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Le mie letture – Wired Africa

Da Marcofre

Da poche settimane la casa editrice genovese QuintadiCopertina ha inaugurato una nuova collana (PingTheWorld): ce n’era bisogno?
Per rispondere in maniera adeguata ho acquistato il libro elettronico “Wired Africa”. È uno dei titoli di questa collana, che punta i riflettori su quella porzione di mondo che viene ignorata dai mass media. Africa quindi, ma non solo.

È possibile usare SMS, cellulari e le tecnologie collaborative del Web, per riprendersi in mano il destino del proprio Paese? Per sapere come sono spesi i soldi della cooperazione internazionale? Per segnalare i guasti alla rete idrica pubblica? La risposta è: sì, è possibile.

Il libro illustra alcune (probabilmente ce ne sono parecchie altre), iniziative locali che hanno come obiettivo quello di rendere la gestione della cosa pubblica, trasparente e davvero partecipativa. Ciascuna di esse viene preceduta da una breve scheda che ne indica scopi, finanziamenti, tecnologia usata, e un breve resoconto che spiega il metodo di lavoro. Poi la parola passa ai protagonisti, vale a dire coloro che portano avanti il progetto, che illustrano successi, difficoltà e rischi.

Le interviste hanno il link alla fonte, ma non mancano immagini o collegamenti a filmati o ad altre risorse online.

Che si tratti di denunciare il disboscamento delle foreste del Madagascar, o gli abusi sui bambini nel Benin, quello che balza agli occhi è la freschezza e la voglia degli africani (con la collaborazione di ONG statunitensi, o del Nord Europa), di cambiare le cose senza attendere che ci pensino gli altri. Laggiù c’è gente che lavora per noi, poiché vigilando su come i soldi della cooperazione sono spesi, di fatto aiuta noi. E dopo la sbronza dei social network che qui da noi ci tocca subire quasi quotidianamente, vedere come si possano usare in maniera trasparente e utile, è una salutare lezione che ci riporta coi piedi per terra.

Se questo baraccone che chiamiamo Web ha uno scopo, è di condividere, creare relazioni, muovere idee e smuovere risorse (non solo finanziarie) per rendere più accettabile l’esistenza su questo mondo. La lettura di questo agile ebook (solo a prima vista per gli addetti ai lavori, in realtà è per tutti i curiosi di cose africane), permette di scoprire come la Rete sia un potente mezzo per coinvolgere i cittadini, rendere responsabili le istituzioni, e diventare uno dei fattori di cambiamento.

Per l’ennesima volta l’editoria digitale dimostra un’agilità e un coraggio fuori dall’ordinario. Mentre alcuni editori continuano stancamente a replicare sul digitale i loro libri (“scannerizzando” le loro opere), quasi sperassero che l’ebook si sgonfi, altri ne colgono tutto il potenziale e ci investono. E rappresenta anche un investimento su storie, punti di vista e persone che fino a 10 anni fa erano condannate all’oblio. O a vivere all’interno di “spazi” definiti e quasi invalicabili: chi mai avrebbe prodotto su carta un libro del genere? Chi avrebbe creato una collana di editoria partecipativa che abbraccia Africa, Cina ed Est Europa?

Nessuno, esatto.

Viva il libro elettronico allora, e chi ha lo sguardo lungo.

Un aspetto da sottolineare: questa opera e anche le altre di questa collana, viene rilasciata con la licenza Creative Commons.

 

Editore: QuintadiCopertina. Il file è disponibile in PDF, ePub e Mobi. Prezzo: 3.60 euro.


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