Qualche giorno fa, mi è capitato di chiacchierare con una signora dell’età di mia madre su uomini e famiglia. Eravamo da sole, in questo agosto cittadino, a fare anticamera in uno studio medico e il tutto è partito da un reciproco sorriso. Una parola tira l’altra e la discussione è subito scivolata sull’argomento casa e famiglia e, ovviamente, mariti! “Sei sposata?” mi ha chiesto “hai figli?” , ma siccome io la mia storia la conosco già, mi sono divertita ad ascoltare i suoi racconti. Le ho fatto un sacco di domande e, probabilmente lusingata da tanto inusuale interesse, si è lanciata nel racconto della sua quotidianità. Le sue parole hanno scatenato nella mia mente un intrico di associazioni e mi sono ritrovata a constatare l’enorme inconsapevolezza delle donne, come lei, che hanno gestito per anni una famiglia ed una casa, riguardo le loro capacità manageriali, organizzative e direttive.
Per anni signore, come quella casualmente incontrata, hanno svolto compiti gestionali ma non ne hanno avuto percezione. Queste donne, al pari
di quelle che svolgono incarichi di rilievo presso aziende, hanno un budget da non superare (i soldi che ricevono dal marito), scadenze da rispettare (come stirare i vestiti che servono per il lavoro del giorno dopo oppure preparare la cena o il pranzo per l’ora dei pasti), meeting da organizzare (come i compleanni dei figli o la cena di Natale), negoziazioni da concludere (al mercato o con i negozianti per stabilire il prezzo di una merce e risparmiare). Come tutti i dirigenti, devono controllare il loro team, quindi verificare se i figli hanno fatto i compiti e, in caso contrario, capire cosa nel processo è andato storto. Supervisionano il lavoro dato in appalto a terze parti, come idraulico, elettricista o muratore. Partecipano attivamente alle riunioni del Consiglio di Amministrazione, con il marito, per decidere sulla strategia dell’azienda Famiglia: come si può risparmiare? Cosa tagliare e cosa incentivare? Utilizzano tecniche come il problem solving, quando si rendono conto che manca in casa un ingrediente della ricetta che stanno preparando e lo sostituiscono con un altro; o come la comunicazione efficace quando spiegano al venditore porta a porta che non vogliono il prodotto che cercano di rifilarle. Hanno persino i premi produzione, se gestiscono bene, solo che in questo caso la chiamano “cresta”.So che l’ambito aziendale è un tantino più complesso. Ma non è forse vero che la cosa che ci disturba di più del lavoro è molto spesso la mancanza di organizzazione e i rapporti interpersonali? Quindi questioni non specifiche del lavoro ma gestionali e umane? Allora le casalinghe hanno fatto molto più “training on the job” di tanti uomini… solo che non lo sanno ed il loro lavoro non viene neanche considerato tale!
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