Questa estate ero a Napoli per le mie vacanze con Giada. Chiacchieravo con mio cugino di cibo e street food, quando lui mi dice una cosa che mi colpisce subito: «Qui a Napoli hanno aperto un sacco di catene di patatine».
«In che senso? Cosa fanno?», credo di avergli risposto.
«Catene che cucinano e vendono solo patatine fritte».
Non credevo, però, che questa tipologia di catene arrivasse anche a Milano visto che la città è continuamente alla ricerca di cibo vegano, gluten free e bio. Evidentemente mi sbagliavo. Proprio vicino al mio ufficio, a due passi da piazzale Loreto (corso Buenos Aires, 75), ha aperto uno dei primi punti vendita di una catena olandese: Amsterdam Chips, che conta ormai diversi punti vendita in tutta Italia.
Come sono queste famose patatine? Per prima cosa va detto che sono fresche: non sono congelate o pre-congelate. Una macchina sbuccia le patate, le taglia e poi gli addetti le friggono in una mega friggitrice che sta di fronte ai clienti. Dopodiché si può scegliere il formato, Small (3 euro), Medium (5 euro) e Large (8 euro), la salsa da abbinare e la bibita. Per gli amanti della birra, c’è la possibilità di scegliere anche delle birre olandesi come accompagnamento. That’s all. A vostra disposizione ci sono 10 salse diverse tra loro: da salse barbecue, le classiche ketchup e maionese, a quelle più particolari come quella di senape e pepe che poi ho scelto io.
Passiamo all’esperienza. Ordino. Non potrete, nell’attesa, che rimanere affascinati dalla preparazione delle patatine. E colpiti dal maxi slogan che campeggia sulla friggitoria: “…potresti immaginare un mondo senza patata?”: i doppi sensi si sprecano. Io ho scelto il formato piccolo e, lo dico con un certo entusiasmo, sappiate che è già un’ottima porzione.
Le patatine cuociono, viene aggiunta un’abbondante manciata di sale (pure troppo per i miei gusti). Poi viene preso il cono dedicato alla porzione scelta e riempito di patatine. Finita la procedura, viene inserita la salsa scelta. La particolarità è che la salsa si trova in una serie di 10 taniche che vengono chiamate “MungiSalsa”, perché hanno una sorta di mammella di plastica dalla quale viene strizzata una bella e corposa porzione di salsa. Si finisce il tutto con uno stuzzicadenti gigante da utilizzare per consumare le patatine.
Andiamo all’assaggio finalmente. Inizialmente sembrano buone. Parliamo di una patatina abbastanza rustica, saporita. La salsa è davvero particolare e fa la differenza, non è il tipo di patata dei fast food a cui siamo abituati di solito. Continuando a mangiare, però, la pesantezza si fa un po’ sentire. Forse il sale, forse la salsa che finendo lascia lo spazio all’unto. Fatto sta che ho finito il cono di patatine con fatica, arrivando alle ultime quasi con del disgusto.
Non ho ancora capito se queste patatine sono promosse o da rimandare a settembre. Voi, però, provatele e fateci sapere cosa ne pensate commentando il post: noi promettiamo di riprovarle il prima possibile!