla una zona ghetto. Via Padova è una zona d’incontro, una zona dove diversi modi di vivere e diverse lingue convivono in quell’equilibrio così particolare e tipico di alcune strade delle metropoli. Via Padova gode di un fascino tutto suo, difficile da spiegare e, probabilmente, anche da capire se visto dal di fuori.
Una decina di giorni fa Claudio Seghieri, artigiano che collabora con il comune di Milano, ha realizzato per via Padova una serie di luminarie natalizie che riportavano gli auguri di buone feste in tutte le lingue degli abitanti del quartiere. Le luminarie sono state installate lungo i quattro chilometri di strada che conducono verso la periferia nord ovest della città. Il gesto è stato considerato un buon augurio verso l’integrazione dalla cittadinanza, ma non dalla giunta comunale che, per decisione dell’assessore agli arredi urbani Maurizio Cadeo, ha deciso pochi giorni dopo i lavori di installazione di rimuovere questi particolari addobbi. Quello che rimane in via Padova sono delle anonime decorazioni a cuori rossi illuminati.
La decisione del comune, spiega Cadeo, è stata finalizzata a far sì che via Padova non diventasse una zona ghetto. Le luminarie di Seghieri andrebbero ricollocate lungo le strade di accesso alla città, ad esempio viale Forlanini, strada di passaggio per chi proviene dall’aeroporto di Linate. La scelta dell’assessore è stata accolta dai comitati di quartiere, prima su tutti l’associazione “Amici del Trotter”, come l’ennesimo affronto e mancata ammissione dell’esistenza a Milano di zone ritenute “difficili”, per la loro natura di multiculturalismo e multietnicità. Gli addobbi sarebbero dovuti essere un segnale di accoglienza per le comunità di stranieri che popolano la via, spostandole verrebbero denaturate del loro significato e rese semplicemente dei festoni natalizi.
La scelta dell’assessore Cadeo di rimuovere gli addobbi è stata repentina, le luci di via Padova sono state spente, infatti, solo qualche giorno dopo la loro messa in opera. Le giustificazioni che il comune adduce non convincono i cittadini. Seghiero non avrebbe rispettato le direttive assegnategli nella fabbricazione ed installazione delle luminarie. E’ lo stesso artigiano a smentire queste voci, spiegando che aveva ricevuto dal comune il via libera ad accordarsi direttamente con le associazioni di quartiere, e così è stato.
Dopo la rimozione degli addobbi, le grida di protesta e di opinione si sono scatenate in tutta Milano. Oltre che le associazioni di quartiere, indignate da quello che è stato interpretato come un gesto di sfida verso gli abitanti, si sono espresse le associazioni e i gruppi politici più svariati. Dagli esponenti del Pd, che in comune rendono nota la loro preoccupazione per quella che sembra una mossa contraria ai principi civici, ai gruppi di destra estrema, che plaudono alla decisione del comune ma invocano un’opposizione più radicale. Intanto l’assessore Cadeo fa’ sapere che la scelta è definitiva e le luci non torneranno.
Gli fa’ eco, però, il sindaco Moratti che proprio nelle ultime ore ha dato spiraglio ad un possibile passo indietro. Mostrandosi infastidita dalle proteste dei cittadini, che hanno minacciato di tappezzare via Padova di cartelloni e striscioni, ha infatti smentito il tono drastico dell’assessore aprendo ad una possibile re-installazione delle luminarie. Insomma, le luminarie vengono installate. Disinstallate. Re-installate. Tutto questo a spese del comune.
Il consiglio comunale sembra essere un po’ confuso in merito, forse per il bombardamento di voci da ogni parte e di opinioni differenti. Una cosa è certa, se le luminarie fossero state lasciate dov’erano non si sarebbe arrivati a tale polemica, e chi in comune non voleva vederle avrebbe potuto semplicemente evitare via Padova. Cosa che, comunque, sembra essere la norma per certi assessori. GGD.