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Le modifiche del Ddl sul finanziamento ai partiti

Creato il 07 febbraio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Sono molte, e importanti, le modifiche apportate dalla commissione Affari costituzionali del Senato al decreto sul finanziamento pubblico ai partiti. A partire dall’abbassamento da 300 a 100mila euro del tetto annuo delle erogazioni da parte delle persone fisiche e giuridiche. Le detrazioni si applicheranno solo alle erogazioni tra 30 e 20mila euro annui, con un’aliquota del 26 per cento. Scompare invece la detrazione delle spese sostenute per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica organizzati dai partiti, mentre è fissata al 19 per cento quella per le società.

Nello statuto dei partiti dovranno poi essere inserite regole di trasparenza economico-finanziaria e la loro sede legale dovrà essere in Italia. Saranno pubblicati online non solo gli statuti e i rendiconti ma anche redditi e patrimoni di parlamentari e ministri. La cancellazione dell’esenzione Imu è stata per ora accantonata e sarà ripresentata in Aula, dove si cercherà di superare le obiezioni avanzate dalla commissione Bilancio sulla copertura.

Rinviata all’esame dell’Assemblea anche la proposta di Sinistra e libertà, 5 stelle e Nuovo centrodestra sull’anticipo al 2014 dell’abolizione dei rimborsi elettorali e, di conseguenza, del meccanismo del 2 per mille. La Commissione ha inoltre adottato il testo unificato sulle quote rosa alle prossime europee: in ciascuna lista i due sessi dovranno essere ugualmente rappresentati.

Molto soddisfatti per le novità introdotte sono il Partito democratico, il Nuovo centrodestra e la Lega nord, mentre sono critiche le altre forze dell’opposizione. Per Sinistra e libertà ora la politica sarà appannaggio dei gruppi legati a potenti finanziatori privati e lobby. Il Movimento 5 stelle bolla il provvedimento come “un’operazione fraudolenta che non abroga affatto gli stanziamenti pubblici, evita la restituzione dei fondi percepiti fino ad oggi e privilegia i donatori più ricchi grazie al tetto di 100mila euro”. Sul versante opposto Forza Italia, che avrebbe voluto elevare a 500mila euro il limite dei versamenti.

Il decreto sarà in Aula martedì.

Marco Cecchini


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