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Le meraviglie, elegia della tenerezza – La recensione

Creato il 18 maggio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Monica Bellucci - Red carpet - Le Meraviglie (The Wonders) © AFP / A. Pizzoli

Il giudizio di Antonio Valerio Spera

Summary:

Alice Rohrwacher rappresenta lo sguardo femminile che mancava al nuovo cinema italiano. Ce l’aveva dimostrato con la sua opera prima, Corpo celeste, acclamato alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes 2011, e ce lo conferma col suo nuovo film, che la riporta sulla Croisette, addirittura nella competizione ufficiale. Le meraviglie è una pellicola che rimane nel cuore, che colpisce per la sua tenerezza, per l’approccio delicato con cui scava nell’anima dei suoi personaggi, per la semplicità con cui cristallizza sullo schermo un mondo legato alle proprie radici.

L’ambientazione è quella rurale, come non se ne vedevano da tempo nel nostro cinema, precisamente tra Toscana e Umbria, e al centro del racconto troviamo una famiglia di apicoltori, padre, madre, quattro figlie. La più grande di loro vive di sogni e vorrebbe uscire dalla realtà “emarginata” in cui si ritrova. Un contesto fuori dal mondo, dalla monotona quotidianità, nella quale si sentono solo indirettamente i cambiamenti della società contemporanea, quella governata dall’apparenza, assuefatta alle regole dettate dai media.

Film cast - Photocall - The Wonders © FDC / C. Duchene

Film cast – Photocall – The Wonders © FDC / C. Duchene

Alice Rohrwacher porta sullo schermo il contrasto tra un mondo legato alla famiglia, alla tradizione e la società omologata degli anni Novanta, che sta cambiando con il successo della televisione commerciale. Un mezzo di comunicazione che ha profondamente mutato l’Italia, regalando a tutti l’illusione della fama e spostando completamente i valori della vita. La giovane regista ci immerge nelle dinamiche familiari, muovendo senza sosta la macchina da presa tra i suoi personaggi e seguendoli nella routine delle loro giornate, anche nei luoghi della loro intimità. Indaga con discrezione nei sentimenti dei due genitori e osserva con dolcezza l’atteggiamento innocente con cui le loro bambine affrontano la crescita. Il suo tocco lascia esplodere un realismo crudo che si illumina di tinte magiche, fiabesche, soprattutto quando entra in scena la fata televisiva Milly, interpretata con disincanto da un’ottima Monica Bellucci. In questo modo si crea un filo diretto tra lo spettatore e la storia narrata, un’empatia che cresce gradualmente, man mano che vengono messe a nudo le insicurezze, le debolezze, le ansie dei protagonisti. Ne viene fuori una garbata ed elegante elegia dei legami affettivi, dell’infanzia, dell’amicizia, della paternità (e della maternità); un dipinto dai tratti morbidi, che sviluppa al contempo una sotterranea ma potente esplorazione sociale.

Le meraviglie, interpretato anche da Alba Rohrwacher e da Sam Louvyck,  è un racconto che scorre al ritmo della vita, che mette in scena l’autentico con trasparenza, che si stanzia nel reale ed attinge dalla memoria. E’ un film chiaroscurale, sfumato, che vive d’incanto e di emozioni, che permette alla verità di mostrarsi specchio dell’onirico e all’onirico di farsi concreto. Un’opera sorprendente, edificante e ricca di umanità. La dimostrazione che il cinema italiano sa ancora osare.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

 


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