Le mie soste preferite sulla Great Ocean Road

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Il viaggio on the road lungo la Great Ocean Road (la GOR) è stato senz'altro uno dei must di questo viaggio australiano, anche se non sono riuscita ad arrivare alla meta dei 12 Apostoli, che si trovano nella località di Port Campbell.

Riassumo qui di seguito qualche consiglio utile per chi volesse intraprendere lo stesso cammino.

Partendo da Melbourne, se il vostro obiettivo è arrivare fino ai 12 Apostoli tenete in conto diverse ore di viaggio . L'ideale sarebbe poter dividere il tragitto in 2 giorni, e pernottare a metà strada: in questo modo avrete tempo di fermarvi nelle spiagge che incontrerete lungo il cammino, scattare foto, avvistare animali (se avrete più fortuna di me), e mangiare qualcosa. La strada è tortuosa, e bisogna guidare con attenzione, soprattutto se vi trovare a percorrerla in una giornata umida.

Il bello di questo viaggio on the road sono le soste . Ecco le mie preferite:

, promossa come la Spiaggia di Torquay capitale australiana del surf. Ci si arriva in poco più di un'ora di auto, seguendo la M1. Tanti negozietti, un centro commerciale, un tipico paesino di villeggiatura sicuramente affollatissimo nei mesi estivi. L'entrata alla spiaggia è esattamente di fronte alla strada, una volta attraversato il parchetto.

Ci siamo fermati attratti dal faro bianco che si erge sulla sinistra, sempre lungo la M1. Seguite le indicazioni il lighthouse, dopo pochi metri vi si aprirà davanti agli occhi una meravigliosa laguna e, sulla sinistra, delle rocce dorate che nascondono la cima del faro. Spiaggia e laguna di Aireys Inlet. Vale la pena fare una piccola camminata per raggiungere il belvedere di fronte al faro, vi verrà voglia di andare a vivere in uno degli splendidi cottage che vedrete lungo il vostro cammino. Datemi una connessione internet ad alta velocità, portatemi del cibo ogni tanto, e mi stabilisco a vivere qui .

Lorne. Una cittadina di nemmeno mille anime, completamente deserta in questo periodo ma che per fortuna rifocilla i passanti all'ora di pranzo: ci siamo fermati a The Bottle of Milk, che secondo i frequentatori abituali della zona prepara i migliori hamburger della regione. Oh, avevano ragione, preparano panini deliziosi e prestano grande cura alla scelta degli ingredienti, anche nella versione vegetariana. Purtroppo, causa cavetto dimenticato, non ho altre foto da mostrare per il momento e non posso deliziarvi la vista con il paesaggio oceanico e i cockatoos dalla cresta gialla che pascolano di fronte alla spiaggia. Provate a immaginarlo, con la promessa che questi post verranno aggiornati con nuove foto non appena mi sarà possibile.

Siamo arrivati all'imbrunire, in questa epoca dell'anno alle 17:30 è già buio pesto, per cui non abbiamo avuto tempo di girovagare. Ci siamo sistemati per la notte in un motel gestito da un simpatico ragazzo greco, l' Apollo Bay. Iluka Motel and Restaurant: niente di speciale, ma pulito e relativamente economico, una sistemazione discreta considerando il poco preavviso nella riserva. Apollo Bay rimarrà negli annali per una serata passata a bere sidro di mela in un tipico pub australiano, con pochi avventori intenti a guardare una partita di rugby e noi che ci sfidiamo a colpi di biliardo e juke-box.

Da qui, l'ultima parte del percorso verso i 12 Apostoli è breve, circa un'ora e venti di auto vi separa dalla meta. La nostra intenzione era realizzare quest'ultima parte del percorso nella seconda giornata, per avere poi tutto il tempo di percorrere con calma le 4 ore di auto per rientrare a Melbourne, con una puntatina all'Oatway Park, di cui ho parlato nel post precedente e che merita per lo meno di essere attraversato in auto.


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